Crespano, Possagno e Asolo fanno da cornice alla mostra "Venere nelle terre di Antonio Canova"

In occasione del prestito del museo inglese di Leeds della venere scolpita da Antonio Canova, Possagno, Asolo e Crespano uniscono i loro tesori per la mostra "Venere nelle terre di Canova" al museo Canova.

Crespano, Possagno e Asolo fanno da cornice alla mostra "Venere nelle terre di Antonio Canova"

«Cara siora Anzoleta, la se recorda de governarse ben, de non fadigar una buzarada, de dir quante corone che ghe piase, ma mantegnerse sana e zovene, alla capio!». Queste parole scritte in dialetto da Antonio Canova alla madre nel 1809 dimostrano l’affettuoso legame che univa il “Fidia italiano” alla donna che lo fece nascere e che qualcuno accusò di scarso amore materno per aver lasciato ai nonni il figlio del primo matrimonio, Antonio per l’appunto, per tornare al suo paese, Crespano, e sposarsi nuovamente. Nozze seconde da cui nacque Giovanni Battista Sartori, poi divenuto prete e vescovo, nonché erede del grade patrimonio che nel 1822 Antonio lasciò chiedendogli, in punto di morte, di realizzare un gran numero di opere a onore della sua terra.
E la sua terra ancora oggi conserva forte l’impronta canoviana: Possagno, dove lo scultore è nato e dove sorse il tempio e la grande gipsoteca, primo museo pubblico del Veneto; Crespano, con il santuario del Covolo che era servito da “modello” del tempio e con il grande duomo ricco di opere illustri, tra cui il gesso di una magnifica Pietà del Canova; Asolo, che conserva opere d’arte e sculture in marmo del maestro.
E Possagno, Asolo e Crespano sono le terre che fanno da cornice preziosa alla mostra “Venere nelle terre di Antonio Canova”, realizzata in occasione del prestito, concesso fino a Pasqua da parte del museo inglese di Leeds, della Venere scolpita dall’artista trevigiano e acquistata da mister Hope. Ad accompagnare la statua, ospitata nella casa museo di Possagno, è stata realizzata da Mario Gaudenzio, direttore del museo-gipsoteca, una vera e propria mostra-percorso ordinando in un discorso complessivo le molte testimonianze che Canova ha lasciato intorno al tema della dea dell’amore e del nudo femminile. «Il tema della bellezza è connaturato al Canova – afferma Guderzo – Mai nulla di volgare nei suoi corpi, si tratti di giovani donne o di giovani corpi maschili, ritratti con eguale passione. Canova amava la bellezza e la trasponeva nelle forme perfette, ma vere, dei suoi nudi».
Fuori dalla gipsoteca, la fondazione Canova di Possagno, il lascito fondazione Canova di Crespano, i tre comuni e il museo civico di Asolo collaborano insieme nel proporre un itinerario d’arte che corre lungo le tre “città gioiello” inserite in un ambiente che mette insieme la dolcezza delle colline asolane, le prime propaggini del Grappa e il lento digradare sulla pianura. Un’occasione imperdibile per ammirare le architetture, ville, castelli, vecchi casali, che punteggiano le colline, farsi tentare da una ristorazione che qui utilizza principalmente prodotti locali. All’insegna del piacere di fare propri il buon vivere e il bel vivere.
Nella terra che da sempre è “Gioiosa et amorosa” e che anche oggi si conferma tale. Questa proposta è anche un omaggio a mons. Giovanni Battista Sartori Canova, il fratello dell’artista, che ha dato vita alle due fondazioni e che ha donato alla città di Asolo opere d’arte e sculture in marmo del mastro, ma che ha anche istituito “grazie dotali” per sei ragazze della sua terra, ha fornito il reddito necessario per gestire scuole, case di riposo e ospedali, ha cofinanziato la costruzione a Crespano del grande ponte sul Lastego e della piazza con la maestosa fontana davanti al duomo di Massari. Il “fratellastro” di Canova, che sarebbe ormai ora di chiamare a pieno titolo fratello, ha donato al seminario di Padova, in cui aveva studiato, parte della sua biblioteca e una collezione di monete romane consolari e imperiali tuttora considerata tra le raccolte numismatiche romane più complete al mondo. Alla “Venere nelle terre di Canova” è stato dedicato quest’anno l’annuale concerto che nel duomo di Crespano ha ricordato, il 31 ottobre, il 258° anniversario della nascita dello scultore, a cui hanno partecipato il Quartetto d’archi veneto e il coro En Clara Vox diretti da Davide Pauletto. Info: 0423-544323 posta@museocanova.it

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