Festival biblico. Agape, forma più espansiva e sostanziale dell’amore

Festival biblico La 20a edizione è stata inaugurata il 18 aprile a Vicenza. Tra aprile e giugno si sviluppa in dieci città d’Italia, ma le proposte sono lungo tutto l’anno. In Diocesi di Padova, tra provincia e città, si terrà dal 6 al 12 maggio

Festival biblico. Agape, forma più espansiva e sostanziale dell’amore

Timothy Radcliffe, Luciano Manicardi, Ritanna Armeni, Maria Teresa Milano, Giorgio Bonaccorso... sono solo alcuni dei nomi che interverranno all’edizione padovana del Festival biblico, che si svolgerà – tra provincia (Piove di Sacco ed Este) e città – dal 6 al 12 maggio (sulla Difesa del 5 maggio ci saranno alcune pagine dedicate). Giunto al 20° anno, il Festival biblico ha preso il via il 18 aprile a Vicenza, dove è nato, per poi proseguire nel corso dell’anno e concludersi a novembre – il 9 e 10 – con l’iniziativa speciale del Festival Biblico tech. A fare da filo conduttore alla proposta culturale di quest’anno è agape, un tema trasversale a tutte le Sacre Scritture. Un tema potente nella sua essenzialità e quasi radicale per questi tempi: agape, la forma più espansiva dell’amore e allo stesso tempo sostanziale perché suggerisce un modo di abitare il mondo, a livello sociale e civile, rivelandosi nella concretezza delle relazioni della vita di ogni giorno. Nelle Sacre Scritture, agape, termine che in origine significa “trattare con gentilezza” e nel Nuovo Testamento indica “l’amore di Dio e il modo di esistenza che proviene da un tale amore”, è resa visibile e narrata in piena luce nella storia di Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, ma la troviamo disseminata come tesoro prezioso e trama, talvolta nascosta, talaltra rilucente, in molte pagine della Bibbia. Agape rappresenta, quindi, un nucleo generativo e sintetico di tutta la rivelazione biblica e, in uno, dell’esperienza umana nel mondo. «Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio» (1Gv 4,7). Il punto di partenza per la costruzione di un’edizione dedicata ad agape, è la prima lettera di Giovanni: un testo illuminante perché introduce agape in quanto stile, scelta di esistenza e, al contempo, ne riprende l’origine divina. Di fronte al volto violento e bizzarro del mondo che abitiamo, agape indica come solo la carità e l’amore fraterno riescano a far filtrare un poco di luce. In questo senso possiamo riconoscere come l’annuncio biblico di agape non sia per alcuni, ma si offra a tutti, essendo in se stesso gentilezza, accoglienza, spazio per l’altro, comunicazione, dono di sé, apertura e disponibilità: «Se uno dice: “Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello”» (1Gv 4,20-21). Tra aprile e maggio, il Festival coinvolge quest’anno dieci città: fanno il loro ingresso ufficiale nel progetto, infatti, le Diocesi e le città di Alba, Catania e Genova, che vanno, quindi, ad aggiungersi a Vicenza, Verona, Padova, Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso e Chioggia. Il Festival Biblico diventa, quindi, a tutti gli effetti un vero e proprio festival a rete che coinvolge differenti territori a livello nazionale.

Spettacolo con la compagnia Teatrocarcere

Tra gli appuntamenti del Festival biblico a Padova c’è anche lo spettacolo “Nel segno di Giona” a cura di Teatrocarcere Due Palazzi con la regia di Maria Cinzia Zanellato. Viene portato in scena mercoledì 8 e giovedì 9 maggio alle 12.30 presso la casa circondariale di Padova. Dopo lo spettacolo è previsto un intervento dal titolo “Per un umanesimo della giustizia” con Umberto Curi e fratel Emiliano Biadene.

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