L'ordinazione dei preti novelli a Padova. Inviati in missione dentro la vita

Preti novelli. Cattedrale gremita, sabato scorso, per l’ordinazione presbiterale di don Riccardo, don Davide, don Dario, don Alberto, don Fabio, don Cristiano

L'ordinazione dei preti novelli a Padova. Inviati in missione dentro la vita

Sei nuovi preti per la Chiesa di Padova. Sei nuovi preti scelti da Dio e chiamati mediante lo Spirito Santo. Don Riccardo Benetti (25 anni, Tombelle), don Davide Ciucevich (35 anni, Roncaglia), don Dario Marchioretto (41 anni, San Giorgio di Perlena), don Alberto Pastorello (24 anni, Conselve), don Fabio Spinello (34 anni, Pontelongo) e don Cristiano Vanin (38 anni, Conscio di Casale sul Sile) sabato 28 maggio hanno ricevuto l’ordinazione presbiterale dalle mani del vescovo Claudio. Commozione, gratitudine e serenità in una Cattedrale gremita e in una piazza Duomo piena di cartelli e festoni preparati dagli amici e dalle comunità di origine. Nella solennità dell’Ascensione, però, in attesa della festa di Pentecoste, il vescovo Claudio nell’omelia ha ricordato come sia lo Spirito Santo Colui che chiama: «Lo Spirito ci immerga nella vita di Gesù, il Signore; ci modelli come uomini e donne che lo emulano e dolcemente renda anche Riccardo, Davide, Dario, Alberto, Fabio e Cristiano strumenti visibili del suo stabile servizio alle nostre comunità: perché il Signore è con noi tutti giorni, fino alla fine del mondo».

Un’invocazione allo Spirito Santo che è anche invito a osservare e a contemplare ciò che già opera sotto ai nostri occhi. Anche queste vocazioni: «Un gruppo di giovani, qualche mese fa, mi ha chiesto perché ho scelto di fare il prete – ha raccontato il vescovo Claudio – Ho risposto loro che io non avevo scelto, ma mi sono sentito scelto. Allora, a 25 anni, non avevo consapevolezza piena della strada che stavo imboccando. Adesso affermo che Gesù mi aveva scelto per mezzo dello Spirito Santo».

Non solo i preti sono chiamati: «Questa scelta del Signore Gesù riguarda tutti voi, anzi ciascuno di voi, perché per ciascuno c’è una chiamata. Questa è la vocazione». La forza dello Spirito, che ha spinto i discepoli fino ai confini della terra, interpella a superare non solo i muri geografici, ma anche quelli esistenziali: «È nella vita che il Signore ci invia in missione, là dove spesso ci precede, così che dobbiamo correre, come Filippo, per essere dove lui ci vuole». Per don Riccardo, don Davide, don Dario, don Alberto, don Fabio e don Cristiano la chiamata oggi è quella del «presbitero secolare: abitare questo snodo, tenere insieme due tensioni, quella verso Dio e quella verso il prossimo».

Perché «un cristiano non può non occuparsi di guerra, malattia, immigrazione, sofferenza, dolore, non può dire “io prego” e basta. Un cristiano non può nemmeno occuparsi soltanto di queste cose, deve occuparsi anche di Dio, deve pregare Dio», ricordando a «coloro che guardano in alto... che occorre guardare e abbracciare anche i fratelli e le sorelle», e a chi si dedica al prossimo «che nulla possiamo senza guardare verso il cielo».

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