Armida Barelli. Una “sorella maggiore” per i giovani di ogni epoca
Armida Barelli. Nata nel 1882 a Milano, fu chiamata da Benedetto XV a dare vita alla Gioventù femminile di Azione cattolica. Insieme ad Agostino Gemelli, poi, fondò l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Verrà beatificata il 30 aprile a Milano. Due giovani donne la raccontano
«Carissimo e carissima giovane, anche se può sembrare strano vorrei scriverti una lettera. (...) Giustamente potresti chiederti: ma cosa mi può scrivere o dire una così, che per di più ha lo strano nome di Armida? Eppure io vorrei provare lo stesso a mandarti questa lettera, perché la passione e i sogni che hanno guidato tutta la mia vita credo possano essere anche i tuoi». Inizia così la lettera immaginaria che Armida Barelli – nata a Milano il 1° dicembre 1882 – scrive alle giovani e ai giovani di ogni tempo nel libriccino edito da Ave, a cura di Barbara Pandolfi, Vivi una vita piena. Armida Barelli scrive ai giovani. Un libro che è stato anche il nostro primo, appassionante passo nella vita di Armida. Il suo non è un nome noto, di quelli che si sentono citare spesso; eppure quello che ha dato alla storia italiana, alla Chiesa e all’Azione cattolica è un dono enorme, frutto di una fede radicata e di sogni grandi. Sono proprio i sogni che aprono e chiudono la rubrica social a misura di giovane e giovanissimo nata dalla collaborazione tra l’Ac di Padova e l’Ac di Vicenza, per conoscere questa donna straordinaria nell’attesa della sua beatificazione, il 30 aprile nel Duomo di Milano: otto parole, una alla settimana, che raccontano qualcosa di Armida e intrecciano i suoi passi con quelli di chi legge; perché la vita di un testimone dà frutto nel momento in cui incontra la vita di qualcun altro che, meravigliato o incuriosito, si mette in cammino.
Il sogno di Armida – che diede vita, su richiesta di papa Benedetto XV, alla Gioventù femminile di Azione cattolica e fu co-fondatrice dell’Università cattolica del Sacro Cuore insieme ad Agostino Gemelli – era vivere una vita piena, e così sarà, con tutti i dubbi e le fatiche che ogni ricerca autentica comporta. Anche noi condividiamo questo sogno e forse anche chi ci legge: ma, ancora di più, da responsabili diocesane dei giovani di Azione cattolica, vorremmo che ciascuno, e in particolare ogni giovane, potesse riconoscersi in un sogno così, che cerca la felicità nell’amore e nell’impegno. In fondo, tutti abbiamo bisogno di sognare, perché solo dalla capacità di immaginare quello che potrebbe essere, e non è ancora, spuntano orizzonti che aprono la vita e non la chiudono nel rassegnato «è così, è sempre stato così e continuerà a essere così».
Conoscere Armida significa aprire il cassetto dei sogni e scegliere, con coraggio, per chi o per che cosa vale la pena di vivere. Ripercorrere i passi di questa “sorella maggiore” – «figura cruciale del cattolicesimo italiano contemporaneo, è stata fondamentale nel proporre una nuova visione della donna, nella Chiesa e nella società» come scrive Ernesto Preziosi, vice postulatore della causa di beatificazione – è allora l’occasione in cui guardare ai propri passi, distanti nell’epoca ma vicini nei sentimenti: scoprire nella vita di Armida la crisi e la faticosa ricerca della sua strada, al di là dei condizionamenti familiari e sociali, incoraggia. Pensiamo ai giovanissimi e a quanti si preparano alla maturità e si chiedono che cosa faranno dopo; ai giovani universitari disorientati di fronte al mondo del lavoro; a chi lavora già ma, insoddisfatto, desidererebbe altro. Crisi e ricerca sono anche, più profondamente, le sostanze nutritive di ogni discernimento vocazionale, che non può limitarsi a un’occupazione o a una professione, ma coinvolge l’intera persona nella dimensione affettiva e spirituale: anche qui la testimonianza di Armida è potente, perché presenta tante vocazioni quanta è la creatività delle donne e delle persone, affinché la vita di ognuno sia piena, in ogni ambito: sociale, culturale ed ecclesiale.
Di certo, in un tempo in cui per la donna la possibilità di scelta era tra il matrimonio e il convento, la vocazione di Armida di consacrarsi a Dio restando immersa nel mondo è dirompente. La fede maturata grazie all’incontro di amici luminosi e la scoperta della Chiesa come casa di tutti, unite agli incontri di formazione per la Gioventù femminile dell’Ac, alle pedalate per raggiungere le parrocchie lontane e allo studio intenso, fanno della sua vita un dono d’amore a cui guardare con ammirazione e gratitudine. Viene spontaneo domandarsi oggi come teniamo insieme tutto questo, se ci riusciamo: essere nel mondo, raggiunti ininterrottamente da notizie e accadimenti, e, contemporaneamente, essere cristiani, coltivando una fede che crede nella resurrezione e servendo la Chiesa in tanti modi. Chi ce lo fa fare, potrebbe chiedere qualcuno, soprattutto quando a dominare è l’ideologia dello sforzo minimo, dell’auto-centrismo, del valore deciso dal denaro. A farcelo fare, potremmo dire con Armida, è quel Qualcuno che ci ama immensamente; e poi, è la forza dell’associazione. Sentire, cioè, che non si è soli in tutto questo, nella sfida quotidiana, ecclesiale, sociale; che siamo sostenuti e che sosteniamo, che pensiamo, facciamo e siamo insieme. Solo così, crediamo, anche la Politica con la P maiuscola non rimane una bella idea nell’aria, ma si incarna nel servizio piccolo e grande, si fa storia in chi partecipa e aderisce, in chi si prende cura; la Politica ha i panni di chi, alla fine dei conti, non ha paura della parola responsabilità. Armida è eredità di tutti, delle donne e degli uomini di buona volontà che si impegnano e amano senza posa nel territorio, in parrocchia, a scuola, al lavoro, in famiglia...
Sofia Livieri e Silvia Marin
Vicepresidenti Giovani Azione Cattolica delle Diocesi di Padova e Vicenza
Tante pagine per conoscere la storia di Armida, detta Ida
Su Armida Barelli sono usciti ultimamente numerosi volumi tra cui una raccolta di lettere alla “sorella maggiore” dalle Diocesi italiane degli anni 1918-21, a cura Ernesto Preziosi, il vice postulatore (per i tipi di Vita e pensiero). La giornalista Tiziana Ferrario ha curato una graphic novel su Armida, illustrata da Pia Valentinis e Giancarlo Ascari (edizioni Franco Cosimo Panini).
Percorso social
È cominciato il 15 marzo il percorso social voluto dall’Ac di Padova e di Vicenza, rivolto a giovani e giovanissimi, per
conoscere Armida. Ogni martedì è stata proposta una “chiave” della sua esperienza di donna libera, indipendente e coraggiosa: grandi sogni, crisi e ricerca, gioventù femminile, fede e Chiesa, politica con la p maiuscola... Per ogni “chiave” è stato proposto a giovani e giovanissimi di reagire e di continuare con il proprio contributo la storia iniziata da Armida. Il percorso social è stato accompagnato dalle immagine delle graphic novel curata da Tiziana Ferrario. Per approfondire la ricchissima storia di Armida, una storia senza tempo, si possono visitare i siti acpadova.it e acvicenza.it