Ue: scandalo corruzione. Mons. Crociata, “giustizia faccia il suo corso” ma disonesto “servirsi di questo episodio per delegittimare Europa”

“Non bisogna fare di ogni erba un fascio, delegittimare approssimativamente e con superficialità tutti. Il qualunquismo non porta da nessuna parte e non serve. Siano invece rinforzati il credito e la stima verso coloro che lavorano bene perché lo facciano sempre meglio. Che sia quindi un’occasione per crescere e non un’occasione per delegittimare le istituzioni e il cammino comune di cui abbiamo bisogno. Non si può andare avanti nella nostra Europa senza Unione europea. Servirsi di questo episodio per delegittimare l’Ue è disonesto. È una strumentalizzazione”.

Ue: scandalo corruzione. Mons. Crociata, “giustizia faccia il suo corso” ma disonesto “servirsi di questo episodio per delegittimare Europa”

Lo ha detto al Sir mons. Mariano Crociata, delegato della Cei e vice presidente della Comece, parlando dello scandalo sulle presunte mazzette del Qatar ad alcuni esponenti del Parlamento europeo. Della questione – precisa subito mons. Crociata – non se ne è parlato questa mattina all’udienza dei vescovi Ue con il Papa e nemmeno è stato oggetto di confronto tra vescovi. Il vescovo italiano tiene anche a premettere che la vicenda è ancora “sotto il cammino della giustizia e quindi vale la presunzione di innocenza fino a quando tutte le indagini e i percorsi giuridici non sono stati fatti”. Ma poi aggiunge: “Il problema più grave della vita pubblica è la qualità morale delle persone. Non si può separare la politica come tecnica di elaborazione delle decisioni democratiche dalla qualità morale delle persone. Si tratta, per quanto possibile, di vigilare, essere attenti”. “Altra cosa che mi permetto di dire con molto rammarico – aggiunge il vescovo – è la prevalenza degli italiani coinvolti, se le mie informazioni sono giuste. E questo ci deve interrogare. Questa vicenda allontana ancora di più le persone dalle istituzioni ma le persone che utilizzano le istituzioni per scopi privati e corruttivi, sono espressione della nostra società. Sono cittadini come noi. Ci deve pertanto essere una presa di coscienza collettiva, insieme al perseguimento rigoroso della giustizia perché faccia il suo corso e condanni chi deve essere condannato”.

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Fonte: Sir