Lettore. Sentinella in attesa dell’alba

Lettore. Oltre a leggere la Parola, potrebbe curare la preparazione dei fedeli

Lettore. Sentinella in attesa dell’alba

«Sentinella quanto resta della notte?». Al grido del popolo che invoca la luce, risponde la sentinella: «Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite» (Is 21, 11 ss). Potremmo dire che il ministero del lettore è simile a quello della sentinella che non dà risposte consolatorie, ma convoca l’uomo a una responsabilità attiva. Non dice quando la notte avrà fine, ma invita i fratelli ad ascoltare la parola di Dio per convertirsi. È importante che i lettori, per ora solo di fatto, non ancora istituiti, comprendano che, oltre a leggere la parola di Dio nell’assemblea liturgica, potrebbero anche curare la preparazione dei fedeli alla comprensione del testo sacro. Solo chi ha studiato, meditato e pregato la parola di Dio è in grado di porgerla ai fratelli in modo adeguato. Infatti: «La parola di Dio, costantemente annunziata nella liturgia, è sempre viva ed efficace per la potenza dello Spirito Santo, e manifesta l’amore operante del Padre che giammai cessa di operare verso tutti gli uomini» (Prenotanda del Lezionario N. 4). Dall’ambone, la tomba vuota di Cristo, scende la sua Parola di salvezza. Anticamente essa veniva cantillata, perché il lettore quasi scomparisse nel canto e non influenzasse con la sua intonazione la potenza del testo sacro. Nessuna drammatizzazione mentre si legge: non siamo a una recita teatrale. I lettori, umili servitori della parola di Dio, come sentinelle, sanno rimanere nascosti nella notte in attesa dell’alba.

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