"Fiducia nella nostra umanità, Lasciamoci incontrare dal Signore". Il mercoledì delle ceneri con il vescovo Claudio

«Mi rallegra vedere che in tanti ci mettiamo in cammino». Ha concluso così la sua riflessione, il vescovo Claudio, durante la celebrazione della Parola di Dio – nella serata del Mercoledì della Ceneri, 22 febbraio, in Cattedrale – con il rito di imposizione delle ceneri.

"Fiducia nella nostra umanità, Lasciamoci incontrare dal Signore". Il mercoledì delle ceneri con il vescovo Claudio

Tra i "tanti" citati dal vescovo, che si sono dati "appuntamento con il Risorto" (tema della Quaresima di fraternità di quest'anno), c'erano anche gli oltre cento giovani che, dalle 19.30, hanno partecipato a un momento di ritiro spirituale a San Francesco. «È stata un'esperienza polifonica – racconta don Paolo Zaramella – dove sono risuonate le voci delle varie realtà che l'hanno promossa: la Pastorale dei giovani, vocazionale e universitaria, il Centro universitario, i collegi cattolici cittadini, Comunione e liberazione, le comunità Neocatecumenali, la Comunità di Sant'Egidio e le parrocchie del centro storico di Padova.

«Entra nella tua camera e prega il Padre tuo, che è nel segreto»

Il vescovo ha invitato i presenti a «entrare nel proprio segreto», riferendosi al Vangelo di Matteo attorno a cui è ruotata la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri (Mt 6,1-6.16-18). «Siamo in una Cattedrale – ha sottolineato – ma ciò di cui ci parla Gesù avviene nella nostra "cattedrale interiore"... che è fatta di tanti contributi che la rendono bella e vissuta. In ogni Cattedrale, in ogni chiesa, c'è una piccola luce accesa sempre. Non serve per illuminare, è una indicazione. Dice, oltre alla presenza di Gesù eucaristia, una meta e una memoria. Nella nostra interiorità c'è già questa fiammella».

Meta e memoria

«Questa fiammella è memoria del nostro battesimo, che dice la nostra identità di sacerdoti, re e profeti. È ciò che siamo per Dio... Ciò che siamo ai suoi occhi. La fiammella che è in noi ci ricorda la nostra identità, che è fatta delle tante storie nate in famiglia, con gli amici, grazie alle esperienze fatte... Noi siamo le nostre storie. La fiammella che abbiamo dentro di noi, nella cattedrale che ciascuno è, ci ricorda questa profondità. Ma, oltre a essere memoria, è anche meta. E la meta è l'incontro con Gesù, che ha condiviso con noi la sua passione, morte e resurrezione. 

«Non ci ardeva forse il cuore nel petto...»

Richiamando quanto vissuto dai discepoli di Emmaus, dopo aver riconosciuto Gesù risorto, don Claudio ha evidenziato come «una fiammella ha permesso di tenere viva la fede in Lui anche nei momenti difficili. Ma non può restare solo una fiammella, deve diventare un fuoco grande... Un fuoco che, quasi, possa dividersi in tante fiammelle. Come nella Pentecoste... Tante fiammelle che si "mettono in cammino" e raccontano al mondo il loro incontro con il Signore. Diamo fiducia alla nostra fiammella...».

Quaresima, tempo «favorevole»

In questo tempo di preparazione all'appuntamento con il Risorto, «siamo chiamati a metterci del nostro, della nostra umanità. Non ci salviamo da soli – è il Signore che ci salva – ma, se non allunghiamo la nostra mano verso di lui, dal luogo della vita in cui ci troviamo, non la prenderà... Diamo fiducia alla nostra umanità! Lasciamoci incontrare dal Signore, ri-diciamo il nostro "sì" e diamo il nostro contributo lì dove siamo, in forza del nostro battesimo. Scegliamo, all'inizio della Quaresima, di impegnarci nuovamente a portare del nostro nel mondo. Facciamolo, accogliendo un gesto umile – le ceneri sul capo – e parole umili: "Convertitevi e credete al Vangelo"».

Al termine della celebrazione, in cui si è pregato anche per la pace – non solo in Ucraina – sono state raccolte offerte destinate ad alcuni progetti che la Diocesi di Padova sta già realizzando in Etiopia, attraverso l’ufficio diocesano di Pastorale della Missione, per la formazione dei giovani etiopi.

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