Caritas Local Lab. Si ricomincia insieme

Caritas Local Lab. Sono entrati nel vivo gli incontri zonali. Richiesti direttamente dalla base. Rampon: «Vogliamo recuperare le tematiche di fondo di Caritas e costruire esperienze di laboratorio in stile sinodale, nell’idea che il contributo di tutti definisca il metodo e l’impegno di Caritas»

Caritas Local Lab. Si ricomincia insieme

I primi due incontri a Padova: il 2 febbraio a San Bellino per i vicariati dell’Arcella, Cattedrale e Torre; il 13 febbraio alla Natività per il Bassanello, San Prosdocimo e San Giuseppe. Martedì scorso, 20 febbraio, il terzo incontro a Fratte di Santa Giustina in Colle per i vicariati di Cittadella e del Graticolato. Sono entrati nel vivo gli incontri zonali di “Caritas Local Lab 2023”, di nuovo in presenza, e nei territori, dopo la stagione della pandemia.

«Finalmente possiamo recuperare il contatto reale con il territorio, con le Caritas parrocchiali e i Centri d’ascolto vicariali» spiega il direttore della Caritas diocesana, Lorenzo Rampon. Il tutto per un obiettivo: «Vogliamo recuperare le tematiche di fondo di Caritas e costruire, nei territori, altrettante esperienze di laboratorio che richiamano lo stile sinodale nel quale siamo immersi, nell’idea che il contributo di tutti vada a definire il metodo e l’impegno di Caritas».

Tre i temi, tre i laboratori tra i quali i partecipanti sono chiamati a dividersi: «Il primo è sullo stile, lo stile di Caritas in parrocchia, lo stile dell’operatore, lo stile del gruppo Caritas nelle sue relazioni interne e nel suo rapporto con l’esterno». Il secondo laboratorio, invece, è sull’osservare: «Vogliamo aiutare gli operatori a recuperare maggiori capacità di osservare le povertà che incontrano, distaccandosi dai punti di vista delle singole situazioni per poter leggere in modo più globale e aperto le tendenze del territorio sulla povertà e sulla vita sociale». Terzo e ultimo laboratorio è dedicato alla cura degli operatori, e, in modo particolare, «a quali siano le loro emozioni e come le vivono all’interno del servizio che svolgono».

Questi incontri non vengono calati dall’alto, ma sono frutto di una richiesta dei territori stessi. «Sia l’assemblea in autunno, sia i gruppi sinodali di Caritas, sia le risonanze raccolte da vari incontri dal basso – racconta Daniela Crivellaro di Caritas Padova – ci hanno confermato la necessità di una rinnovata presenza, più attenta e allo stesso tempo capillare, per poterci dire, dopo la batosta del Covid, di ricominciare insieme». I laboratori, che vedono la collaborazione attiva dei coordinatori vicariali, vengono introdotti dal brano del Vangelo di Marco che racconta il primo invio dei discepoli da parte di Gesù e il loro ritorno, un tempo di pausa, di riflessione e di confronto.

«La cosa più bella della metodologia laboratoriale – conclude Giuseppe Pappalardo di Caritas Padova – è che chiediamo che questi lavori non rimangano fine a se stessi, ma vengano condivisi con le comunità di appartenenza. È prezioso soprattutto lo spirito di condivisione e di arricchimento reciproco che si viene a creare tra volontari alle prime armi e operatori con decenni di servizio, persone che operano a stretto contatto con i beneficiari e altri che invece si occupano della distribuzione “dietro le quinte”».

Caritas local lab: appuntamenti fino a fine aprile

A ogni incontro sono invitati i volontari Caritas – con più o meno esperienza – di più vicariati. Tre i temi, in stile laboratoriale, su cui si lavora: lo stile di Caritas in parrocchia, l’osservare le povertà e la cura degli operatori. Info: caritaspadova.it

Le restituzioni sono ricche e su numerosi fronti
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I primi incontri di “Caritas Local Lab”, svoltisi a inizio febbraio a Padova, hanno avuto un ottimo riscontro in termini di partecipazione. «È il segno che la voglia di incontrarci di nuovo in presenza è tanta – spiega Daniela Crivellaro di Caritas Padova – ma è troppo presto per dire che frutto porteranno questi incontri». Un muro di post-it saluta la conclusione di ogni incontro: ai partecipanti viene chiesto di sintetizzare in una parola, o al massimo una frase, quello che si portano a casa. I primi cartelloni di sintesi riportano singoli concetti, come “forza”, “annuncio”, “gratitudine”, “ricchezza”, ma anche i bisogni dei territori: “solitudine” è il termine ripetuto di più, segno che tra le povertà che feriscono di più, oggi, c’è quella relazionale, specie tra gli anziani. In molti ricordano che è “fondamentale la condivisione delle nostre esperienze” tra gli operatori. “Mi avete tirato su il morale”, confida l’autore di un post-it, forse perché, come ribadisce un foglietto vicino, “l’amore contagia”. Altre espressioni trasudano priorità, attenzioni e piste di lavoro: “La carità di oggi è la giustizia di domani”; “bisogno di fare spazi per riflessione”; “la comunità cristiana si apra di più ad accogliere gli ultimi”. Altre risonanze arrivano dopo gli incontri tramite mail e messaggi. E c’è persino chi ha inviato delle poesie che ben si confacevano con i temi dei laboratori. Saranno undici in totale gli incontri: gli operatori Caritas di parrocchie e vicariati, che possono segnalare la loro presenza sul sito caritas. diocesipadova.it nel form apposito, sono invitati sì a partecipare all’incontro del proprio vicariato, ma per ragioni di disponibilità e altri impegni possono optare per un altro incontro. Prossime date in agenda il 27 febbraio, a Sant’Anna di Piove, per i vicariati di Legnaro e del Piovese; il 7 marzo, a Stra, per i vicariati di Campagna Lupia, Dolo, Vigonovo e Vigonza; il 13 marzo, a Conselve, per il Conselvano e Maserà; il 20 marzo a Mestrino per Limena, Montegalda, Selvazzano e Vigodarzere e il 23 marzo, a Zanè, per Asiago, Caltrano, Lusiana e Thiene; il 27 marzo a Este per Este, Montagnana-Merlara e Monselice; il 13 aprile a Romano d’Ezzelino per Crespano del Grappa, Quero-Valdobbiandene e Valstagna- Fonzaso; infine, il 27 aprile ad Abano per i vicariati di Abano e dei Colli.

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