Giovani e Carità in estate. Non solo divieti. Cogliamo le opportunità

Carità a km zero. Che cosa si potrà fare con i giovani in comunità nell'estate del Covid-19? Grest rivisitati, campiscuola cancellati, ma il territorio offre molto per crescere insieme, nel rispetto delle regole. Questo è un tempo da abitare alla luce del Vangelo. Serve creatività. Come Chiesa possiamo dire "noi ci siamo, anche adesso!"

Giovani e Carità in estate. Non solo divieti. Cogliamo le opportunità

Tra tanti dubbi e incertezze, progetti rimandati e viaggi cancellati, l’estate che i giovani padovani si apprestano a vivere sarà all’insegna della carità. Un cantiere aperto, a chilometro zero.

Sul sito della Pastorale dei giovani www.giovanipadova.it si trovano molti spunti, utili sia per l’estate che per il prossimo autunno, adatti ai giovani sopra i 18 anni ma anche per gli adolescenti.

«In questo momento – ammette Giorgio Pusceddu della Pastorale dei giovani – la situazione è difficile. C’è tanta confusione per le attività estive, soprattutto in termine a ciò che si potrà fare e a ciò che non si potrà fare. La prassi della Chiesa, però, resta sempre la stessa: discernere, provare a capire cosa voglia dire vivere questo tempo e quale sia il segno che ci può essere chiesto alla luce del Vangelo».

Grest e campiscuola

Si parte dalle attività pluridecennali, che si perdono nella memoria storica delle singole comunità parrocchiali: i grest e i campiscuola. Se per i secondi c’è ancora un grande punto di domanda, se non ormai aperta rassegnazione, per i grest, negli ultimi giorni, si è accesa qualche speranza: i grest sono stati normati da linee guida nazionali, dall’ordinanza 50 della Regione Veneto e da ulteriori linee di indirizzo regionali in dirittura d’arrivo. Dove ci saranno – molte parrocchie abituate ai grest in giugno stanno spostando comunque la data ad agosto-settembre – i grest saranno molto diversi dal solito: «Il “si è sempre fatto così” – certifica Pusceddu – quest’anno non funziona, e forse non potrà funzionare più. Sarà però una bella sfida, sfida che dovrà necessariamente richiedere molta creatività, maggior dispiegamento di risorse e disponibilità, la voglia di mettersi in movimento». Non tutti riusciranno «comprensibilmente», osserva Pusceddu, ad accettare la sfida, ma chi lo farà darà un segno fortissimo: «Anche un grest più piccolo, più ridotto, potrà fare qualcosa di buono per le famiglie e per i ragazzi, “feriti” dai fatti di questi mesi. Potrà essere un segno di vicinanza, di ripresa, di una comunità che pensa ai suoi piccoli e si mette in gioco per fare qualcosa per loro. Un bel modo per dire assieme, come Chiesa, “noi ci siamo, anche in questa fase”».

Le proposte di carità a chilometro zero

Per i più grandi sono pronte “proposte di carità a chilometro zero”. Sul chilometro zero, pochi dubbi: «Siamo stati limitati nei movimenti, e non sappiamo come andranno i prossimi mesi, dunque è giusto ragionare su spostamenti limitati». Ma ciò che spicca davvero è il focus sulla carità: «Vogliamo porre l’attenzione sullo sporcarsi, anzi, pulirsi le mani mettendosi al servizio dei bisogni delle persone, che con la pandemia sono aumentati e sono diventati più urgenti». Una chiamata generale al servizio: «Le comunità cristiane ricevono numerose sollecitazioni, vecchie e nuove, e c’è margine e spazio di azione anche per chi è nuovo e può dare una mano». Alcune idee sono già nero su bianco, ma le idee migliori, forse, non sono ancora state partorite: «Ci affidiamo alla creatività dello Spirito e alla creatività della carità. Sicuramente avremo di che sorprenderci, ma intanto è importante iniziare a farla carburare».

I fronti d’azione, dalle Cucine popolari ai doposcuola

Tra le possibili “esperienze di carità a chilometro zero” ci sono i pranzi di solidarietà della domenica nelle parrocchie, che torneranno presto nel rispetto delle indicazioni sanitarie. Tante possibilità di servizio anche alle cucine economiche popolari di Padova, che spesso si avvalevano d’estate del servizio di gruppi scout provenienti da ogni parte d’Italia, e che quest’anno potranno contare di più, forse, sui giovani padovani. Oltre alle realtà diocesane, però, vi sono oltre 240 Caritas parrocchiali e più di 40 centri d’ascolto Caritas vicariali che possono porre sfide all’altezza dei giovani orfani dei loro campi e pellegrinaggi: «La Caritas nelle parrocchie e nei vicariati non si è mai fermata. Quest’estate può essere l’occasione per tanti gruppi giovani di alzare il telefono e chiamare il responsabile e il coordinatore, per ragionare insieme sui bisogni del territorio». Tra questi bisogni c’è la grande sfida dei doposcuola parrocchiali, per i quali – dopo mesi di chiusura per il lockdown – l’estate rappresenterà un nuovo inizio: «I giovani possono impegnarsi anche qui. Sarebbe un bel gesto: tanti bambini e ragazzi non hanno la possibilità di essere seguiti a dovere».

La carità si può declinare anche in termini ancora più materiali, rispondendo alla sfida delle comunità di riappropriarsi degli spazi chiusi in questi mesi: «Gli spazi parrocchiali possono essere rimessi a nuovo, abbelliti, riqualificati, con un tocco di colore, per sentirli ancora più nostri». E in ultimo, le liturgie: «Servirà supporto per la sanificazione delle chiese dopo le messe, il supporto all’entrata e all’uscita… Si tratta di un cantiere interessante».

“Fare servizio a Padova”

Dal sito www.giovanipadova.it è possibile scaricare il volumetto “Fare servizio a Padova”, realizzato dalla Pastorale dei giovani in collaborazione con Caritas, suore Elisabettine, Opsa, Casa Maran e Cucine popolari ancor prima del lockdown. In esso sono contenute alcune proposte di servizio già pronte per seguire i volontari all’interno delle strutture. Proposte che restano ancora valide anche dopo il Covid, seppur con aggiustamenti e aggiornamenti del caso.

Un’estate per formarsi

Con la proposta “Thinking outside the box” continuano gli spunti di riflessione per i giovani: «Il nostro obiettivo non è solo quello di fare, ma di crescere insieme nella sensibilità, nella fede, nella capacità di rinforzare atteggiamenti di carità, perché diventino predisposizione permanente per la persona. Per questo, è importante la riflessione e la rilettura al termine di ogni servizio. Le schede formative che abbiamo preparato possono aiutare anche in questo». 

Continua “Per Padova Noi Ci Siamo”

L’iniziativa condivisa con il Comune di Padova e il Csv, nell’anno di Padova Capitale europea del volontariato, continuerà nei prossimi mesi: «Attraverso Telegram – spiega Pusceddu – il Csv trasmette informazioni e raccoglie disponibilità per momenti di volontariato».

Ac, weekend formativo unitario on line

L'Ac diocesana propone il weekend di formazione unitario "Fanne la tua dimora" on line dal 19 al 21 giugno. Tra Youtube, Whatsapp e Zoom, prende vita un cammino alla scoperta di cosa è davvero sacro nella vita di ognuno. Info: acpadova.it

L'estate senza campi diocesani

L'incertezza normativa che caratterizza il periodo ha suggerito alla presidenza dell'Ac a sospendere i campiscuola diocesani per quest'estate. La speranza è di aprire Casa Franceschi a Camporovere per famiglie ad agosto.

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