Sand Nativity: un presepe di sabbia nella culla della cristianità

Fervono i lavori in piazza San Pietro per ultimare "Sand Nativity", il presepe di sabbia dono del comune di Jesolo a Papa Francesco, che lo visiterà il 31 dicembre dopo il Te Deum. È la prima volta che, nella culla della cristianità, viene allestito un presepe con tale materiale. Il 7 dicembre l'inaugurazione e l'apertura al pubblico, fino al 13 gennaio.

Sand Nativity: un presepe di sabbia nella culla della cristianità

È un presepe insolito, realizzato non nella forma tradizionale. Prende vita dalla sabbia dorata delle Dolomiti per la straordinaria capacità artistica ed espressiva di 4 scultori selezionati dal Comune di Jesolo in 16 anni tra i migliori, provenienti da tutto il mondo. Si chiama “Sand Nativity”, il progetto che romani e turisti potranno ammirare, quest’anno, in piazza San Pietro, in questi giorni trasformata in un cantiere aperto molto speciale, proprio al centro del colonnato del Bernini. È il dono a Papa Francesco del Comune di Jesolo – che dal 2002 realizza il suo presepe di sabbia, con un sempre crescente riscontro di pubblico – e del Patriarcato di Venezia per il Natale 2018. E il visitatore più atteso – per questa “prima volta” assoluta in Vaticano – è proprio il “padrone di casa”, che il 31 dicembre, dopo il tradizionale “Te Deum” del pomeriggio nella basilica vaticana, si recherà ad ammirarlo.

Piramide di sabbia. “Sand Nativity” è un presepe monumentale di 16 metri di larghezza per 5 di altezza e 6 di profondità. Modellato con circa 700 tonnellate, è composto di sabbia jesolana originaria delle Dolomiti. La prima fase del presepe è stata una piramide di sabbia, innalzata il 17 novembre in piazza San Pietro, dopo la formazione dei cassettoni nei quali la sabbia è stata pressata. Montata la copertura, cioè la struttura di protezione, la fase della scolpitura è iniziata il 21 novembre e prosegue alacremente in questi giorni, mentre le ultime 48 ore – 5 e 6 dicembre – sono riservate alle finiture. Il 7 dicembre lo svelamento dell’opera e l’inaugurazione; dopo, la Natività di sabbia, insieme all’albero di Natale che quest’anno viene dalla provincia di Pordenone, saranno visibili a turisti e pellegrini. A mezzogiorno, il Santo Padre riceverà in Udienza ufficiale le due delegazioni delle comunità che hanno donato l’albero: la diocesi di Concordia-Pordenone; la Regione Friuli Venezia Giulia; e quanti hanno lavorato dal Patriarcato di Venezia (Comune di Jesolo, Veneto) alla realizzazione del presepe di “Sand Nativity”. Nel pomeriggio, alle 16.30, avrà luogo la cerimonia ufficiale in cui sarà inaugurato il presepe e sarà attivata l’illuminazione dell’albero. Il 13 gennaio, domenica del Battesimo del Signore, data ufficiale in cui si chiude il periodo natalizio, inizierà lo smontaggio: il presepe ritornerà sabbia, e l’albero verrà affidato ad una ditta specializzata per il riutilizzo solidale del materiale legnoso.

L’angelo, la natività, i pastori e i Re Magi. Quattro gli scultori, di fama internazionale, che stanno realizzando il presepe di sabbia: Richard Varano (Usa), Ilya Filimontsev (Russia), Susanne Ruseler (Olanda), e Rodovan Ziuny (Repubblica Ceca). Il russo Ilya Filimontstev ha iniziato con l’Angelo per poi proseguire con la natività. L’olandese Susanne Ruseler ha il compito di dare forma ai pastori, mentre Radovan Zivny, della Repubblica Ceca, sta modellando i Re Magi, figure che una volta ultimate saranno alte poco più di due metri. Richard Varano è direttore artistico del team “Sultans of sand”, che vanta 11 titoli mondiali conquistati nell’ambito di eventi del Campionato degli scultori della sabbia. Ad oggi l’unico continente dove non ha ancora scolpito è l’Antartide.

Solo sabbia. “Sedici anni fa siamo partiti con un piccolo presepe – racconta Massimo Ambrosin, responsabile del progetto ‘Sand Nativity’ per il Comune di Jesolo – che nel corso degli anni è cresciuto, e lo scorso anno ha attirato più di centomila persone nell’arco dei due mesi di apertura”. “Cercheremo di fare qualcosa di originale per non deludere le aspettative”, aggiunge a proposito del debutto del presepe nella culla della cristianità. Come fa la sabbia a diventare marmo da scolpire? “Non ci sono additivi, non aggiungiamo nulla”, spiega Ambrosin: “È solo sabbia, che dev’essere particolarmente adatta per queste sculture, come quella dolomitica, che c’è in spiaggia a Jesolo, e acqua. Il segreto sta nella compattazione meccanica: sabbia e acqua vengono fortemente compattate all’interno di cassoni in legno con compattatori meccanici. Una volta tolto il legno si ottiene un blocco solido e compatto pronto per essere scolpito”. “ Sand Nativity è un presepe monumentale che ti sorprende soprattutto per la sua forte intensità espressiva, ma anche per la ricchezza dei dettagli e per un senso antico della prospettiva che dà profondità al bassorilievo”, racconta Giampaolo Rossi, che nel 2002 era tra gli amministratori che ne hanno voluto la nascita. Da inizio 2018, è on line il nuovo sito, curato da Daniele Marcassa, per accompagnare il percorso dello speciale presepe verso piazza San Pietro, continuamente aggiornato anche grazie alla galleria fotografica. Nelle sue sedici edizioni, “Sand Nativity” ha totalizzato più di un milione di visitatori, totalizzando 670mila euro devoluti interamente in beneficenza.

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Fonte: Sir