Cristiani di Thailandia. La fede si propaga con le opere tra le montagne di Chaehom. 25 battezzati a Pasqua

Sono 25 gli adulti che si faranno battezzare nella missione triveneta di Chaehom la notte di Pasqua. A colpire di più sono i concetti di perdono e misericordia. E fondamentale si rivela l'esempio e le opere dei missionari

Cristiani di Thailandia. La fede si propaga con le opere tra le montagne di Chaehom. 25 battezzati a Pasqua

Raggiungiamo al telefono don Raffaele Sandonà e don Bruno Rossi mentre sono in auto. In Italia è mezzogiorno, in Thailandia, dove i due preti della diocesi di Padova si trovano in missione, sono le sei del pomeriggio. Stanno tornando a Chaehom, la loro parrocchia di montagna, dopo aver passato la giornata a 120 chilometri di distanza, a Lamphun, dove risiedono altri missionari del Triveneto (don Attilio De Battisti di Padova e don Bruno Soppelsa di Belluno).

Un’ora e quaranta di macchina per il loro coordinamento mensile, proprio come avviene nei vicariati padovani. La linea internet attraverso la quale conversiamo è ottima. «In Thailandia la fibra ottica arriva pure in cima ai monti», confessa don Raffaele. E l’animo umano è sempre lo stesso, sempre pronto a farsi raggiungere dalla Buona Notizia: sono 25, infatti, i catecumeni che la notte di Pasqua riceveranno a Chaehom i sacramenti dell’iniziazione cristiana. E dato che anche qui, come in Ecuador, la Quaresima coincide con il periodo più caldo dell’anno, in cui le attività rallentano e la gente rifiata, è tempo di campiscuola: sia per i ragazzi, sia per i catecumeni adulti. C’è però anche il tempo di portare la via Crucis villaggio per villaggio, rievocazione concreta della Passione di Cristo.

Più che le parole, sono proprio i segni che aiutano a parlare di Cristo a questa gente di montagna, che per secoli ha professato il buddismo o l'animismo thai. «In Quaresima ogni famiglia mette da parte un po’ di riso – basta un bicchiere – per le famiglie più povere. Tutto il riso viene raccolto nella veglia pasquale come segno di carità». Lo stesso stile della missione triveneta, inaugurata sulla spinta del grande Giubileo del 2000: «Siamo impegnati nella gestione di quattro centri che ospitano 130 ragazzi provenienti dai villaggi di montagna che qui vanno a scuola. I centri sono una porta aperta verso i ragazzi che vi entrano, ma anche sulle loro famiglie e sui loro villaggi. Qui un annuncio del Vangelo di sole parole sarebbe impensabile, servono le opere concrete che ci permettano di dare l’esempio, di tendere la mano verso i fratelli».

Una fede che si diffonde per propagazione: «Tra i 25 nuovi cristiani di Chaehom c’è una ragazza che sta frequentando l’ultimo anno delle superiori, prima di andare all'università. Proviene da un villaggio completamente buddista sui monti. È rimasta colpita, quasi scossa, dall’incontro con Gesù Cristo e ha scoperto che quella cristiana è una vita piena di senso. Le proposte del Vangelo che colpiscono di più chi arriva da una cultura buddista sono i concetti del perdono e della misericordia, oltre all’amore gratuito e alla carità fraterna, che va ben oltre la compassione. Ha avuto l’autorizzazione dei suoi genitori e a Pasqua sarà cristiana».

Caffè Bruno

Continua a crescere “Caffè Bruno”, il progetto che i nostri missionari hanno contribuito a far nascere tra le montagne thailandesi. «Ciò che stiamo portando avanti – racconta don Bruno Rossi – permette non solo di finanziare borse di studio per i ragazzi, ma anche di formarli per lavorare in questo ambito, per creare posti di lavoro in un’agricoltura sostenibile, evitando allo stesso tempo che le montagne si spopolino».

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