Annunciatelo dai tetti. La storia delle statue sul tetto dell'abbazia di Wilten

L’abate di Wilten Leopold Baumberger è salito sul tetto della chiesa abbaziale, a 30 metri di altezza, per benedire le nuove statue che abbelliscono la balaustra della facciata

Annunciatelo dai tetti. La storia delle statue sul tetto dell'abbazia di Wilten

L’aspersorio danza nell’aria secondo il ritmo consolidato dalla tradizione, mentre tante piccole gocce di acqua santa si mescolano alle nuvole.

“Annunciate il vangelo dai tetti”. Un invito che l’abate di Wilten Leopold Baumberger ha preso sul serio. E così domenica 3 dicembre, 1.a domenica di Avvento, è salito sul tetto della chiesa abbaziale, a 30 metri di altezza, per benedire le nuove statue che abbelliscono la balaustra della facciata.

Nella suggestiva foto pubblicata sulla pagina Fb dell’abbazia, spicca il tricorno rosa cremisi dell’abate Leopold, mentre l’abito e la stola bianchi sono un tutt’uno con il grande complesso scultoreo, che avvolto dalla coltre bianca pare una soffice scultura di neve.

Erano cinque anni che le statue erano state rimosse dalla balaustra della chiesa dell’abbazia austriaca, per essere sostituite da copie. Le originali in legno, infatti, costantemente esposte alle intemperie, con il passare del tempo erano diventate marce ed era necessario provvedere alla loro sostituzione.

Realizzata da Georg Anton Gumpp nel 1716, la facciata barocca della chiesa abbaziale di Wilten, che si trova ai piedi del monte Insel, nei pressi dell’ingresso meridionale della città di Innsbruck, è caratterizzata dalla presenza di grandi statue. Ai lati del portale spiccano le figure di Aimone e Tirso, i due giganti a cui è legata, secondo la leggenda, la fondazione del monastero. Ma quelle non sono le uniche due sculture. C’è anche il monumentale complesso scultoreo a timpano che si innalza verso il cielo, al centro del quale è ritratta la Vergine con il Bambino in braccio, su un tappeto di nuvole sorretto da una schiera di angeli. Ai lati troviamo quattro figure di santi, tra cui quelle di s. Lorenzo – a cui era dedicata la prima chiesa in legno costruita nel 565 – e di s. Stefano.

Secondo un manoscritto dell’inizio del XVIII secolo, conservato negli archivi dell’abbazia, le statue sono state realizzate dal famoso scultore barocco austriaco Nikolaus Moll (1676-1754). Perché porre in cima alla facciata della chiesa un complesso scultoreo tanto imponente? A spiegarlo è la vicedirettrice della Soprintendenza alle belle arti del Tirolo, Gabriele Neumann: le figure, originariamente in legno, erano state pensate per essere viste da lontano e allo stesso tempo per impressionare chi arrivava in chiesa.

Sul finire della Seconda guerra mondiale, una bomba d’aereo colpì pesantemente il monastero, che sorge nei pressi della stazione ferroviaria di Innsbruck. Il tetto della chiesa venne completamente distrutto. Rimase in piedi solo la facciata. Terminata la guerra, si provvide a restituire velocemente una copertura alla chiesa, usando i pochi materiali allora a disposizione. Non certo un lavoro di grande qualità, ma quel che bastava per permettere ai monaci e ai fedeli di tornare a riunirsi a pregare in quel luogo. Successivamente, nel 1967, il monastero venne sottoposto ad un importante restauro e, in quell’occasione, le imponenti figure sul timpano della facciata, sono state ricoperte da sottili lastre di rame, al fine di proteggerle dal vento e dalle intemperie. Con il passare del tempo, però, questo non ha impedito all’acqua di insinuarsi nelle giunture delle lastre e di deteriorare in maniera irrecuperabile l’anima lignea delle statue.

Qualche anno fa, durante una tempesta di föhn, la grata in legno di s. Lorenzo (che è l’emblema del martire vissuto nel III secolo) si è allentata ed è crollata sul prato accanto al monastero. Fortunatamente in quel momento non passava nessuno, ma questo era il segnale inequivocabile che le statue costituivano un pericolo reale e pertanto dovevano essere rimosse.

Si è partiti proprio dalla statua di s. Lorenzo, che è stata sottoposta ad un restauro di prova. Ci si è resi però subito conto che l’anima lignea della statua non poteva più essere salvata. Si è iniziato a cercare, quindi, una soluzione alternativa. Nel 2021, nel gruppo di lavoro istituito dall’abbazia è entrato a far parte lo scultore tirolese Georg Loewit, che aveva già rinnovato, qualche anno prima, le sculture del frontone del monastero cistercense di Stams, e tra queste anche la monumentale statua equestre del principe Mainardo II.

Pensare di fare delle copie in legno, così come erano gli originali, è sembrata da subito una via non praticabile. “Le vecchie anime in legno – spiega l’artista – si erano praticamente sbriciolate sotto le lastre di rame. Non appena si apriva un dettaglio come una mano o una piega di un abito, sotto si trovava solo segatura. L’umidità, penetrando nelle fessure, ha permesso alla muffa di prendere il sopravvento”. Da qui la scelta di Loewit di puntare sull’alluminio, un materiale che ha molti vantaggi e che dovrebbe durare in eterno.

Nel suo progetto Loewit ha coinvolto diversi professionisti. Si è recato in Val Gardena, dove lavorano artisti specializzati nell’intaglio del legno e, nello specifico, di figure del presepe. Negli ultimi anni le figure di Maria e Giuseppe, così come quelle del bue e dell’asinello, non vengono più scolpite a mano, ma vengono programmate al computer e poi fresate nel legno. E così le gigantesche figure del frontone di Wilten sono state sottoposte a scansione in 3D, così da produrre dei modelli in grandezza 1:1. Le figure sono state quindi intagliate in pannelli leggeri di schiuma poliuretanica. A questo punto è entrato in campo Loewit, che ha rielaborato i modelli, perfezionandone i tratti del viso e ricostruendo gli ornamenti e aggiungendo gli attributi mancanti. E così s. Lorenzo e S. Stefano hanno ricevuto nuove palme, simbolo del martirio, mentre s. Norberto tiene nuovamente in mano un ostensorio intatto. I modelli sono stati quindi portati da un fonditore di Montebello, nei pressi di Vicenza, che lavora ancora seguendo l’antico metodo di fusione con la cera. Il gruppo centrale con Maria, il Bambino e gli angeli è alto quasi 7 metri ed è stato fuso in 15 parti distinte. Rinforzato all’interno per motivi strutturali con un’intelaiatura in acciaio, il gruppo centrale pesa oggi 1,3 tonnellate. Le figure dei santi, invece, pesano circa 360 chili ciascuna. Tutte le figure in alluminio sono state rivestite con uno strato di vernice bianca opaca. Nel periodo barocco, infatti, si voleva dare l’impressione che le statue fossero fatte di marmo bianco. Il montaggio sul tetto si è rivelato più complesso del previsto. Prima di issare le statue, infatti, è stato necessario rinforzare la capriata del tetto, riparata alla bene meglio dopo la fine della guerra. Domenica 3 dicembre, l’abate Baumberger, facendo capolino da un abbaino, è salito a 30 metri d’altezza per benedire le nuove statue e per annunciare – letteralmente – dai tetti l’inizio dell’Avvento.

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Fonte: Sir