Domenica 28 giugno si celebra ad Este il 104° anniversario della morte del Servo di Dio Guido Negri

Domenica 28 giugno p. v., alle ore 11.00 nel Duomo Abaziale di Santa Tecla di Este, sarà celebrata la S. Messa ricordando il 104° anniversario della morte del Servo di Dio Guido Negri.
Alla celebrazione sono invitate le autorità civili e militari della Città.
Notizie dettagliate su Guido Negri si possono trovare nel sito www.guidonegri.it

Domenica 28 giugno si celebra ad Este il 104° anniversario della morte del Servo di Dio Guido Negri

Guido Negri nasce a Este (Padova) il 25 agosto 1888, ultimo di dodici figli. Viene battezzato nel Duomo della sua Città cinque giorni dopo. Il padre, che gestisce la propria farmacia in piazza Maggiore, morirà quando Guido avrà solo quattro anni. Da adolescente frequenta il gruppo locale della Gioventù Cattolica Italiana, distinguendosi subito tra i coetanei per il suo precoce convinto apostolato. Da subito prende l’impegno della Comunione frequente, dell’Adorazione Eucaristica, della difesa pubblica del Papa, della raccolta a favore dell’Obolo di San Pietro.

Si iscrive quindi all’Università di Padova, facoltà di lettere. Per aiutare la madre a sostenere la numerosa famiglia, decide di intraprendere volontariamente il servizio militare, frequentando il corso per ufficiali a Padova e, dopo un anno, è a Firenze per il suo primo incarico da sottotenente di fanteria. All’università di Padova diventa presidente degli universitari continuando nell’apostolato laicale a Este, distinguendosi per l’entusiasmo nel proporre i valori della fede, del sacrificio, l’amore a Cristo, al Papa, alla Chiesa. Diventa Terziario (Laico Domenicano) nel 1909 con il nome di fra Tommaso d’Aquino, distinguendosi così tanto nel gruppo da diventare presto maestro dei novizi.

In questo periodo matura una scelta di vita più consona alle sue aspirazioni di apostolato, scelta comunque laica, da vivere nel mondo, dove non c’era all’orizzonte nessun sacerdozio e nessuna consacrazione religiosa. In questo momento di attesa, emette il voto di castità, dapprima annuale e poi quinquennale. Guido aveva come guida spirituale il cappuccino San Leopoldo da Castelnuovo, penitenziere a Padova: due lettere del santo indirizzate a Guido ne fanno fede.

Quando era ormai arrivato alle soglie della laurea veniva di nuovo richiamato alle armi nel maggio del 1915, e destinato alle operazioni militari in Cadore. Le dure emozioni del fronte però scuotevano profondamente la sua salute, tanto da dover essere ricoverato in ospedale militare in più riprese tra settembre 1915 e marzo 1916. Il 14 marzo 1916 otteneva la Laurea in Lettere.

Raggiunto il grado di capitano quindici giorni dopo la laurea, fu impegnato da allora nelle attività militari nella 5° Compagnia del 228° reggimento fanteria della Brigata Rovigo, composta soprattutto da ragazzi del 1896. Il suo non era solo un servizio militare ma anche un apostolato, un mezzo con il quale portare Cristo a superiori, commilitoni e subalterni. Con la parola e l’esempio formava i suoi giovani, arrivando a farli consacrare tutti al Sacro Cuore di Gesù nella consapevolezza che la fine per molti di loro era vicinissima. Il 4 giugno ritornava al fronte sull’Altopiano di Asiago.

Tre settimane dopo venne per la sua Compagnia l’ordine, tanto atteso quanto temuto, di passare all’attacco. Era arrivata l’ora definitiva della sua vita, di cui era pienamente cosciente e abbandonato totalmente alla volontà di Dio. Febbricitante ed esausto, anche se invitato a retrocedere perché malato, non volle abbandonare i suoi giovani nel momento del pericolo estremo. La sera del 27 giugno cadde trapassato dalle pallottole mentre da quattro giorni, inutilmente lottava con i suoi soldati, obbedendo al comando di conquistare una postazione austriaca alle pendici del Monte Colombara, non molto distante da Asiago.

A quasi 28 anni moriva offrendosi vittima al Sacro Cuore di Gesù per la Chiesa e per il Papa, come si era ripetutamente proposto, con “…l’anima al Cielo, il cuore a Roma…”. Aveva scritto nel suo diario spirituale alcune ore prima: “A Te, Divina Vittima del Getsemani: è l’ora… Tutto è compiuto! Oh! Andiamo! Andiamo, o Gesù!

Il suo corpo, dapprima sepolto in alcuni cimiteri di guerra sull’altopiano di Asiago, venne portato a Este nel 1934 e deposto nel Famedium del cimitero maggiore. Nel 1992 le sue ossa furono solennemente traslate nel Duomo di Este dove sono custodite ai piedi dell’altare del Sacro Cuore.

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Fonte: Comunicato stampa