Missione in Thailandia. La Quaresima estiva di una piccola chiesa missionaria

Thailandia. Tra dialogo interreligioso e agricoltura biologica, la missione triveneta nella Diocesi di Chiang Mai. Con il progetto Laudato Si' sosterremo produzioni che fanno bene al corpo e all'ambiente

Missione in Thailandia. La Quaresima estiva di una piccola chiesa missionaria

«Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». La tentazione dei cristiani di ogni tempo sta tutta in questa esclamazione di Pietro. Il brano di Matteo che racconta la Trasfigurazione di Gesù, al centro della liturgia di questa seconda di Quaresima senza messe nel Nord Italia, contiene un messaggio chiaro anche per i credenti thailandesi. La Chiesa cattolica è piccola e dispersa nelle grandi pianure e sui monti a nord del Paese del Sud-est asiatico, eppure dopo il dono inestimabile della visita di papa Francesco è chiamata a un cambio di passo. Quell’“uomo vestito di bianco” che sporadicamente compariva sui telegiornali in lingua thai, per buona parte del mese di novembre ha catalizzato su di sé – e sullo 0,8 per cento della popolazione che lo segue – l’attenzione della nazione. I 350 anni dalla nascita del vicariato apostolico del Siam sono stati coronati dalla presenza del pontefice e oggi le undici diocesi nate nei secoli sono chiamate a trasmettere in chiave missionaria tutta la potenza di quell’incontro.

Per questo tra i progetti selezionati dal Centro missionario di Padova in questa Quaresima di fraternità, per quanto riguarda la missione triveneta nella Diocesi di Chiang Mai c’è proprio la diffusione del materiale pastorale che l’Ufficio per le comunicazioni della Chiesa nazionale thailandese sta mettendo a punto e che la parrocchia di San Francesco d’Assisi a Lamphun si sta impegnando a diffondere. «Papa Francesco, oltre alla sua presenza e ai gesti importanti, ci ha portato contenuti intensi e precisi che vale la pena approfondire e diffondere anche tra i non cristiani – riflette don Attilio De Battisti, parroco a Lamphun – La nostra diocesi ha tradotto i messaggi e i discorsi del papa in un libretto, ora sta a noi diffonderlo. Nel frattempo, come ogni anno abbiamo creato il calendario della parrocchia e quest’anno abbiamo inserito l’immagine della stretta di mano tra il papa e il patriarca supremo buddista Somdet Phra Ariyavongsagatanana IX, chiedendo ai nostri parrocchiani di donarlo ad almeno un vicino buddista. È un invito a farsi missionari, a raccontare la loro fede e la vita della parrocchia». A scendere dal monte Tabor, si potrebbe dire per rifarci ancora un volta al Vangelo di questa domenica.

E proprio l’8 marzo è una domenica importante per Lamphun. Il programma prevede il ritiro di Quaresima con una ventina di partecipanti, e la visita al nuovo monastero di clarisse nato da pochissimo proprio accanto alle strutture parrocchiali. «È la prima espressione di vita contemplativa femminile della diocesi – riprende don Attilio – un nuovo virgulto che nasce dall’arrivo in Thailandia delle ultime tre religiose di questa congregazione marchigiana, tra cui due suore anziane, a cui si sono aggiunte altre due sorelle qui». La stessa esperienza verrà ripetuta il 22, con gli abitanti del villaggio di Papae, dove nei giorni scorsi si è tenuto un rito inedito attraverso il quale la popolazione si è impegnata a preservare l’ambiente dagli incendi che flagellano le foreste in questo periodo dell’anno. La polizia forestale sta riconoscendo i villaggi indigeni come fattore di protezione della biodiversità, propone formazione e piani condivisi di azione, suggellati anche da un momento religioso a cui sono stati invitati i fedeli cattolici.

La stagione calda e secca sta entrando nel vivo in tutto il Paese. In questi giorni le scuole chiudono, la Quaresima di fatto si vive in piena estate. «Così i centri in cui accogliamo gli studenti durante l’anno scolastico vanno chiudendo e arriva il tempo dei campi scuola – racconta da Chaehom don Raffaele Sandonà – Non immaginateli però come in Italia, si tratta più che altro di quattro giorni di grest, che vedranno qui con noi dal 24 al 27 marzo un’ottantina di ragazzi delle medie e dal 2 al 5 aprile un centinaio di piccoli delle elementari. Gli animatori saranno i ragazzi dei centri, una trentina per turno, che già conoscono i ragazzi».

E poi arriva Pasqua con il triduo e i sacramenti: una comunione a Lamphun, venti battesimi a Chaehom. Si tratta di scelte coraggiose. «Il contesto di partenza conta molto – commenta il sacerdote – Le popolazioni dei villaggi indigeni che provengono dalle religioni animiste si stanno aprendo al cristianesimo molto velocemente. Per i thai invece convertirsi è molto diverso, non ci sono rischi, ma si viene percepiti come strani e in parte stranieri: il buddismo è parte integrante dell’identità nazionale». E poi arriva una Pasqua del tutto particolare: «Quest’anno è come se arrivasse il 14 agosto in Italia – continua don Raffaele – Dal 13 al 15 aprile, infatti, la Thailandia festeggerà il Capodanno, la festa del Son Kran, famosa in tutto il mondo per le grandi gavettonate che vengono messe in scena. Così vivremo il giovedì e il venerdì santo nei villaggi più centrali, mentre il sabato qui nel centro della parrocchia: poi fino a maggio ci saranno le vacanze».

Mentre il progetto della missione triveneta continua, si fa strada la prospettiva di riconsegnare alla Diocesi di Chiang Mai la parrocchia di Chaehom, dove i nostri missionari risiedono dal 1998, preceduti dai religiosi del Pime. Negli ultimi mesi è sorta la Fondazione Laudato Si’, che sta assumendo le attività del Caffè Bruno e quelle in partenza della coltivazione del tè e del cacao e costituisce il secondo progetto sostenuto dal Centro missionario. Per quanto riguarda il tè, i prossimi due mesi vedranno la prima grande raccolta e tostatura dopo il test dello scorso anno. Mentre le 4 mila piantine di cacao sono pronte per essere piantate in queste settimane. Punto nevralgico della nuova fondazione è il centro di Chaesorn, dove le attività vengono coordinate da don Bruno Rossi.

«Lo scopo principale di Laudato Si’ è promuovere l’agricoltura biologica – spiega il parroco originario di Enego – Le linee d’azione sono due: anzitutto la formazione, quindi l’intermediazione per promuovere sul mercato i prodotti di pregio che questa gente è in grado di coltivare. I corsi di formazione sono già partiti: da un lato insegniamo a produrre fertilizzanti biologici, dall’altro spieghiamo grazie agli esperti tutti i vantaggi per l’organismo di mangiare cibo sano e di vivere in ambienti non contaminati dall’agricoltura intensiva. Qui al momento tutto si basa sulle grandi quantità, specie di mais. La nostra idea è quella di promuovere la qualità del prodotto». Il progetto Laudato Si’, specie tramite Caffè Bruno, sta già offrendo un sostegno importante alla missione e alla Diocesi. Nel futuro continuerà a essere così, lanciando anche un ponte missionario nei confronti di chi non è cristiano.

24 marzo, memoria dei missionari martiri

Il 24 marzo 2020 celebreremo la 28° Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri. Lo slogan è: “Innamorati e vivi”. Nel sito centromissionario.diocesipadova.it tutti i materiali per vivere la giornata in comunità.

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