La parola ai moderatori. Confronto che si è spinto in profondità: «Ci ha fatto bene»

Gruppi di discernimento. Si sono incontrati tra ottobre e dicembre – in parrocchia o per ambito – e, con in mano ciascuno uno dei 14 temi sinodali, hanno individuato delle proposte ora affidate alle Commissioni di studio

La parola ai moderatori. Confronto che si è spinto in profondità: «Ci ha fatto bene»

Nel periodo ottobre-dicembre 2022, il processo sinodale ha visto le parrocchie nuovamente coinvolte attraverso i Gruppi di discernimento sinodale che si sono trovati ad analizzare, a scelta, uno dei 14 temi individuati dal lavoro della Commissione preparatoria. Questi gruppi di lavoro – composti per lo più da persone impegnate a vario titolo in parrocchia o da soggetti accomunati da percorsi simili (educatori, presbiteri) – sono stati guidati ciascuno da un moderatore. Abbiamo chiesto ad alcuni di loro come hanno vissuto questa esperienza, riscontrando per lo più giudizi positivi. «Il gruppo di cui sono stato moderatore aveva come tema “La comunicazione della fede” – racconta Luca Bassanello della parrocchia di Mellaredo – Il lavoro è stato molto profondo, emozionante, è stato arricchente confrontarsi tra adulti, in modo aperto, su tematiche che coinvolgono in particolare la vita dei figli. Nonostante qualche fatica nel seguire le tracce fornite, un aspetto positivo emerso è quanto la parrocchia funga ancora da polo di aggregazione. Allo stesso tempo, viene richiesto da più parti, di essere una Chiesa più aperta, inclusiva; la catechesi è importante ma ci sono molti bisogni nella comunità, intesa in senso ampio, che la parrocchia potrebbe intercettare». Anche nel Gruppo di discernimento di Elisa Candian, vice presidente del consiglio pastorale della parrocchia di Vigonovo, viene auspicata una Chiesa “in uscita”, attenta ad alcuni aspetti sociali della comunità. «Lavorando sul tema relativo alla “Chiesa e agli ambiti di vita”, ci siamo resi conto dell’importanza di coinvolgere maggiormente alcuni soggetti: malati, anziani, disabili, persone che nella nostra realtà sono trascurate e necessiterebbero di maggiore attenzione. A tal proposito riteniamo che sarebbe bello interessare i più giovani in un’ottica educativa e intergenerazionale e, allo stesso tempo, di Chiesa in uscita. Oltre a questo, è stato evidenziato il bisogno di coinvolgere maggiormente i sacerdoti e di migliorare la comunicazione tra noi laici». Più singolare l’esperienza di Loris Bizzotto, diacono della parrocchia di Peraga e membro della segreteria del Sinodo, che ha moderato un gruppo di presbiteri appartenenti alla stessa “classe” di studio. «Il nostro tema era quello relativo all’identità e ai compiti dei presbiteri – racconta – il gruppo era eterogeneo: chi parroco, chi vicario, chi collaboratore. Ho riscontrato molto interesse e desiderio di ciascuno di non accontentarsi, cercando di spingersi a delle riflessioni profonde. Non si è trattato dunque di un confronto sterile: ognuno voleva sinceramente cercare di guardare un po’ più in là... Le sintesi del nostro gruppo hanno cercato di fornire proposte concrete, che potrebbero essere realizzate già oggi. Non sappiamo dove il Sinodo ci porterà, ma è importante che ciascuno faccia la propria parte sapendo che questo processo fa bene a tutti». Anche Valter Francescon, parrocchia di Casalserugo, è stato moderatore di un gruppo di presbiteri e anche di uno composto da adulti di Azione cattolica. «Sono state due belle esperienze – commenta – Credo che il Sinodo rappresenti un momento per fare il punto su alcuni aspetti importanti e tracciare direzioni future, ma non dobbiamo dimenticare che la Chiesa è continuamente in cammino, non solo ora. Spero che le Commissioni che in questi