I panni della fame. Le “catechesi su tela”, testimonianza della storia della pietà medievale

Facili da installare e di grande effetto scenografico, i teli quaresimali si andarono diffondendo, a partire dal Quattrocento, in molti Paesi europei.

I panni della fame. Le “catechesi su tela”, testimonianza della storia della pietà medievale

Quella di coprire in Quaresima pale d’altare, crocifissi e reliquie è una tradizione assai antica, che risale attorno all’anno 1000.

Appesi tra l’altare e l’aula, dove trovavano posto i fedeli, i primi teli quaresimali erano probabilmente viola, il colore liturgico della Quaresima. Il loro compito era quello di impedire ai fedeli – che avevano “fame” o “languore” per l’Eucaristia (da qui il termine tedesco ‘Hungertuch’, panno della fame) – di vedere durante la Quaresima l’altare maggiore e il tabernacolo, dove è custodito il Santissimo Sacramento. Al digiuno fisico si aggiungeva così il digiuno eucaristico.

Col passare del tempo, questi teli cominciarono ad essere ricamati o dipinti con motivi della storia della salvezza. Venivano realizzati nei conventi, dove innumerevoli ore di lavoro e preghiera unite ad ago e filo, oltre che a colori e pennelli, davano vita a delle vere e proprie Bibbie illustrate, attraverso le quali i fedeli – spesso analfabeti – venivano accompagnati attraverso un percorso di catechesi per immagini fino alla Pasqua.

Facili da installare e di grande effetto scenografico, i teli quaresimali si andarono diffondendo, a partire dal Quattrocento, in molti Paesi europei. Solo alcune, però, di queste “catechesi su tela”, testimonianza della storia della pietà medievale, sono sopravvissute fino ai giorni nostri in Germania, Austria, Italia e Svizzera.

Zittau è una cittadina dell’Oberlausitz (Alta Lusazia), che conta all’incirca 29mila abitanti, e che si trova nel triangolo di confine tra Germania, Repubblica Ceca e Polonia. Qui, nel 1472, il mercante di spezie e cereali Jakob Gürtler, decise di commissionare la realizzazione di uno di questi teli. A creare quello che, ad oggi, è uno dei più antichi e grandi teli quaresimali esistente al mondo – è largo infatti 6,80 metri, alto 8,20 metri ed ha una superficie totale di 58 metri quadrati – fu un maestro di cui non conosciamo il nome. Diviso come una scacchiera in dieci righe con nove riquadri ciascuno, presenta 90 scene tratte dalla Bibbia, dalla creazione del mondo al giudizio universale. 45 immagini si riferiscono all’Antico Testamento e 39 raccontano episodi del Nuovo Testamento. Sei sono, infine, le scene tratte dagli Apocrifi e raccontano storie mariane. Come da tradizione, sul telo è possibile trovare anche il mecenate che l’ha finanziato. Gürtler si fece, infatti, raffigurare sul bordo inferiore sinistro, davanti ad un tavolo con un sacchetto di spezie e un paio di bilance in mano.

Il Grande telo quaresimale di Zittau, di cui si festeggia quest’anno il 550.mo anniversario, ha una storia a dir poco avventurosa. La si può scoprire sulla pagina Fb dedicata ai “Zittauer Fastentücher”. Dal 1472 al 1672 ha coperto ogni anno – dal Mercoledì delle ceneri al Sabato santo il coro della chiesa di S. Giovanni, la chiesa principale di Zittau, sopravvivendo indenne anche alla riforma luterana (Lutero aveva bandito queste opere dalle chiese, considerandole espressione della “giocoleria papale”). Dopo il suo ultimo utilizzo, venne spostato in una stanza dell’ex convento francescano. Successivamente, con la creazione della biblioteca civica, scomparve dietro agli scaffali e venne dimenticato. Quando, il 23 luglio del 1757 un violento incendio distrusse a Zittau l’80% degli edifici compresa la chiesa di S. Giovanni, il convento – e con esso il telo quaresimale – furono miracolosamente risparmiati dalle fiamme. Riscoperto per caso nel 1840, il telo fece grande scalpore. Il re sassone Giovanni lo chiese in prestito per il museo della Società Reale Sassone di Antichità, che aveva la sua sede a Dresda. Lì, per 34 anni, il telo venne considerato come uno spettacolo fuori dal comune. Riportato a Zittau nel 1876 ed esposto solo in occasioni speciali, venne mostrato intatto per l’ultima volta nel 1933, nella chiesa della Santa Croce, in occasione del millesimo anniversario dell’Alta Lusazia. Sei anni più tardi scoppiò la seconda guerra mondiale. Nel febbraio 1945, il telo venne messo al sicuro in una cantina delle rovine del castello sul monte Oybin. Nel maggio di quell’anno venne scoperto dai soldati russi, che lo fecero a pezzi e lo usarono per coprire una sauna di fortuna, costruita nel bosco. Quando si ritirarono lasciarono il telo in brandelli, calpestato e sporco al punto che in molte parti il dipinto era sbiadito e le scene bibliche irriconoscibili. Ritrovato da un anziano del posto, venne restituito al museo di Zittau. Per diversi anni, sul grande telo quaresimale di Zittau calò il silenzio. Nel 1993, grazie ad una serie di circostanze fortunate, il museo si mise in contatto con i laboratori di restauro tessile della fondazione svizzera Abegg. Riconosciuta la grande importanza del telo, gli studiosi della fondazione accettarono di restaurarlo gratuitamente. Dal 1999 il Grande telo quaresimale di Zittau è in esposizione permanente nel museo della chiesa della S. Croce, conservato nella più grande vetrina museale al mondo.

Quello commissionato da Gürtler non è l’unico telo quaresimale conservato a Zittau. Ce n’è anche uno “Piccolo” che, realizzato nel 1573, tanto piccolo poi non è, visto che misura 3,40×4,15 metri. Al centro si può ammirare una monumentale raffigurazione della crocifissione di Gesù. Maria, Giovanni e Maria Maddalena inginocchiati ai piedi della croce guardano Cristo morente. Un angelo si libra intorno a Gesù e raccoglie in un calice il sangue che scorre dalla ferita del costato. Nell’angolo in basso a sinistra un teschio e le ossa delle gambe simboleggiano Adamo, con cui il peccato è entrato nel mondo, e il ramo che germoglia da un ceppo d’albero morto simboleggia la speranza. Gli eventi sono incorniciati da una trentina di “Arma Christi”, i simboli della Passione di Gesù: il sudario della Veronica, che raffigura la vera ‘ikon’, immagine di Gesù, la brocca d’acqua e il catino in cui Ponzio Pilato si lavò le mani, la corona di spine, la veste di Gesù con i dadi, i chiodi, e altro. La parte inferiore della cornice simboleggia la discesa di Cristo agli inferi. Il telo, dopo essere stato restaurato, è dal 2005 in esposizione permanente in una teca ospitata nel Museo di storia culturale del convento dei francescani.

Per il giubileo del Grande telo quaresimale di Zittau sono in mostra quest’anno nella cittadina della Sassonia diverse teli quaresimali (data la loro fragilità, si tratta in realtà di copie), provenienti da varie parti d’Europa, tra cui anche quello della chiesa di S. Giacomo in val Gardena. Nati per raccontare la storia della salvezza a chi non sapeva leggere e scrivere, offrono oggi, alla nostra che è la società delle immagini, una singolare quanto attuale catechesi quaresimale.

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Fonte: Sir