Crosara San Bortolo, Crosara San Luca, Pradipaldo e Valle San Floriano. «Il vescovo ci ha invitato a tenere viva la nostra identità»

Crosara San Bortolo, Crosara San Luca, Pradipaldo e Valle San Floriano. In occasione dell’ingresso del nuovo parroco, don Giampietro Ravagnolo, i vice dei consigli pastorali raccontano di una collaborazione che già c’è. E ora si allarga

Crosara San Bortolo, Crosara San Luca, Pradipaldo e Valle San Floriano. «Il vescovo ci ha invitato a tenere viva la nostra identità»

Duemila abitanti in quattro e una collocazione, nella Pedemontana in comune di Marostica, lontana dal cuore pulsante della Diocesi. Sono le parrocchie di Crosara San Bortolo, Crosara San Luca, Pradipaldo e Valle San Floriano nel vicariato di Lusiana. Lo scorso fine settimana, hanno ricevuto la visita del vescovo Claudio: sabato 3 ha celebrato l’eucaristia a Pradipaldo e Valle San Floriano, domenica 4 a Crosara San Bortolo e Crosara San Luca. L’occasione della visita è stato l’ingresso di don Giampietro Ravagnolo, già parroco di Conco, Fontanelle e Rubbio dal 2019, e che ora guiderà sette parrocchie con la collaborazione di altri sacerdoti: il parroco emerito di Crosara San Luca e Crosara San Bortolo, don Giampietro Bacchin, il parroco emerito di Conco, don Lorenzo Gaiani, e don Ottavino Predebon, tornato
in terra natia dalla Svizzera. C’è, da sempre, una proficua collaborazione tra Crosara San Bortolo, Crosara San Luca, Pradipaldo e Valle San Floriano; a causa dell’esiguità del numero dei fedeli, si sono unite nella realizzazione di molte proposte parrocchiali. Le attività della parrocchia di Crosara San Luca spaziano dall’iniziazione cristiana alla messa seguita dalla processione per la festa dell’Assunta. «Il nostro entusiasmo non è volto alla mera realizzazione di proposte – commenta Rosita Morello, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale – A questo proposito sono state significative le parole del vescovo Claudio, domenica scorsa, sulla necessità di essere credenti per scelta, non per abitudine, e capaci di riscoprire la fede nella libertà e all’interno della propria comunità». Fede significa prima di tutto
attenzione al prossimo, come ribadito da don Ravagnolo, che ha sottolineato come il pastore debba avere “l’odore del gregge”. Concetti, questi, che hanno colpito molto la comunità, come evidenzia Massimo Cecchin, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale di Crosara San Bortolo. «Il vescovo ha rimarcato l’importanza di preservare l’identità della comunità, indipendentemente dalla presenza stabile di un parroco». In questa ottica, assume grande importanza la figura dei laici, attivi nella catechesi, che da un paio d’anni si svolge insieme alle parrocchie di Pradipaldo e di Valle San Floriano. Invece il “Cammino delle sette parole e dei sette segni”, rivolto ai fedeli dai 12 ai 40 anni, si tiene in collaborazione con Rubbio e Fontanelle. «Desideriamo proseguire il percorso sugli aspetti fondamentali della fede intrapreso insieme al precedente parroco, don Riccardo Betto» conclude Cecchin. Anche a Valle San Floriano si svolgono le tradizionali attività tra cui l’iniziazione cristiana e i corsi di formazione per gli adulti. Sono aspetti centrali nella vita della parrocchia, che, tuttavia, non deve dimenticare l’importanza dell’eucarestia, momento fondamentale per sentirsi fratelli nel nome del Padre. L’ha ricordato il vescovo Claudio nella sua omelia. «Ha sottolineato, inoltre, la difficoltà di svolgere il servizio pastorale. Non si tratta soltanto di vivere le celebrazioni liturgiche. È necessario saper ascoltare per dare risposte alle persone, soprattutto in questo periodo storico in cui c’è una grande solitudine nelle nostre vite» spiega Paolo Berton, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale di Valle San Floriano. Da questo punto di vista si evidenzia l’importanza di rimanere nella propria comunità, all’interno della quale ci si conosce e si riconoscono la propria storia e le proprie tradizioni. È necessario far crescere bambini e ragazzi nella partecipazione alla vita della comunità cristiana, poiché è nell’esempio degli adulti e nella presenza in parrocchia che si educano alla fede. «È questo il passaggio dell’omelia del vescovo che è rimasto maggiormente impresso nei fedeli di Pradipaldo, la più piccola tra le parrocchie della Pedemontana, ma non per questo la meno attiva», spiega Gianna Crestani, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale. Ora che le sette parrocchie camminano insieme, è necessario riorganizzare rivedere le varie attività in un’ottica più ampia. «Don Giampietro è una persona aperta, lo si nota dalla generosità con cui ha accolto il nuovo incarico. Ha un entusiasmo che trasmette entusiasmo» conclude Romina Brunello, membro del consiglio pastorale.

Sette parrocchie che camminano insieme

Don Ravagnolo, che dal 2019 è parroco di Conco, Fontanelle e Rubbio, ora guiderà anche Crosara San Bortolo, Crosara San Luca, Pradipaldo e Valle San Floriano. Queste comunità, che si trovano nel vicariato di Lusiana, sono distribuite in tre comuni: Lusiana Conco, Bassano del Grappa e Marostica.

Parrocchie vitali, anche se piccole e “lontane

La visita del vescovo Claudio nelle comunità della Pedemontana ha evidenziato il desiderio di comunicare storie e
valori di queste piccole parrocchie poste ai confini della Diocesi, ma non per questo meno vitali rispetto a quelle più centrali.

«Le dinamiche sociali non sono conosciute. Desideriamo raccontare chi siamo»
Padripaldo-vescovo

Quando si arriva ai piedi dell’Altopiano, si rimane affascinati dal territorio della Pedemontana. Per la sua bellezza attira numerose persone, così che alcuni siti di interesse culturale – come ad esempio il percorso dei mulini di Lusiana o la ricostruzione del villaggio preistorico del monte Corgnon – sono molto frequentate. «Tutto questo ci lusinga – osservano Paolo Berton (Valle San Floriano) e Massimo Cecchin (Crosara San Bortolo) – ma manca, in Diocesi, la conoscenza delle dinamiche sociali di queste zone, che presentano criticità importanti, con i giovani che emigrano verso la città e le parrocchie, desiderose di lavorare e di crescere, che devono fare i conti con comunità sempre più piccole e anziane a supporto di parroci sempre meno numerosi. Desideriamo richiamare l’attenzione su queste nostre terre, desiderose di raccontare e di raccontarsi».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)