Giorgio Paggioro di Stanghella sarà cristiano a Pasqua. «Mi abbandono a Dio Padre»

Giorgio Paggioro «Voglio diventare cristiano»: questa la richiesta che, nell’ottobre 2022, ha rivolto al parroco di Stanghella. Questo sabato, nella Veglia pasquale, riceve – con accanto la moglie Arianna e il figlio Gioele, appena nato – i sacramenti dell’iniziazione cristiana

Giorgio Paggioro di Stanghella sarà cristiano a Pasqua. «Mi abbandono a Dio Padre»

«Voglio diventare cristiano!». È ottobre 2022: alla porta della canonica della parrocchia di Santa Caterina di Stanghella bussa un giovane di 33 anni. È sposato da un anno, ma non è battezzato. «Non voglio dire che questo mio desiderio di diventare cristiano sia nato per caso – racconta Giorgio Paggioro, operaio, originario di Rovigo, da alcuni anni trasferito a Stanghella insieme ad Arianna, la moglie – ma prima non avevo mai avuto interesse a convertirmi: non ero mai stato ateo, avevo sempre creduto nell’esistenza di Dio; semplicemente ero estraneo, disinteressato a Lui, fino a due anni fa. Il desiderio di mia moglie era di sposarsi in chiesa e il parroco ci ha spiegato che era possibile con una dispensa del vescovo. Poi mi ha proposto di diventare cristiano con un percorso pensato appositamente per gli adulti. E così è stato». Don Francesco Lucchini, il parroco, ha affiancato a Giorgio, Paola Giannangelo e il marito Luca, che sono diventati non solo i due catechisti, le guide, ma anche due amici. «Io e mio marito – racconta Paola Giannangelo – abbiamo accolto la richiesta del parroco di essere catechisti con spirito di servizio, ma timorosi di non essere all’altezza del ruolo, consapevoli della grande responsabilità che si cela nella guida di un’anima che sceglie di diventare figlia di Dio, di partecipare alla morte e risurrezione di Cristo per diventare membra del suo corpo che è la Chiesa. Roba da far girare la testa! Un compito che ha richiesto tanto impegno e tanta preghiera, ma ci ha donato più di quanto abbiamo dato. Per Giorgio è stato un cammino di conoscenza dell’amore di Dio, attraverso l’incontro con Cristo nella liturgia, nella parola di Dio e nella dottrina della Chiesa cattolica; per noi un cammino di riscoperta delle radici della nostra fede». «L’interesse e la curiosità sono aumentate man mano che il percorso procedeva – afferma Giorgio – Se all’inizio era un “lo faccio perché devo farlo”, più procedevo nel cammino e più diventavo consapevole, contento di incontrare Gesù Cristo e curioso di conoscere il cristianesimo». Un percorso impegnativo, che richiede costanza, ma le difficoltà sono altre: «Non certo gli orari o la frequenza – rivela il catecumeno – ma abbandonarsi completamente a Dio, che è nostro Padre e quindi noi come figli dovremmo riuscire ad abbandonarci a Lui in completa fiducia perché egli sa e fa quello che è meglio per noi, anche se alle volte pensiamo il contrario, proprio come fa un vero genitore. Forse questa, ancora oggi, è la parte più difficile: riuscire ad abbandonarsi del tutto senza dubbi e scrupoli. La curiosità invece mi ha aiutato ad appassionarmi. Estrapolare il concetto spirituale per riportarlo nel quotidiano mi ha aiutato a interessarmi e a concretizzare la fede». «La sua curiosità ci ha stimolato e siamo cresciuti molto anche noi – aggiunge Paola – è stato un cammino di due coppie di sposi. Tutto prendeva un senso anche attraverso le nostre vite e i nostri matrimoni e quindi diventava qualcosa di molto quotidiano, concreto». Giorgio ha iniziato il cammino da neo sposo, percorrendo ogni tappa insieme alla moglie Arianna e arriva ai sacramenti da neo papà, perché da un paio di mesi in famiglia c’è anche il piccolo Gioele. «Mi commuove pensare che quando Giorgio si sentirà chiamare per la prima volta papà da suo figlio – confessa la catechista – ripenserà alla notte di Pasqua quando lui ha chiamato per la prima volta Dio, papà». Giorgio infatti riceve il battesimo nella Veglia pasquale, nella sua parrocchia di Stanghella. Una scelta permessa ai parroci che lo richiedono, fatta per coinvolgere la parrocchia, ma anche sottolineare il rapporto di amicizia e di stima che è nato con il parroco: «In Cattedrale con gli altri catecumeni sarei stato uno fra i tanti – aggiunge Paggioro – in parrocchia gli occhi sono puntati su di me: devo ammettere che questo mi ha creato un po’ di titubanza e di imbarazzo. Accanto a me, oltre alla comunità parrocchiale, ci sono anche i miei genitori, i suoceri, e una zia come madrina. Don Francesco, il parroco, per me è stato fondamentale, sempre disponibile, mi ha accolto a braccia aperte». Come cambierà ora la vita di Giorgio? E cosa si sente di dire a chi vorrebbe iniziare questo cammino? «Penso e spero che diventare cristiano possa rendermi una persona migliore, perché l’aspetto che più mi soddisfa della fede è lo stato d’animo con cui esco da messa: posso entrare arrabbiato, frustrato, stressato, ma quando esco sono una persona nuova, sono appagato da quello che ho ricevuto. E quindi spero che, diventando cristiano, questo possa diventare la mia quotidianità: essere ogni volta trasformato dalla Grazia di Dio. Ora comprendo anche il valore delle promesse fatte davanti a Dio durante il matrimonio. Il consiglio che posso dare è di avere la mente e il cuore aperto e affidarsi il più possibile a Dio».

