"Paradiso" per l'arte sacra piovese

Il Paradiso, museo del Duomo di Piove di Sacco, viene inaugurato sabato 16 dicembre alle ore 10.30. L’annuncia un simpatico “ biglietto d’invito” che, in coerenza con l’intera campagna di diffusione dell’iniziativa, abbina un ritratto di giovane allo sfondo del grande telero della Processione del Corpus Domini. Il museo resterà aperto nelle mattinate di mercoledì e sabato dalle 10 alle 12.30 e nei pomeriggi di sabato e domenica, dalle 15 alle 17.30. È stato realizzato dalla parrocchia del duomo e dal museo diocesano, con il contributo di fondazione Cariparo e di Regione del Veneto, comune di Piove, Banca patavina, Sm Alessandra Miotto, associazione Amici del Gradenigo, con il patrocinio della provincia e il sostegno di Piove amica e del consorzio delle pro loco Padova Sud Est.

"Paradiso" per l'arte sacra piovese

Percorso espositivo

L'antisacrestia

Il percorso espositivo del museo Paradiso del duomo di Piove inizia dall’antisacrestia dove è esposto il telero datato 1701 con il Capitolo dei Canonici della Collegiata di San Martino, fresco di restauro. La collegiata è un gruppo di chierici riuniti in capitolo a cui spettava la cura d’anime di una vasta area circostante; quella di Piove compare già nella seconda metà dell’11° secolo. Nel Trecento era composta da un arciprete, un arcidiacono e nove canonici. Il quadro esposto, riferibile alla cerchia del pittore Sebastiano Bombelli, ritrae la collegiata del 1701 e si inserisce probabilmente nel contesto delle lunghe controversie che opposero l’abate Francesco Simeoni, nominato da papa Innocenzo XI, e la comunità piovese. Il dipinto ricorda anche con un’iscrizione la consacrazione, l’11 agosto 1129, del duomo di San Martino ricostruito per volere del vescovo Milone. 

Il Paradiso

Si passa quindi nella sala detta “il Paradiso”, storicamente un luogo dove venivano impartite le prime nozioni di dottrina cristiana e dove le fraglie e le confraternite si riunivano. Vi viene evocata la presenza di queste realtà devozionali attraverso il grande telero con la Processione del Santissimo Sacramento attribuito ad Andrea Vicentino. La venerazione ai santi e alla Vergine è descritta da alcune pale d’altare, come il San Lorenzo in gloria con santa Maria Maddalena e santa Marta di Giovanni Battista Bissoni degli inizi del Seicento, la Madonna con il Bambino tra i santi Lorenzo ed Edmondo del goriziano Antonio Paroli, del 1722, e L'estasi di san Francesco di Paola di Giambattista Tiepolo, proveniente dalla chiesa di San Nicolò e finora esposto in museo diocesano.

La pala del Tiepolo

La tela fu dipinta tra il 1734 e il 1736 su commissione di Francesco Rubelli, un tintore veneziano a cui fa riferimento anche il reliquiario di San Nicolò esposto in sacrestia e il tabernacolo in marmi policromi collocato accanto alla tela. L’altare di San Nicolò ne sostituì uno più antico dedicato a san Cristoforo. Entrambi i santi sono legati all’acqua (san Nicolò ha attraversato lo sterro di Messina sostenuto dal suo mantello) e quindi erano venerati dai barcaioli che sulle vicine sponde del Fiumicello attraccavano le loro imbarcazioni per caricare e scaricare le merci. Nella chiesa di San Nicolò aveva sede la loro fraglia, detta del Traghetto.

Le pale sono affiancate da altre opere di piccolo formato, che riconducono a una forma di devozione più intima ed erano commissionate da privati o dalle confraternite per essere collocate nelle case o negli oratori. Appartengono a questa categoria la cinquecentesca Madonna con Gesù Bambino e i santi Girolamo e Francesco d’Assisi attribuita a Pietro Duia e la Madonna con Bambino di Jacopo da Valenza, entrambe dipinte su tavola e provenienti dalla chiesa del Crocifisso. Alla devozione privata è destinata anche la Santa Maria Maddalena penitente, variante di bottega di Nicolas Regnier, fiammingo a lungo attivo a Venezia nel 1600.

In previsione

In una seconda fase sarà allestito lo spazio sopra la chiesa di Santa Maria dei Penitenti, con le testimonianze storiche della chiesa di San Martino, i frammenti musivi dell’11° secolo e il polittico trecentesco della Vergine in trono, con i santi Chiara, Giacomo, Martino, Tommaso, Orsola e Francesco, rimasto per ora in museo diocesano.

La sacrestia

Scendendo in sacrestia, si trova esposta, assieme ai ritratti di prelati piovesi e del vescovo san Gregorio Barbarigo, attribuito al veneziano Antonio Fumiani, la suppellettile sacra che un tempo veniva impiegata nella liturgia. Dentro l’armadio-teca sono visibili, grazie alla vetrina realizzata in occasione dell’apertura del museo, i vasi sacri e i reliquiari più significativi del duomo. Rievoca gli storici armaria e i tesori presenti negli importanti luoghi sacri medievali, e insieme le sacrestie monumentali con gli armadi per le reliquie.

La "Chiesuola"

Si entra quindi nella chiesa di Santa Maria dei Penitenti, la “Chiesuola” dove ancora oggi i fedeli si ritrovano a pregare. Con i lavori di adeguamento già predisposti lo spazio ha acquistato un aspetto più dignitoso alle celebrazioni liturgiche e nello stesso tempo è stato attrezzato a esposizione per alcune opere restaurate.

La Dormitio Virginis

Sulle pareti della “Chiesuola” è conservata la Dormitio Virginis di scuola giottesca. La scena della Morte della Madonna era già collocata su di una parete dell’antica chiesa, luogo di culto di antichissima origine riedificato una prima volta nel 1334: in questa occasione fu commissionato il polittico attribuito all’ambito di Paolo Veneziano e furono probabilmente affrescate le pareti con le storie della vita di Maria, affreschi di cui rimane solo la Dormitio, staccato dalla parete nel 1908, quando la chiesetta fu abbattuta e ricostruita ex novo in posizione più arretrata.

All’inizio del Settecento la chiesa aveva anche un imponente altare barocco di scuola del Bonazza. Nel 1963 l’altare fu rimosso quando si accorciò il presbiterio per agevolare la costruzione del teatro. Sarebbe interessante, compatibilmente con la funzione liturgica dell’attuale spazio sacro, ricollocare in chiesa le statue del perduto altare maggiore.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)