Sondaggi, l'ennesima brutta figura

L'ennesimo flop dei sondaggi interroga gli addetti ai lavori. L'opinione di Giorgio De Carlo, trevigiano, direttore generale dell’istituto Quaeris: «Sempre più incertezza tra gli elettori, un voto estremamente mobile». E sul risultato amministrativo: «Ormai sappiamo che la politica nazionale non influisce. Altrimenti Ivo Rossi a Padova avrebbe vinto a mani basse…».

Sondaggi, l'ennesima brutta figura

«Il mestiere di prevedere il futuro non è mai facile». Giorgio De Carlo, trevigiano, direttore generale dell’istituto Quaeris non vuole commentare il «flop» di molti colleghi sondaggisti in occasione delle Europee, che fa seguito a quello dello scorso anno. «Certo – prosegue – non sono pentito di essermi preso un anno sabbatico dalla politica italiana, lavorando solo all’estero e per i sindaci. Fare sondaggi, oggi, sulla politica nazionale è difficile, ma presto conto di avere gli strumenti per riuscirci».
Uno dei motivi di questa difficoltà è l’incertezza di molti elettori, che solo all’ultimo momento scelgono per chi votare. L’altro è l’estrema mobilità del voto, fotografata anche dai primi studi sui flussi elettorali in occasione delle Europee di domenica scorsa.

Renzi prosciuga Scelta Civica e "pesca" anche in Forza Italia. Studi dai quali emerge che il Pd di Renzi rispetto allo scorso anno ha prosciugato Scelta Civica, strappandole più di un milione di voti; ha recuperato mezzo milione di consensi dal centrodestra e in particolare da Forza Italia; un milione di voti da elettori 5 stelle tornati all’ovile (300 mila sarebbero invece coloro che hanno fatto il tragitto opposto). «Il fenomeno nuovo, a partire dallo scorso anno – spiega De Carlo – è che gli elettori cambiano massicciamente schieramento. Invece fino a un paio d’anni fa i cambiamenti erano dettati essenzialmente dal fatto che chi era insoddisfatto della sua parte politica se ne stava a casa».

Il successo della Lega e il voto dei comuni. De Carlo offre qualche ulteriore elemento di analisi del voto: «Intanto c’è da dire che il 41 per cento del Pd è come il 26 per cento di Grillo di un anno fa. È una percentuale molto elevata, in parte rifluirà. Renzi ha vinto per merito suo, ma anche per demerito degli altri. Non c’erano molte altre proposte credibili sul tavolo. Guardiamo all’elettorato dei 5 Stelle, è fatto di persone in difficoltà, disoccupati, persone che nutrono rabbia. Renzi invece ha saputo guardare al futuro, ha ridato speranza a molti, tra cui anche al popolo delle partite via del Nordest. Quello che è uscito dal voto però è un Pd meno ideologico, e meno di sinistra». Per il direttore di Quaeris anche la Lega può dirsi vincitrice: «La Lega, anche quando è in difficoltà, riesce sempre a trovare il "nemico giusto". In più Salvini ha saputo essere efficace dal punto di vista comunicativo».
Infine un commento sulle comunali: «La politica nazionale non ha influito minimamente. Altrimenti a Padova Ivo Rossi avrebbe dovuto trionfare... La realtà, lo posso dire perché i sondaggi sui comuni li ho fatti, è che molte situazioni erano evidenti già a gennaio. Le vittorie e le sconfitte a livello locale dipendono dal valore delle singole amministrazioni».

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