Accoglienza profughi ucraini. Porte aperte a Ospedaletto Euganeo e a Legnaro

L’Italia ha spalancato le porte agli ucraini che fuggono dalla loro patria e dalle violenze dell’esercito russo. Anche molte parrocchie della Diocesi di Padova, seguendo le indicazioni della Caritas diocesana e della Prefettura, stanno facendo lo stesso o si preparano a farlo.

Accoglienza profughi ucraini. Porte aperte a Ospedaletto Euganeo e a Legnaro

Tra queste c’è Ospedaletto Euganeo, che dallo scorso 13 marzo accoglie, nella vecchia canonica, otto profughi di Odessa di due distinti nuclei familiari. Tra loro in totale due mamme, due nonni anziani e quattro bambini. Spiega Lorenzo Delaiti, referente Caritas di Ospedaletto Euganeo: «La Diocesi ha chiesto alle parrocchie di mettere a disposizione dei locali per le accoglienze, da gestire tramite le cooperative dei territori, in questo caso la cooperativa Solidalia di Vigonza. In pochi giorni abbiamo allestito l’appartamento del vecchio parroco, tre camere da letto, una sala da pranzo e una cucina, con i mobili e i letti».

Anche la comunità si è dimostrata disponibile: «Due signore di nazionalità ucraina, che vivono qui a Ospedaletto Euganeo, si sono rese disponibili ad aiutare i profughi nelle incombenze e nel fare la spesa. I ragazzini, intanto, sono già stati inseriti nei contesti ludici: i maschi nella squadra di calcio e le bambine nella ginnastica».

Un’esperienza simile sarà presto vissuta anche a Legnaro. Racconta il parroco, don Daniele Prosdocimo: «Ci siamo interrogati come consiglio pastorale su questa emergenza e ci siamo trovati d’accordo nell’offrire ospitalità. La nostra parrocchia ha infatti la proprietà di casa del Buon Samaritano, dove è già in corso un’esperienza con quattro giovani».

L’accoglienza è gestita dalla cooperativa Gruppo R, che già nella casa citata ha ospitato persone africane. Saranno sei gli ucraini ospiti a Legnaro: «Ci sarà il coinvolgimento di tutta la comunità. Casa del Buon Samaritano è infatti una casa di carità e di apertura grazie alla fondazione Franco Focherini. La presenza nella casa di alcuni giovani contribuisce all’altro aspetto caritativo, cioè l’educazione delle nuove generazioni al donarsi e al prendersi a cuore chi è in difficoltà».

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