Adozioni, salta la possibilità per i single: ritirato l'emendamento

La senatrice Francesca Puglisi (Pd) ritira l'emendamento che chiedeva di equiparare i diritti dei bambini affidati ai single a quelli affidati alle famiglie sposate, e che aveva suscitato forti proteste da parte di molte associazioni.

Adozioni, salta la possibilità per i single: ritirato l'emendamento

Nel corso dell'esame del senato sul ddl che modifica la normativa sulle adozioni, la senatrice democratica ha accettato l'invito del relatore a trasformare il suo emendamento in ordine del giorno. Il testo stabiliva che anche i single che hanno un bambino in affido (istituto già previsto dall''ordinamento italiano) potessero adottarlo. Ma questo non sarà possibile, resterà dunque il percorso separato tra adozione e affido. Quindi, una volta terminato l'affidamento solo le coppie sposate potranno richiedere l'adozione mentre i bambini che sono stati cresciuti da monogenitori dovranno cambiare famiglia.
«L'intento di quell'emendamento – spiega in aula la senatrice Puglisi – non era aprire a scorciatoie per l'adozione dei single, ma piuttosto equiparare i diritti dei bambini che vanno in affido familiare a single, come già la legge permette di fare, perché l'affido familiare, legato alla disponibilità delle persone, negli ultimi cinque anni è calato del 16 per cento».

Cade un muro, quello del divieto di adozione per le coppie che hanno avuto un bambino o un ragazzo in affido temporaneo
La riforma arrivata in questi giorni in aula al senato per il primo sì pare per il resto largamente condivisa nel suo tentativo di dare una risposta concreta ad una situazione che si viene a creare per un certo numero di minori dati in affidamento. L’istituto dell’affido – che secondo la legge non dovrebbe protrarsi per più di due anni e che è pensato anzitutto come un affiancamento della famiglia affidataria alla famiglia d’origine del minore – nella pratica si prolunga notevolmente oltre quel termine. 

Le stime dicono che in quasi sei casi su dieci l’affido si prolunga oltre i due anni, e nella metà di questi casi sfora i quattro anni. La conseguenza più evidente è che fra la coppia (o il singolo, se si tratta di un caso particolare previsto dalla legge, ad esempio un bambino con disabilità) da un lato e il minore dall’altro si crea un legame molto forte, che ora la proposta di legge mira in qualche modo a conservare e a tutelare.
Se il minore può tornare nella sua famiglia d’origine, il testo prevede che venga tutelata la continuità delle relazioni con la famiglia (ex) affidataria, sempre che questo risponda all’interesse del minore; se invece viene decisa l’impossibilità del rientro nella famiglia d’origine e il minore viene dichiarato adottabile, le coppie affidatarie possono chiedere di adottarlo. Il testo precisamente prevede che se c’è la richiesta della coppia in tal senso, il giudice chiamato a decidere debba tenere conto dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e duraturo che si è realizzato nel tempo.

Subito dopo la presentazione dell'emendamento, le associazioni riunite nel Tavolo nazionale affido (Anfaa, Ai.bi, Cnca e varie altre) avevano preso posizione ritenendo che il passaggio da affidatari ad adottivi debba essere circoscritto ai soli casi in cui gli affidatari siano «in possesso dei requisiti previsti dall'articolo 6 della legge 184/83 (l'essere coniugati e il dimostrare la stabilità del rapporto di coppia, il possedere una certa differenza di età con il minorenne), il che evita improprie derive verso l'adozione di minorenni da parte di persone single o anziane».
L’unica eccezione ammessa potrebbe essere quella che apre anche ad affidatari single e anziani la possibilità di adottare i minorenni loro affidati se trattasi di orfani di entrambi i genitori e se durante il prolungato affido si sia sviluppato un legame significativo. Ma si tratta, viene spiegato, di casi molto limitati.

Contrarietà è arrivata anche dal Forum delle associazioni familiari: «La ratio della limitazione alle coppie sposate – si afferma in una nota – appare di una evidenza cristallina: offrire ai bambini una famiglia che abbia il massimo della stabilità e dell’impegno pubblico, attraverso il matrimonio». I casi speciali nei quali è prevista l’adozione da parte di un singolo sono per l’appunto «casi speciali, mentre la generalità della risposta dello stato deve necessariamente tendere a dare il massimo a un bambino in difficoltà». No dunque allo slogan “adozioni più facili”, dice il Forum famiglie, mentre l’associazione Papa Giovanni XXIII rincara con un no all’utilizzo dell’affidamento familiare come un “cavallo di Troia” per estendere di fatto l’adozione a soggetti privi dei requisiti previsti dall’attuale normativa in tema di adozione.

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Parole chiave: single (2), affido (13), adozioni (15), famiglia (217)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)