"Dio? In fondo a destra" Perché i populismi sfruttano il cristianesimo. Il libro del vaticanista Iacopo Scaramuzzi

Cosa c’è dietro l’uso della fede da parte della destra? Un libro-inchiesta di Iacopo Scaramuzzi

Viktor Orbán, Matteo Salvini, Vladimir Putin, Jair Bolsonaro: l’internazionale della destra usa rosari, Dio nella Costituzione e «l’eterno riposo» in tv per accreditarsi come difensori del cristianesimo

"Dio? In fondo a destra" Perché i populismi sfruttano il cristianesimo. Il libro del vaticanista Iacopo Scaramuzzi

Roma, Washington, Mosca, Budapest, Brasilia, Parigi. Unendo i puntini di questa mappa si individua il percorso che i partiti di destra stanno portando avanti: puntellare la propria prospettiva ideologica, fatta di posizioni «contro» (l’islam, i migranti, la modernità), con un uso aberrante del cristianesimo. È quello che Jean-Claude Hollerich, cardinale del Lussemburgo e capo dei vescovi europei, bolla come «nazional-cattolicesimo». Un virus – non solo cattolico – che di qua e di là dell’Atlantico infetta la politica strumentalizzando la fede per accrescere il proprio prestigio e darsi un’area da difensor fidei nel mondo contemporaneo.

È questo il cuore del libro Iacopo Scaramuzzi Dio? In fondo a destra. Perché i populismi sfruttano il cristianesimo (Editrice missionaria italiana, pp. 144, euro 7,99 in Ebook, disponibile in libreria nelle prossime settimane). Il testo ha la prefazione di Gad Lerner, giornalista e conduttore televisivo.

Iacopo Scaramuzzi, vaticanista di lungo corso, ha indagato Paese per Paese le multiformi sfaccettature di questa strumentalizzazione politica della fede da parte di diversi esponenti di destra. E vi ha trovato alcuni elementi comuni: anzitutto, la lontananza dei protagonisti da un’esperienza di fede «normale» e comunitariamente assodata; inoltre, la presenza di alcuni «guru» culturali che hanno ispirato le svolte religiose dei leader politici: Aleksandr Dugin per Putin, Steve Bannon per Trump, Lorenzo Fontana per Matteo Salvini, Edir Macedo per Jair Bolsonaro, …

Infine, tutte queste vicende di un cristianesimo sovranista non sono guidate da «un grande vecchio» che manovra come pedine i vari politici destrorsi. Questi ultimi hanno invece fiutato l’aria della situazione attuale: di fronte alla crisi economica che ha spaventato la gente, di qua e di là dell’Atlantico, la soluzione identitaria, sovranista e tradizionalista incarnata dai leader sopra citati ha avuto la meglio nel rispondere alle angosce delle popolazioni. E di fronte al vuoto ideologico di un liberismo che presenta la sua faccia peggiore nelle politiche economiche turbo-capitaliste, gli esponenti della destra mondiale hanno cercato nei simboli e nei temi religiosi una patina di rispettabilità e di assonanza con il sentire comune. Certifica Scaramuzzi: «Non vi è dunque alcune comune ispiratore occulto, non c’è un burattinaio che tira le fila dall’Europa all’Asia alle Americhe. É lo spirito del tempo, la conseguenza del collasso della globalizzazione, l’onda lunga di una crisi economica epocale. Ma … l’uso di Madonne, presepi e crocifissi non è neppure completamente spontaneo».

In queste pagine, intessute di interviste con esperti dei vari paesi e suffragate da autorevoli studi, Scaramuzzi ci conduce nel cuore di questa strategia: fa i nomi di chi manipola la religione, ricostruisce genealogie intellettuali, svela connessioni ideologiche. Salvini in Italia, Trump negli Stati Uniti, Putin in Russia, Orbán in Ungheria, Bolsonaro in Brasile, i Le Pen in Francia: l’onda della destra si allarga nel mondo – senza dimenticare l’India di Narendra Modi, come evidenzia Gad Lerner nell’acuta prefazione - anche grazie all’abuso della fede cristiana.

Di fronte a tutto questo che fa la chiesa cattolica? Scaramuzzi individua nell’orizzonte pastorale di papa Francesco il vero antidoto al cristianesimo sovranista: «Francesco non sottovaluta i populismi, non li demonizza, non li snobba. Ha la capacità di vedere i conflitti che ci sono dietro, l’emotività che li sostanzia, sa distinguere buone domande e cattive risposte. È tutto il magistero di Francesco ad essere agli antipodi dei nuovi sovranismi. Se i populismi si affannano a mettere il cappello sulla devozione popolare, il romano pontefice ricorda chi ne ha il copyright».

L’AUTORE

Iacopo Scaramuzzi (1976, Roma) è giornalista. Ha vissuto negli Stati Uniti, in Germania e a Bruxelles. Lavora per l’agenzia Askanews. Collabora con La Stampa, Jesus, Famiglia Cristiana, Gli asini. Si è occupato di questioni internazionali e politica italiana; da diversi anni scrive di vicende vaticane. È autore di Tango vaticano. La Chiesa al tempo di Francesco (Edizioni dell’Asino, 2015). Suoi interventi sono presenti in Il nuovo mondo di Francesco (Marsilio, 2018, a cura di A. Spadaro), e in Essere Mediterranei (Ancora, 2020, a cura di A. Spadaro).

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Fonte: Comunicato stampa