Celebrare la liturgia è una sosta di bellezza e pace

La forza che viene dall’Eucaristia – secondo il card. Roche – è come quel prodigio della creazione che avviene quando dalla nuda e scura terra d’inverno germoglia un tenero virgulto, poi dieci, mille... che il sole fa maturare nell’oro delle spighe di grano

Celebrare la liturgia è una sosta di bellezza e pace

«La forza che il Signore Gesù ha voluto imprimere sul pane e sul vino è che essi divengano il suo Corpo e il suo Sangue attraverso un libero atto di creazione, che egli desidera si realizzi allo stesso modo con cui la terra fa germogliare i propri frutti». Il card. Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha cominciato con queste parole, antiche e nuove, il suo messaggio inviato ai partecipanti al convegno di Verona. E ha cercato, poi, di far fiorire tutta la teologia implicita nel titolo dell’incontro: «La forza che viene dall’Eucaristia, e che vorremmo tornare ad assaporare in pienezza, è come quel prodigio della creazione che avviene quando dalla nuda e scura terra d’inverno germoglia un tenero virgulto, e poi dieci, mille, e migliaia di migliaia di pianticelle che formano quel mare verde con cui la primavera rende la brulla terra dei campi un oceano di bellezza, e il sole lo fa poi maturare nell’oro delle spighe di grano». Non dunque il grigio delle città frenetiche in cui gli ingranaggi del produrre non ammettono sosta, mentre sotto le strade si apre la voragine di una solitudine più profonda dello stare da soli. Non la caligine di un mondo che rinuncia all’incandescenza del cuore. Non lo sconforto “critico” della postmodernità, che rende la pastorale della Chiesa esitante, oppure smaniosa di sempre nuove macchinazioni e aggiustamenti. Il cardinale ha ricordato che la celebrazione della Santa Liturgia «è una sosta piena di bellezza e pace, dove diventa vitale scegliere la parte migliore (cfr. Lc 10,42). Non un vigoroso allenamento che rafforza la muscolatura spirituale della Chiesa, ma un dolce riposo d’amore». La pienezza di un sì detto nella libertà della verità, unico reale conforto per la vita dell’uomo. E l’augurio, fraterno, è stato di tornare nelle parrocchie «pronti a essere un piccolo pugno di lievito che faccia germogliare tutta la pasta (cfr. 1 Cor 5,7) di un universo creato per l’oro del grano». (A. V.)

I tremendi Sacramenti del tuo Cristo, ultimo libro di don Di Donna

Esce il 15 ottobre, per Valore Italiano, il nuovo libro di don Gianandrea Di Donna, I tremendi Sacramenti del tuo Cristo. Confrontando i riti dell’iniziazione cristiana di cinque tra le più rappresentative tradizioni liturgiche orientali e tre occidentali, si può cogliere la profonda unità teologica che lega Battesimo, Cresima ed Eucaristia.

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