Gallio. 100 anni di comunità, guardando al futuro

Gallio. Questo sabato l’intera comunità festeggia i cento anni dall’inaugurazione di asilo, chiesa parrocchiale, municipio e scuole. Presente il vescovo Claudio

Gallio. 100 anni di comunità, guardando al futuro

È un sabato speciale per Gallio il 12 novembre: giusto un secolo fa vennero inaugurati l’asilo infantile, il municipio, le scuole e la chiesa arcipretale, dopo la distruzione totale del paese dell’Altopiano, durante la Prima guerra mondiale, con la popolazione che era dovuta sfollare ad Albettone, sui Colli Berici, accompagnata dall’arciprete don Francesco Caron, che fu sempre accanto ai suoi parrocchiani in quei duri anni. Alla fine del conflitto a Gallio era rimasta in piedi solo la facciata della chiesa e parte di qualche abitazione. Non solo un anniversario da celebrare per i galliesi, ma anche una occasione per rinsaldare le proprie radici e confermare il già forte senso di appartenenza alla comunità, come è nelle intenzioni del comitato organizzatore che vede la collaborazione tra la parrocchia di San Bartolomeo e l’amministrazione comunale. «Credo che questo evento sia stato percepito da tutti proprio nel senso auspicato dagli organizzatori – conferma il parroco don Federico Zago, – come una occasione di fare davvero comunità, partendo dalle vicende storiche legate alla Grande guerra con tutto il carico di sofferenza e lutti, ma anche di speranza di un mondo migliore, una “nuova alba”, per usare le parole dell’arciprete dell’epoca don Francesco Caron. Tra i momenti più significativi di questo sabato, vi è senz’altro la processione d’ingresso in chiesa: non sono presenti solo i numerosi celebranti, ma anche i rappresentanti di ogni aspetto della nostra società odierna, dagli anziani ai giovani, agli ammalati, alle famiglie conviventi. Ho visto una partecipazione corale di tutte le associazioni del territorio, con un grande spirito di collaborazione».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco Emanuele Munari: «Una ricorrenza dal sapore dolce-amaro. Si tratta di una circostanza per rinsaldare i legami della comunità, guardando con rispetto e umiltà alle vicende dei nostri avi, che dopo il conflitto si rimboccarono le maniche per ricostruire, un po’ come avvenuto qualche anno fa con la tempesta Vaia».

Da storico locale, aperto all’universale, il prof. Danillo Finco ricorda che il 12 novembre è «un’opportunità che ci viene offerta per compiere prima di tutto una riflessione più che mai attuale, vista la devastazione materiale e umana operata in questi giorni dal conflitto russo-ucraino, sulla guerra e sulle sue orribili e terrificanti conseguenze quali si erano verificate a Gallio e sull’Altopiano dei Sette Comuni durante e successivamente la Grande Guerra. È anche occasione, il centenario, per riscoprire e approfondire quella fede cristiana, «che è l’eredità migliore lasciata dai padri, così come è un momento propizio per le nuove generazioni volto a riscoprire e riconoscere il proprio passato, le proprie radici, le proprie tradizioni, usi e costumi, in una parola la propria storia nella consapevolezza che non ha solo una funzione narrativa rispetto al passato, ma anche una funzione sociale rispetto al presente. Sinceramente mi auguro che le celebrazioni di questi giorni non siano un omaggio che si rende al passato per accantonarlo, perché ciò verrebbe a profanare e a tradire la nostra memoria di cristiani e di montanari, poiché più di tutti abbiamo sopportato l’affanno delle immani distruzioni operate dalla Grande Guerra». Aggiunge Finco, che è parte del comitato organizzatore: «Questa memoria deve risultare fondamentale se si vuole apprezzare un poco più la nostra epoca di pace e ritrovare una parte di quella energia, di quella capacità di sacrificio, di quella forza morale, che non possono andare perdute con il trascorrere del tempo; energia, capacità di sacrificio e forza morale che hanno caratterizzato l’opera dei nostri antenati e di cui la ricostruzione della chiesa, della canonica, del municipio e delle scuole elementari sono un fulgido esempio».

Processione per le vie del paese, come cent’anni fa

I festeggiamenti iniziano alle 16 con la foto storica di gruppo sulla scalinata della chiesa, come era stato fatto vent’anni fa. Alle 16.45 nel parcheggio del cinema Cineghel si svolge un momento celebrativo con i bambini della scuola dell’infanzia San Giuseppe; dalle 17 corteo per le vie del paese passando per il municipio, le scuole e arrivo sul sagrato
della chiesa dove è in programma una seduta straordinaria del consiglio comunale con la benedizione del sagrato restaurato, che viene intitolato ai sacerdoti di Gallio. Alle 18 il vescovo Claudio presiede la messa nella
parrocchiale, durante la quale verranno benedette le icone dei due santi patroni, Bartolomeo e Valentino. Segue la cena preparata dal Gruppo Alpini in auditorium, cui segue la proiezione del video Cento anni di comunità e lo spettacolo pirotecnico davanti alla chiesa.

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