Arsego. In cammino con “Simbolo”

Arsego Una decina di giovani sta camminando nel percorso di riscoperta della propria fede promosso dalla Pastorale dei giovani. Sono accompagnati dal parroco e da due adulti

Arsego. In cammino con “Simbolo”

Da poco più di un anno una decina di giovani di Arsego – tra 22 e 28 anni – sta camminando nel percorso “Simbolo”, la proposta che la Pastorale dei giovani rivolge a tutti i maggiorenni della Chiesa di Padova. Accompagnati dal parroco, don Massimo Facchin, e da due adulti, Cristiana Virgis e Stefano Torresin, hanno incontrato domenica scorsa don Paolo Zaramella, il coordinatore dell’ufficio diocesano. «Ci sono diversi giovani – racconta don Paolo Zaramella – che, singolarmente, stanno facendo un cammino di riscoperta della fede in vista della professione di fede che viviamo ogni anno nella veglia dei giovani in Cattedrale. Dopo Montegrotto e Sant’Agostino di Albignasego, solo Arsego sta facendo un cammino di gruppo. Ma questo segnala la difficoltà delle nostre parrocchie a proporre dei percorsi di accompagnamento nella riscoperta di fede». I giovani di Arsego stanno trovando nel percorso “Simbolo” l’occasione per dare spazio alle proprie domande e avere spunti per crescere nel proprio percorso di fede: «Hanno accolto la proposta di non restare al piano terra nella loro fede ma di fare la fatica di salire le scale – spiega don Massimo Facchin – Vorrei che i giovani della mia comunità non si accontentassero di una vita senza farsi troppe domande». La struttura del percorso, raccontano Riccardo Andrigo, Gaia Nalon e Giovanna Lovison, prevede un incontro mensile ma soprattutto, ed è questo il punto di valore, dei colloqui a tu per tu con gli adulti di riferimento. «Nell’incontro personale emergono maggiormente le domande e si cercano insieme le risposte» evidenzia Riccardo. E Gaia aggiunge che «nell’uno a uno riesco ad aprirmi di più e a scavare più a fondo»; infine Giovanna conclude che «è bello essere accompagnati così per mano. Questo percorso mi sta facendo crescere in autonomia e responsabilità, in vista di una fede più personale e scelta». Cristiana e Stefano, insieme a don Massimo, curano i momenti di gruppo e sono a disposizione per l’incontro personale, «con attenzione ai tempi di crescita e alle domande dei singoli giovani – osserva Stefano – Dopo l’esperienza del Sinodo dei giovani, ho maturato la convinzione che una fede da adulti è il regalo più bello che potevo offrire ai giovani, mettendomi a disposizione per un cammino fatto insieme che sta aiutando anche me a crescere». «I giovani portano domande a cui la fede ricevuta nel cammino della prima formazione cristiana non sa rispondere – osserva don Zaramella – Una fede che non intercetta la vita e non sa rispondere alle domande profonde di senso rischia di cadere nell’inutilità. È questo il motivo per cui tanti giovani dall’adolescenza in poi si staccano dalla vita delle parrocchie. Questa emorragia dovrebbe interpellarci in vista dell’elaborazione di cammini di riscoperta della feUn momento della professione di fede in Cattedrale (foto Boato). de proprio come il “Simbolo”».

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