Avvento, continua il "viaggio" del vescovo Claudio. «Chiamati a portare frutto»

Avvento. Continua il “viaggio” del vescovo Claudio: nella seconda domenica ha celebrato l’eucaristia con la comunità di Cartura. Al termine ha incontrato i giovani per un momento, molto partecipato, di scambio e confronto

Avvento, continua il "viaggio" del vescovo Claudio. «Chiamati a portare frutto»

Seconda domenica di Avvento nella parrocchia dell’Assunta di Cartura per il vescovo Claudio, che ha trascorso la mattinata del 4 dicembre nella località del Conselvano, incontrando al termine della celebrazione eucaristica i giovani. Mons. Cipolla è stato accolto dal parroco, don Giuseppe Senigaglia, e dal vice presidente del consiglio pastorale parrocchiale, Stefano Bazza, che nel suo indirizzo di saluto ha ricordato che «ai fedeli presenti in Chiesa, si aggiungono in un fraterno abbraccio, i bambini della scuola dell’infanzia, i nostri fratellini più piccoli, gli anziani, soprattutto quelli che sono provati dalla malattia, coloro che non possono essere presenti che seguono questa celebrazione utilizzando i mezzi tecnologici di comunicazione». Il vescovo Claudio nell’omelia ha esordito con queste parole: «Oggi si parla spesso di cambiamenti nella Chiesa ed è giusto, ma questi avvengono nella misura in cui ripartiamo dalla base ed è per quello che vengo nelle comunità, anche quelle piccole. Dobbiamo ripartire da noi stessi, dalle nostre case, magari potessimo fare delle nostre case un luogo di preghiera, con “l’angolo bello”, come abbiamo fatto durante la pandemia. Nella seconda domenica di Avvento, accogliamo il mistero di Dio che si è fatto carne e che noi attendiamo. Noi siamo parte di quel tronco di cui ci parla la prima lettura, le nostre origini partono da Abramo, dove ci sono le radici, veniamo da una lunga storia, di cui non vi è nulla da buttare. Tanti errori, ma anche tante grazie, facciamo parte di un contesto ampio che ci arricchisce». E ancora: «Gesù è venuto a portare un annuncio nuovo, una radice nuova e noi siamo figli di questa novità. Oggi abbiamo la responsabilità di produrre frutti: siamo un insieme di persone diverse: bambini, giovani, adulti, anziani». Don Claudio ha poi sviluppato un secondo pensiero: «Penso all’immagine del lattante che gioca sulla buca della vipera e vedo nei miei occhi i bambini piccoli che magari sono a scuola e quando mamma o papà vanno a prenderli, si buttano nelle loro braccia con fiducia, perché lì si sentono sicuro. Questa è l’immagine con la quale ci viene prospettato l’incontro con il Signore. È lui che come il lattante si butta nelle braccia della nostra vita. Dobbiamo renderci capace di accogliere un bambino; Gesù ci provoca a convertire il nostro cuore: renderci capaci di accogliere chi è debole, chi è fragile». Don Claudio ha poi incontrato i giovani di Cartura in un partecipato momento: «È stato bello stare con il vescovo: ci ha raccontato della sua vita, con fatti concreti e si è interessato ai nostri progetti futuri» raccontano gli educatori Anna Baratto e Alessandro Vedovato.

Altre tappe

Dopo aver celebrato l’eucaristia con le comunità di Caltrano (prima domenica di Avvento) e Cartura (seconda domenica) – evidenziando alcune “sfide” odierne: cambiamenti climatici e giovani – il vescovo Claudio questa domenica è a San Bonaventura di Cadoneghe. Prima della messa, che presiede alle 10, incontra – nella domenica della carità – i volontari della Caritas parrocchiale e del Centro di ascolto vicariale, che portano avanti il progetto diocesano “La carità nel tempo della fragilità” pensato per il tempo della pandemia.

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