Una famiglia, un parroco, un gruppo giovanissimi, un’insegnante di scuola paritaria, un’accompagnatrice degli adulti, una giornalista, un missionario, una volontaria Caritas, una religiosa: a loro abbiamo chiesto, a nome di tutta la diocesi, di consegnare al “padre vescovo” un augurio per il futuro.

Rileggere un quarto di secolo di vita della chiesa padovana in cammino col suo vescovo Antonio, consente di cogliere l’unitarietà di un percorso che ha sempre posto al centro della riflessione la comunità dei credenti, vero soggetto di tutti i piani pastorali che si sono man mano succeduti fino a diventare il segno e la cifra più evidente della chiesa di Padova a cavallo tra i due millenni.
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Il saluto del vice presidente del consiglio pastorale diocesano a nome dell'intera chiesa di Padova: «La sua azione pastorale, vescovo Antonio, ha scommesso sul protagonismo di noi laici, chiamandoci a passare dalla mera collaborazione a una sempre maggiore corresponsabilità ecclesiale».

L’omelia del vescovo Antonio nel giorno del congedo dalla diocesi di Padova: «La vera, l’unica civiltà degna dell’uomo e che può assicurare il progresso è la civiltà dell’amore, non quella dell’egoismo e della prepotenza. E la carità è la testimonianza più alta di Dio: mantenetela sempre viva e operosa».
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Poteva, come scrive in una lettera alla diocesi il 21 settembre 2011, pensare di riposarsi dopo aver visitato, lungo 16 anni di ministero, tutte le parrocchie della diocesi. E invece è ripartito, con lo spirito del buon pastore. Interpellando il vicariato, il vescovo Antonio ha chiamato in causa la chiesa nel suo evolversi nel territorio. Questo ha dato tono ecclesiale, e non burocratico, alle visite.
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Il vescovo Antonio Mattiazzo ha scelto la festa di San Gregorio Barbarigo, occasione in cui il clero diocesano si ritrova per un momento di incontro e di festa, per annunciare – prima di tutto al suo presbiterio – la decisione maturata in merito al suo futuro, una volta che saranno accolte dal pontefice le dimissioni e annunciato il successore alla guida della chiesa di Padova. La festa di oggi anticipa il saluto che tutta la città per la diocesi tributeranno al vescovo domenica 21 con la messa in Cattedrale alle 17.
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Domenica 21 giugno il vescovo Antonio Mattiazzo ha salutato, in una concelebrazione solenne in cattedrale, la diocesi che ha guidato per ben 26 anni. Presenti sacerdoti e laici, numerose anche le autorità civili e militari che hanno rivolto il solo saluto al vescovo, oltre alla comunità africana che ha voluto donargli un "kit" per la sua prossima missione in Etiopia nella prefettura apostolica di Robe. «Spero che il mio successore sia migliore di me – ha confidato mons. Mattiazzo ai giornalisti – la diocesi di Padova è complessa, ma la macchina è pronta basta guidarla». E ancora: «Spero che venga nominato presto, la voglia di partire è tanta».
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Un anno fa, alla festa di San Gregorio Barbarigo, il vescovo ripercorreva con i preti della diocesi il suo cammino. Dal seminario agli anni trascorsi a Roma, dal servizio diplomatico al ritorno in città per gestire un periodo denso di cambiamenti. «Quella da vescovo è un'esperienza che ha messo a dura prova la mia persona, facendo emergere doti ma anche carenze e difetti che prima non avevo percepito».
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La chiesa di Padova saluta e ringrazia mons. Mattiazzo dopo 26 anni di guida: giovedì 18, durante la tradizionale festa di san Gregorio Barbarigo, ci sarà l'abbraccio del clero; domenica 21 alle 17 in cattedrale una messa con tutti i fedeli. E alle 21 la città offre un concerto al Verdi.
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«Ai presbiteri della diocesi di Padova con riconoscenza e affetto» è la dedica che accompagna il volume dal titolo E ora vi affido a Dio... Il testamento apostolico di Paolo ai presbiteri d’oggi scritto dal vescovo mons. Antonio Mattiazzo e pubblicato in questi giorni. 

Intesa e partecipatissima la celebrazione della messa crismale del Giovedì Santo presieduta dal vescovo Antonio Mattiazzo, in Cattedrale a Padova.
Nella sua omelia, dopo aver ringraziato tutti i presenti, il vescovo si è rivolto «in particolar modo» ai «carissimi confratelli presbiteri», sollecitandoli a proseguire su due piste fondamentali scelte dalla chiesa di Padova in questi anni: «la sinodalità e l’iniziazione cristiana».

Il comunicato del vescovo, pronunciato nell’Incontro congiunto degli organismi di comunione diocesani: «Concluderò il mio ministero nella festa di S. Gregorio Barbarigo il 18 giugno». Il testo integrale e il video di sabato 7 febbraio.