10 giugno 1949. Il giorno che Coppi volò "solo al comando"
10 giugno 1949. Il radiocronista Mario Ferretti annuncia: «Un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi». Volando su Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere, realizzerà un'impresa rimasta leggendaria.
Fausto Coppi, il 10 giugno 1949, esattamente 69 anni fa, realizza un’impresa leggendaria, da grande campione di ciclismo.
Il 32° Giro d’Italia prevede la terz’ultima tappa. La partenza è da Cuneo: si corre per 254 chilometri e si arriva a Pinerolo, con cinque colli da scalare e aggredire in picchiata: Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere.
Adolfo Leoni, un velocista, è in maglia rosa con 43 secondi di vantaggio su Coppi.
Fa freddo e piove a sprazzi. Sulle cime c’è neve fresca. Si sale tranquilli verso il Col della Maddalena a 1.996 metri sul livello del mare.
Ad Argentera, a quota 1.690 metri, Bartali fora, Coppi ne approfitta e stacca tutti e, a 192 chilometri dall’arrivo, “vola” in fuga solitaria. Il radiocronista Mario Ferretti annuncia : «Un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi».
Bartali deve fermarsi una seconda volta per un piccolo problema meccanico.
Coppi è lontano ormai. Ma nella discesa verso Barcellonette, fora ben due volte.
La maglia rosa Leoni si ferma per soccorrere Oreste Conte, ferito dopo una caduta, e aspetta l’ammiraglia. Al bivio di Barcellonette, Bartali a 2 minuti mezzo di distacco guida l’inseguimento con dieci uomini.
Alle prime rampe del Vars, a 2.111 metri di quota, Bartali scatta e il solo Volpi riesce a stargli dietro. In discesa salta la catena di Volpi e Bartali resta solo all’inseguimento a 150 chilometri dal traguardo.
Sull’Izoard, Coppi aumenta il vantaggio a 6 minuti e 55 su Bartali.
Sulla discesa del Sestriere, un mazzo di fiori dei tifosi finisce tra le ruote di Bartali e gli inceppa il cambio: il ciclista perde due minuti per riparare la ruota. Coppi fora altre tre volte, ma la sua marcia è di una regolarità impressionante.
All’arrivo Coppi precede Gino Bartali (anche lui alle prese con tre forature e due rotture del cambio) con un vantaggio di 11 minuti e 52 secondi. Quell’anno Fausto Coppi vince il Giro in modo categorico.
Corrado Fasolato