L’unità pastorale di Vo’ ha “fatto” trenta. Le parrocchie di Boccon, Cortelà, Vo’ Centro, Vo’ Vecchio e Zovon hanno celebrato l'anniversario

Domenica scorsa le parrocchie di Boccon, Cortelà, Vo’ Centro, Vo’ Vecchio e Zovon – prime a costituirsi unità pastorale in Diocesi – hanno celebrato il cammino compiuto

L’unità pastorale di Vo’ ha “fatto” trenta. Le parrocchie di Boccon, Cortelà, Vo’ Centro, Vo’ Vecchio e Zovon hanno celebrato l'annive...

Domenica scorsa, 8 ottobre, l’unità pastorale di Vo’ – che comprende le parrocchie di Boccon, Cortelà, Vo’ Centro, Vo’ Vecchio e Zovon – ha ricordato il suo 30° anniversario: al termine della messa delle 16.30, presieduta dal vicario generale della Diocesi, mons. Giuliano Zatti, nella chiesa di Vo’ Centro, la comunità si è riunita per festeggiare. «Festeggiare questo anniversario è l’opportunità di far conoscere il bene che la nostra unità pastorale ha portato alle singole parrocchie – spiega il parroco, don Mario Gazzillo, che conclude la sua esperienza in up e diventa parroco di Stra – e un’occasione di testimoniare un’esperienza di vita comunitaria che, dopo aver superato numerose difficoltà lungo il cammino, ha trovato un equilibrio su una pastorale unitaria, mantenendo i luoghi celebrativi delle singole parrocchie». Le maggiori difficoltà che l’up di Vo’ ha affrontato sono state l’assenza di esempi dai quali trarre spunto, essendo stata la prima in Diocesi; inoltre, l’idea di unire cinque piccole parrocchie in un percorso pastorale comune, inizialmente ha trovato una certa resistenza da parte dei parrocchiani, che da molti anni si riconoscevano nell’identità del proprio “campanile”. Tuttavia, con gli anni, gli aspetti positivi di questa nuova realtà hanno dissipato la maggior parte delle diffidenze iniziali. «La nostra è un’unità pastorale sui generis, composta di piccole realtà che contano 3.200 abitanti in tutto – spiega Francesco Lazzarini, vicepresidente del consiglio pastorale – Unirle in un’unica realtà ha permesso di custodire attività che, diversamente, si sarebbero perse. Se consideriamo che alcune parrocchie hanno una manciata di bambini, è facile comprendere che iniziative come le attività estive e l’iniziazione cristiana avrebbero perso di significato». Nonostante l’esperienza trentennale alle spalle, è difficile immaginare il futuro delle unità pastorali. «Non è possibile affrontare un discorso generale – spiega il parroco – La nostra Diocesi è molto variegata come densità, natalità e caratteristiche sociali, di conseguenza anche le prospettive future sono molto diverse. Qui, imparando a sentirsi parte dell’unità pastorale, le persone sono state aiutate a superare le tensioni e a mettere insieme le diversità. Anche se i campanilismi, talvolta, si fanno ancora sentire, è stato fatto un cammino importante di fraternità». «Trent’anni fa, abbiamo preso il largo senza direttive precise, e col tempo abbiamo imparato il valore dello stare insieme poiché è camminando insieme agli altri che ciascuno ha la possibilità di sviluppare il proprio carisma» conclude Lazzarini. Fondamentale è la collaborazione dei laici nelle parrocchie, come ha sottolineato mons. Zatti nell’omelia.

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