Thailandia. Caffè Bruno, l'aroma della missione
Nato a Chae Hom, una delle due parrocchie della missione triveneta nel Sud est asiatico, il caffè si sta dimostrando un ottimo veicolo non solo di risorse per la comunità e la diocesi, ma anche di relazioni che facilitano l'Annuncio in un paese che attraversa una fase di relativo benessere. Il progetto, già interamente gestito da thailandesi, è già stato riconosciuto a livello internazionale per la qualità del prodotto.
Il caffè Duomo è aperto da poco più di un mese. Una elegante coffee house esattamente di fronte alla cattedrale in cui si trovano anche libri e… articoli religiosi. Lo scorso 10 maggio è stato niente meno che il vescovo a inaugurarla: prima la benedizione di rito e poi una buona tazza della bevanda calda che più rappresenta l’Italia nel mondo.
Se vi state chiedendo in quale via di Padova si trovi questo nuovo locale, dovete spostare le vostre ricerche di una ventina di ore di volo più a est. La Duomo coffe house sorge infatti in Charoen Phratet road, nel centro di Chiang Mai in Thailandia, di fronte alla Cattedrale del Sacro Cuore, esattamente nella diocesi in cui dal 2000 i missionari fidei donum triveneti sono impegnati nella duplice missione di Chae Hom e Lamphun, in stretta collaborazione con il vescovo Francis Xavier Vira Arpondratana.
L’iniziativa del locale cittadino è tutta della parrocchia della cattedrale, che ha pensato bene di far leva sull’attrazione di un nome italiano. Ma il caffè che lì viene servito di italiano non ha solo il nome. Coltivato da una quindicina d’anni nella zona di Mechem, nella parrocchia di Chae Hom dove operano i padovani don Bruno Rossi e don Raffaele Sandonà e il bellunese don Bruno Soppelsa, è al centro di un progetto che sta sostenendo in maniera del tutto originale la missione.
“Caffè Bruno” è il marchio con cui la piccola azienda creata dai missionari e diretta da Piyapong, custode della parrocchia, si sta facendo conoscere. E non solo attraverso il piccolo bar aperto nella missione a maggio 2014, a 160 chilometri dalla città. Due anni fa a Brescia il Caffè Bruno ha vinto una medaglia d’oro all’International coffee tasting organizzato dall’Istituto internazionale degli assaggiatori di caffè (appuntamento a cui probabilmente parteciperà anche il prossimo ottobre). Da allora gli articoli e le recensioni di questo sorprendente prodotto hanno continuato a susseguirsi anche sui principali blog del paese del Sudest asiatico, tra cui Sanook.com, ma anche la rivista della Mercedes-Benz e Coffee traveller.
È così che il numero dei clienti è lievitato fino quasi a mille tra locali e privati, per una vendita che va dagli otto ai novecento chili al mese. Tutto è cominciato quando don Bruno Rossi, “decano” della missione thailandese, ha assaggiato il caffè locale… «Ha capito che bisognava cambiare metodo di tostatura – racconta don Raffaele Sandonà, in questi giorni in Italia – Un gruppo di benefattori ci ha donato una vecchia tostatrice industriale restaurata che abbiamo istallato a Chae Hom. Il progetto prevede l’acquisto del caffè direttamente dalle popolazioni locali a un prezzo equo, circa il 15 per cento superiore al mercato. Dalla vendita del prodotto lavorato ricaviamo risorse preziose per la gestione della comunità e riusciamo anche a fare qualche donazione alla diocesi». Un progetto già condotto dai locali e dunque in qualche modo autosufficiente, ma il legame con la missione rimane forte.
«La Thailandia attraversa una fase storica di relativo benessere. I missionari non sono importanti per lo sviluppo umano e sociale. Per questo la nostra azione è tutta improntata all’Annuncio, al far conoscere Gesù e la chiesa. Il piccolo bar, e più in generale il Caffè Bruno, si sta rivelando una finestra sul mondo, un veicolo di relazioni per raccontare a chiunque passi di lì, dal contadino al presidente del distretto o della provincia, il significato della nostra presenza».
