12 aprile. Elevazione musicale in Cattedrale. Protagonisti Johann Sebastian Bach e il card François-Xavier Nguyên Van Thuán

I corali delle Passioni di Johann Sebastian Bach e le riflessioni del cardinale François-Xavier Nguyên Van Thuán per arricchire spiritualmente il percorso di preparazione alla Pasqua. È la proposta dalla Cappella musicale della cattedrale che, nel quinto venerdì di quaresima, il 12 aprile, offre in duomo, alle 20.45, un'elevazione musicale in forma di Via Crucis.  

12 aprile. Elevazione musicale in Cattedrale. Protagonisti Johann Sebastian Bach e il card François-Xavier Nguyên Van Thuán

I cantori, diretti da Alessio Randon e accompagnati all'organo da Alessandro Perin, si uniranno alla preghiera conferendo alla meditazione sui dolori del Signore la veste musicale che il genio di Bach intuì e compose per questi inni religiosi della tradizione della Riforma: «Essi, carichi di tutto il pathos tipico dell’epoca in cui la chiesa luterana convocava i fedeli alle Passioni cantate, saranno un’autentica elevazione musicale al mistero di Cristo crocifisso per la salvezza del mondo», spiega don Gianandrea Di Donna, direttore dell'ufficio diocesano per la liturgia.

I corali erano pensati proprio per favorire la partecipazione dell'assemblea a queste grandiose rievocazioni, poiché erano basati su melodie semplici e fluenti, ripetute a ogni strofa, che ne facilitavano la memorizzazione. Lo stesso Martin Lutero scrisse di suo pugno molti dei loro testi, nella lingua parlata, in rima, arricchendoli di afflato spirituale e della sua visione della Redenzione.

A ogni stazione verranno lette brevi meditazioni del cardinale vietnamita Van Thuán (1928-2002), di cui è quasi concluso il processo di beatificazione. Il porporato, che fu presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, è noto per aver trascorso, appena nominato vescovo coadiutore di Saigon, 13 anni in isolamento carcerario, sottoposto a persecuzioni e torture.

«Di fatto scomparve, tanto che molti lo credettero morto – ricorda don Di Donna – In prigione celebrava ogni giorno la messa con tre gocce di vino e una di acqua poste nel cavo della mano e con il pane che riusciva, attraverso una santa furbizia, a far distribuire anche ai detenuti; creava relazioni spirituali con i carcerieri che venivano continuamente sostituiti perché non si convertissero a Dio. Convinse però uno di essi a intagliargli una piccola croce di legno che indossò per tutta la vita».

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