Il cammino è tracciato. Inizia il viaggio del Sinodo di Padova

Abbiamo compiuto il primo passo, il più importante. Domenica 5 giugno 2022, solennità di Pentecoste, è una giornata che rimarrà scolpita nella memoria di più generazioni tra i cristiani della Chiesa di Padova. 

Il cammino è tracciato. Inizia il viaggio del Sinodo di Padova

Non abbiamo mai vissuto un Sinodo diocesano come predisposto dal Concilio Vaticano II, tutto quanto abbiamo vissuto fino a questo momento – nella celebrazione di indizione (il 16 maggio di un anno fa) e nelle parrocchie e negli ambiti di vita per gli spazi di dialogo – è stato ricerca e assaggio, ci siamo mossi un po’ a tentoni, sotto la regia della Segreteria del Sinodo, per iniziare a capire il significato di gesti e luoghi nuovi per la nostra Diocesi, imparando un metodo ritagliato su misura per questo evento ecclesiale. Con la celebrazione di apertura abbiamo toccato con mano – chi in Cattedrale, chi collegato da casa grazie alla tv e internet – che cosa ci attende nei prossimi mesi. Complice l’allentamento delle misure antipandemiche, il calore della relazione sta rientrando nelle comunità e nelle chiese e domenica scorsa, non solo tra i membri dell’Assemblea (nella foto di Giorgio Boato), l’incontro, il riconoscersi, il salutarsi hanno avuto una parte centrale assieme alla curiosità per l’inedito. In Cattedrale c’erano gli ingredienti fondamentali per tratteggiare il volto di una Chiesa capace di servire l’uomo del terzo millennio (per questo serve la Chiesa, ha sottolineato il vescovo Claudio): il Vangelo aperto all’inizio della navata, i cristiani – laici, religiosi, presbiteri–, il vescovo che ha voluto aprire questo processo e ora ha il compito di guidarlo. «Cari rappresentanti dell’Assemblea sinodale, carissimi fedeli della nostra Chiesa di Padova, carissimi presbiteri, voi siete i padri e le madri della Chiesa del futuro: vi chiedo di vivere questa esperienza del Sinodo diocesano come una chiamata che viene dal Signore per dare una nuova forma, per ri-formare appunto la nostra amata Chiesa diocesana, in vista di una più fedele missione per il mondo di oggi», ha detto mons. Cipolla in uno dei passaggi più importanti della sua omelia, senza dimenticare di salutare le numerose autorità civili e militari presenti: «La contentezza per la vostra presenza è impegno e memoria: ci ricordate per chi vive la Chiesa! La Chiesa vive per il mondo, per servire il mondo e per donare al mondo la gioia del Vangelo. L’alterità della Chiesa, quanto la differenzia dalle organizzazioni sociali, è il suo vero patrimonio ed è il tesoro che essa è chiamata a donare al mondo».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)