Annuncio del giorno di Pasqua. Il Signore del tempo e della storia sfoglia le nostre agende

Annuncio del giorno di Pasqua. La Chiesa canta la straordinarietà assoluta di ogni istante della vita dell’uomo, da quando in una frattura del tempo delle cose che muoiono, si è manifestato il “grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte”.

Annuncio del giorno di Pasqua. Il Signore del tempo e della storia sfoglia le nostre agende

L’anno liturgico, cuore degli incontri di “Gennaio alla liturgia 2023”, è “la gloria del Signore”. Lo sa bene chi ha avuto la grande, la commovente fortuna di ascoltare, durante una messa dell’Epifania, il canto dell’Annuncio del giorno della Pasqua. Il Noveritis è una reliquia rituale che rinvia a quando, nell’epoca dei Padri della Chiesa, il patriarca di Alessandria d’Egitto, ricco di astronomi cui affidare lo studio di solstizi ed equinozi, scriveva le cosiddette “lettere
festali”, con le quali comunicava ai fratelli la data in cui la scienza riconosceva che sarebbe caduta la Pasqua. La Chiesa canta il suo non poter fare a meno di cantare, la straordinarietà assoluta di ogni istante della vita dell’uomo, da quando, in una frattura del tempo delle cose che muoiono, si è manifestato il “grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte”. La Pasqua non dà tregua al cuore dei credenti – quell’estasi in cui l’umanità ha potuto toccare Dio, fino all’estremo dell’intimità dell’amore: il Golgota, il sepolcro spalancato, il giardino. Se è vero che da allora l’uomo non cammina dall’inizio alla fine, ma dalla fine all’inizio, se davanti a lui non c’è più l’approdo inevitabile della morte, il suo tempo è ormai festa. «La gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino
al suo ritorno», esulta la Chiesa e chiede perdono dei momenti in cui, distratti da malumori passeggeri, stroncati dalle nostre tragedie, dimentichiamo la Pasqua, che è in ogni attimo e dentro ogni forma. Che sgorga dal vario e dal molteplice. «Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il...». E qui il cantore inserisce un numero e un mese, e il suono di questo prosaico dato è tutt’uno con il mistero. Sono le nostre agende sfogliate dalle dita del “Signore del tempo e della storia”, quelle che toccano gli occhi dei ciechi e li riempiono di luce, che afferrano la mano dei morti e li riportano nel giardino tra i fiori.

Anna Valerio

Cristo, re dei cieli e vero agricoltore...

«Cristo, re dei cieli e vero agricoltore, venendo verso l’umanità, devastata dal peccato, prese un corpo umano, e, portando la croce come strumento di lavoro, dissodò l’anima arida e incolta. La lavorò così col legno della croce e piantò in lei il giardino amenissimo dello Spirito. Esso produce ogni genere di frutti soavi e squisiti per Dio, che ne è il padrone». (San Macario)

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