giorni si stanno occupando di fare sintesi riescano a cogliere alcune intuizioni, forse profezie della Chiesa: talvolta idee o proposte ispirate dallo Spirito Santo arrivano da pochi o si nascondono tra le righe…». «Sono insegnante e avevo già partecipato agli Spazi di dialogo all’inizio del percorso sinodale - afferma Sabrina Barbato, parrocchia di Ponte San Nicolò - Il tema che abbiamo affrontato è stato quello delle “priorità pastorali, l’annuncio al centro”. Mi sono approcciata a questa esperienza con molto entusiasmo perché venivo da un cammino importante, quello dei “7 Segni” (che segue a quello delle Dieci Parole), per me è stato dunque naturale propormi come moderatore; ho sperimentato nei partecipanti molto desiderio di ricerca e di essere dentro a un percorso di fede. Come metodologia abbiamo seguito le tracce che ci sono state fornite e ci siamo trovati decisamente bene». Positivo anche il parere di due giovani moderatori, Alessandro Destro, 30 anni, vicepresidente del consiglio pastorale della parrocchia di Campagna Lupia e Carlo Ranzato, 26 anni, di Sant’Anna di Piove di Sacco. «Il metodo di gestione dei gruppi di lavoro lo conoscevo già, perché ho partecipato al Sinodo dei giovani – racconta Alessandro – per me quindi è stato abbastanza semplice condurre il gruppo e arrivare a una sintesi. A differenza della precedente esperienza, però, le persone non erano tutte della mia generazione, ma c’erano anche adulti e una consacrata. Abbiamo dato agli incontri un clima familiare, cercando di metterci rispettivamente a nostro agio. Il tema era quello relativo a “evangelizzazione e cultura”: abbiamo consegnato tre proposte abbastanza simili tra loro e, pur consapevoli che non sono di semplice realizzazione, abbiamo voluto esplicitarle; una di queste suggerisce di realizzare maggiori eventi culturali in parrocchia così da avvicinare anche chi normalmente è meno portato a frequentare questo luogo». «Il mio gruppo era composto, invece, dagli animatori del nostro vicariato: abbiamo riflettuto sul “volto delle parrocchie” – racconta Carlo – La guida fornita dalla Presidenza era molto precisa e l’abbiamo seguita passo passo, incontrandoci tre volte: il funzionamento ci è piaciuto. Le proposte che abbiamo presentato sono più o meno queste: utilizzare, innanzitutto, la modalità degli Spazi di dialogo anche su altri temi, perché l’abbiamo trovata utile e arricchente; in secondo luogo, mettere in atto azioni che possano “recuperare” i ragazzi che si perdono dopo il completamento dell’iniziazione cristiana, coinvolgendo i giovani più grandi. Infine, recuperare un clima di comunità, creando momenti di incontro tra i diversi gruppi della parrocchia, allo scopo di rafforzarne i legami».

1.200 i moderatori coinvolti. Forte la presenza femminile

Sono più di 1.200 i moderatori dei Gruppi di discernimento, di cui circa 650 erano già stati facilitatori degli Spazi di dialogo nell’anno di preparazione al Sinodo. La fascia d’età più rappresentata è 46-60 anni (45 % del totale), seguita da quella più “adulta” (61-70, 23 %); la più giovane (36-45 anni) raggiunge l’11 %. Le moderatrici (56 %) sono state più numerose dei moderatori e una netta maggioranza femminile (più del 60 %) si riscontra anche nella composizione dei gruppi. Più di 400 moderatori sono membri di un consiglio pastorale e circa 260 provengono dal mondo dell’Annuncio (catechisti, accompagnatori degli adulti...); circa 200 non prestano servizi specifici in comunità. La maggior parte dei gruppi (circa 740) è nata in seno alle parrocchie, mentre altri si sono dichiarati informali (435) oppure di ambito (166), raggruppando persone dello stesso settore lavorativo/culturale.

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