La fede è quotidianità. Le parole del vescovo Claudio alla GMG di Lisbona

Il vescovo Claudio sette anni fa in Polonia annunciava il Sinodo dei giovani. In Portogallo la parola d’ordine è “attenzione all’ordinario”. «Questa nuova generazione ha molte domande nel cuore che vanno accolte»

La fede è quotidianità. Le parole del vescovo Claudio alla GMG di Lisbona

Questa volta il vescovo Claudio ha giocato d’anticipo. Alla sua prima catechesi in un parco di Merces, a nord-ovest di Lisbona, di fronte a 1.200 pellegrini padovani (e ad un altro migliaio da altre diocesi italiane), ha rivelato quale sarebbe stato il suo annuncio a sorpresa. Del resto, chi era a Proszowice sette anni fa, in Polonia, e aveva assistito alla prima catechesi del vescovo Claudio aveva ascoltato in diretta l’indizione del Sinodo dei Giovani. «E allora qual è la sorpresa di quest’anno mi chiedevano? – ha provocato il vescovo – Quest’anno dobbiamo mettere la nostra attenzione all’ordinarietà, a quello che succede tutti i giorni, a un’esperienza di fede che non è questione straordinaria ma è una questione del quotidiano, delle cose semplici, della nostra vita. Non c’è uno straordinario evento in prospettiva, ma una fatica grandissima, forse anche preziosa, da vivere proprio dove noi passiamo i nostri giorni e nei quali veniamo in genere distratti». L’ordinarietà insomma: «La fede che resiste è quella quotidiana, che attraversa anche gli eventi belli e meno belli». Riallacciandosi al tema della fretta, colonna portante della Gmg con il Vangelo della visitazione, il vescovo Claudio Cipolla ha rivelato: «Questa è una mia fretta pastorale: è urgente che poniamo attenzione a quello che dobbiamo vivere tutti i giorni illuminati dal Vangelo, qualcosa che non è nostro ma che viene dall’Alto e ci mette in movimento». Raggiunto per le domande – in un’intervista presente in versione integrale sul canale YouTube della Difesa – il vescovo Claudio ha osservato come «siamo di fronte a una generazione nuova rispetto a quella della Gmg precedente di Cracovia. Anche qui colgo tanti aspetti positivi, tante domande e tante richieste, riflessioni e forse anche solitudini, incertezze dentro la vita e il cuore di questi ragazzi. Queste domande attendono una risposta: noi e il mondo degli adulti dobbiamo accogliere queste domande, accompagnarle, senza sostituirci nella fatica di trovare le risposte ma manifestando la nostra stima e fiducia nella fatica dei giovani che genera il loro diventare grandi e adulti, come uomini e come credenti». Nel 2016 il Sinodo dei giovani. Nel 2023 l’ordinarietà. «L’emergenza oggi – aggiunge don Claudio Cipolla – è rendere bella e ricca la quotidianità, le cose semplici, senza escludere l’eccezionale o vocazioni importanti, ma è dalle piccole cose belle che dobbiamo partire, altrimenti non saremo in grado di rispondere a chiamate più alte dal punto di vista spirituale, ecclesiale, di servizio nella politica e nello studio come contributo ad un progresso che si mette a servizio dell’uomo e non soltanto dell’economia. Insomma, queste vocazioni, per radicarsi, hanno bisogno di un terreno che è quello del quotidiano». E ai giovani di oggi, la generazione della pandemia, per intenderci, mons. Cipolla indica una strada: «Il Vangelo che abbiamo ascoltato oggi (il 2 agosto, ndr) mi sembra dica una cosa molto importante: la perla preziosa c’è. Noi dobbiamo sapercene accorgere. A questi ragazzi dobbiamo rendere credibile il fatto che cercare questo tesoro valga la pena, sia importante per dare valore e ricchezza alla propria vita». Il vescovo di Padova riconosce le difficoltà di questa generazione: «Li vedo increduli nei confronti di loro stessi ma anche con gli adulti, è come se non si fidassero completamente di loro, come se li avessero schiacciati. Il Vangelo è una grande risorsa anche per questi ragazzi: il contributo che la Chiesa può dare non è una nuova aggregazione, ma aiutarli a crescere e a diventare grandi». E alla giovane che indicava le difficoltà nel dialogo con gli adulti, il vescovo Claudio lanciava una provocazione: «È importante che i giovani di oggi si ricordino, quando saranno adulti, quali erano le attese che avevano da giovani e come già oggi le stanno esprimendo». Infine, per mons. Cipolla, trovarsi a Lisbona non è cosa di poco conto, dato che è la città natale di sant’Antonio: «Su di lui – conclude il vescovo – si è costruita un’immagine molto ricca ed evangelica della fede in Gesù. A lui si ricorre come taumaturgo, come colui che ci può aiutare nelle nostre domande più profonde. In questa sua terra natale dobbiamo ragionare di questa figura universale comprendendo come la nostra umanità cresca in una terra, ma questa terra non ci contiene: abbiamo bisogno di orizzonti sempre più grandi. Antonio è diventato grande diventando naufrago, andando via, avendo fiducia in sé stesso e nel Signore».

23-24 settembre, Padova e Chioggia insieme post Gmg

C’è già un appuntamento per tutti i partecipanti alla Gmg delle Diocesi di Padova e Chioggia. Una due giorni di incontri, testimonianze, attività nella città lagunare, sabato 23 e domenica 24 settembre, alla presenza dei vescovi Cipolla e Dianin. Info e iscrizioni su www.giovanipadova.it/ postgmg

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