Iniziazione cristiana e vita adulta. L'importanza del coinvolgimento dei genitori

Coinvolgimento dei genitoriÈ uno degli elementi essenziali nel cammino di iniziazione cristiana voluto dalla Diocesi di Padova. La centralità degli adulti nei percorsi di educazione alla fede si sostiene se ci sono accompagnatori formati e se la pastorale dialoga con le varie cifre dell’esistenza

Iniziazione cristiana e vita adulta. L'importanza del coinvolgimento dei genitori

Se è vero che in ogni essere umano esiste una potenziale apertura nei confronti di un “tu” trascendente, è anche vero che questo senso religioso archetipico ha bisogno di crescere all’interno di un sistema di relazioni comunitario capace di farlo germogliare. L’esperienza religiosa degli adulti diventa decisiva per lo sviluppo di una coscienza religiosa nei bambini, che dall’innato bisogno di senso si trasformi in una relazione intima con una realtà che progressivamente prende il nome di Dio. Come educare questi dinamismi? Come destare lo stupore davanti alla presenza della vita stessa, dei doni che richiamano a una Presenza provvidente? A questi interrogativi ha cercato di rispondere la proposta nata all’interno del progetto di rinnovamento dell’iniziazione cristiana (ic) della Diocesi di Padova. In tale progetto uno degli elementi essenziali fu proprio la presenza dei genitori nel cammino dell’ic dei propri figli e per questo è divenuto strategico formare gli accompagnatori di tali genitori.

I percorsi formativi furono ispirati da quattro “forti” ragioni pedagogiche per le quali l’educazione alla fede nelle nostre comunità cristiane senza gli adulti/genitori fatica a trasformarsi in un’esperienza che coinvolge tutta la vita:

1. avviare all’interno delle comunità cristiane una seria riflessione sul tema dell’adultità, del rispetto delle sue dinamiche maturative e apprenditive, dell’eterogeneità degli adulti e delle loro esigenze sul piano culturale e spirituale. Scoprire che l’adulto ha un suo modo di vedere la realtà, la vita e Dio che deve essere fatto emergere, rispettato e accolto se vogliamo produrre degli “apprendimenti” significativi per la vita;

2. quali temi generatori sono in grado di funzionare come attivatori psicologici e motivazionali in grado di aggregare gli adulti/genitori attorno a questioni che sentono significative per loro e per le loro famiglie? Quali “frammenti” della loro vita si portano dentro il tutto della vita e favoriscono una lettura simbolica dell’esistenza?

3. quali rappresentazioni religiose abitano la vita adulta e come possono costituire dei blocchi e delle resistenze a una fede matura, a un pensiero religiosamente orientato e non solo religiosamente istruiti?

4. se il senso religioso muove da una infrastruttura psichica originaria che ha bisogno di essere educata, alla famiglia spetta il compito di offrire un “materiale concreto di esperienza”, fatto di contenuti, riti, emozioni, perché esso possa tradursi in religiosità.

Le ragioni pedagogiche del coinvolgimento dei genitori hanno dovuto fare i conti, talvolta, con oggettivi problemi di sostenibilità. La centralità degli adulti nei percorsi di educazione alla fede infatti si sostiene se ci sono “accompagnatori”, se vi è la disponibilità a rivedere modelli pastorali centrati quasi unicamente sul catechismo dei bambini, se c’è sensibilità verso quelle cifre dell’esistenza (il nascere, il morire, il dolore e l’amore) per le quali il Vangelo è una buona notizia.

Michele Visentin

Docente di Pedagogia ISSR di Padova

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