Il parroco

«Giorgio è uno stimolo per tutta la parrocchia a ripensare al battesimo che ci accomuna e ci rende discepoli del Signore e testimoni – sottolinea don Francesco Lucchini – Non è così usuale per una comunità avere un catecumeno giovane-adulto che riceve i sacramenti, ma sento emozione e partecipazione da parte di tutte le persone. Battezzare un giovaneadulto fa sentire la fede viva. Quando mi ha chiesto di diventare cristiano è stato un momento molto bello: la grazia del Signore ha lavorato nel cuore di questo giovane sposo. L’amicizia umana lo è diventata anche nella fede».

«La comunità: mi piacerebbe viverla di più che da giovane» 
chiesa-stanghella

«Da giovane – racconta Giorgio Paggioro – ho vissuto la parrocchia marginalmente, non da un punto di vista della fede. I miei genitori non la frequentavano e hanno preferito lasciarmi libero di scegliere in età adulta quale strada percorrere. Adesso mi piacerebbe vivere di più anche la comunità e sicuramente per mio figlio prevedo un percorso da cristiano».

In Diocesi, battesimo per una cinquantina

«La Veglia pasquale è vissuta in pienezza quando la comunità può presentare qualcuno per la rinascita battesimale» così afferma don Gianandrea Di Donna, delegato vescovile per il catecumenato degli adulti. Sono una cinquantina gli eletti – fra adulti e ragazzi – che quest’anno ricevono i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Veglia pasquale. Questo perché emerga come la celebrazione della Pasqua cristiana confluisca nei sacramenti che non vanno intesi come ospitati nella Veglia, ma che sono la ragione stessa della Veglia pasquale. Qualcuno dei ragazzi vive questo momento nelle domeniche di Pasqua, insieme al gruppo dei coetanei che celebrano il compimento della iniziazione cristiana. In Cattedrale sono presenti sette persone a ricevere i sacramenti: in Diocesi di Padova si preferisce dare ai parroci la facoltà di amministrare i sacramenti agli eletti nelle loro parrocchie. Per tutti i neofiti è proposto di ritrovarsi per i vespri di Pasqua con il vescovo in Cattedrale, domenica 31 marzo alle ore 17 con la loro veste bianca battesimale.

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