Centrale. Un Crocifisso di rara fattura torna al suo posto

Centrale. Torna al suo posto nella cappella delle Reliquie il Crocifisso della parrocchiale vicentina, scultura attribuita ad Antonino da Venezia. L’intervento è stata una semplice manutenzione ma è stato occasione per dare nuovo risalto a un’opera preziosa per la fattura e per essersi conservata ancora con il suo supporto originale

Centrale. Un Crocifisso di rara fattura torna al suo posto

Torna al proprio posto, nella cappella dei Santi o delle Reliquie, il Crocifisso della parrocchiale di San Clemente a Centrale di Zugliano. Si tratta di un’opera di pregevole fattura che necessitava di manutenzione e trattamento di disinfestazione contro insetti xilofagi, curate dalla restauratrice Valentina Piovan. Al Crocifisso la parrocchia dedicherà una futura pubblicazione, nel frattempo è stata oggetto di studio della studiosa Lucia Corazza nella sua tesi di specializzazione in Beni storico-artistici, redatta sotto la guida del prof. Luca Mor, specialista in scultura medievale. Del Crocifisso di Centrale si conoscevano già l’anno, 1442, e la committenza. Lo studio della Corazza, che sulla base di serrati confronti ha stabilito con certezza l’attribuzione di un raggruppamento di crocifissi lignei, tra cui appunto quello in oggetto, sembra confermare l’ipotesi già avanzata da altri studiosi che l’autore sia lo scultore Antonino da Venezia. L’iscrizione e lo stemma alla base della croce indicano invece come committente Pietro Porcastri, di nobile e ricca famiglia, possidente di beni nel paese proprio negli anni in cui l’opera fu realizzata. Corazza ha fatto notare come l’opera sia da considerare una rarità vista l’età e il materiale ligneo deperibile di cui è composta. Eccezionale è anche il fatto che la croce sia ancora conservata con il supporto originale, e se ne apprezza il dialogo in particolare nel dettaglio del sanguinamento dal “chiavello” (chiodo). La croce, di «raffinata fattura» (Chiara Rigoni), risulta infatti eseguita nello stesso periodo della statua e segue la tipologia trecentesca tardogotica con tabelloni polilobati alle estremità che raffigurano sulla sommità un Angelo orante, e ai lati la Madonna e San Giovanni Evangelista. Anche il Crocifisso denota indubbia qualità, collocandosi tra le opere più pregiate di Antonino da Venezia, il più noto scultore lapideo e intagliatore attivo all’epoca a Vicenza, che guarda alla cultura nordica d’Oltralpe mitigata da quella veneziana che emerge nel naturalismo della resa anatomica. «Siamo contenti di avere tra noi un’opera d’arte di tale pregio – ha sottolineato il parroco, don Mauro Ferraretto – che ci riporta alla dimensione spirituale, e al valore del donare la propria vita per gli altri».

L’opera è pregevole e ben conservata

Non è facile trovare un crocifisso ligneo del Quattrocento conservato in così buone condizioni, e soprattutto assieme al proprio supporto, in questo caso la croce originale.

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