Mons. Dianin vescovo, gli anni in Azione Cattolica. "Con l’amicizia del Signore e di tante persone"

Il mio primo ricordo di (don) Giampaolo è ambientato in Val di Fassa, a Meida, nella casa dell’Azione cattolica di Padova, teatro di incontri, festa e crescita per me e moltissimi giovani.

Mons. Dianin vescovo, gli anni in Azione Cattolica. "Con l’amicizia del Signore e di tante persone"

Eravamo insieme durante un camposcuola per educatori: in quegli anni era normale che ai campi partecipassero alcuni seminaristi, ci si conosceva, si condividevano esperienze di confronto, maturava in tutti e tutte noi il senso di essere parte attiva e responsabile della Chiesa, dentro le nostre diverse storie che imparavamo a comprendere come “vocazioni”. Quando poi è arrivato come assistente in Ac, è stato come riprendere un dialogo che ci ha portato a condividere anni speciali, ricchi e impegnativi. Attraverso di lui mi è stata chiesta la disponibilità a diventare presidente diocesana e mi ha accompagnato nei miei primi passi di un compito totalmente nuovo.

Ricordo le sue parole subito prima dell’inizio della riunione di presidenza: «Non prendere appunti, c’è il segretario per questo, tu tieni alta la testa, guarda le persone, ascoltale...». Da lui ho imparato a parlare per ultima per dare spazio a tutti e a tutte senza bloccare nessuno a causa del mio ruolo. Di lui ho apprezzato la pacatezza e la chiarezza negli interventi, la discrezione nei giudizi. Un altro ricordo risale al 2013: da alcuni anni era rettore del Seminario e io avevo terminato l’incarico di presidente. Don Giampaolo mi telefona per domandarmi di prendermi cura di Dall’alba al tramonto, mensile di spiritualità nato in Ac: «Vorremmo proporre all’associazione, che l’ha fatto nascere, di riprenderlo in mano, così ho pensato a te...». Da quella telefonata è iniziata una nuova impegnativa avventura che ha coinvolto non solo me, ma l’Ac intera nella progettazione, valorizzazione e promozione di questo strumento di preghiera rivolto in particolare ai cristiani, laici e laiche. Caro don Giampaolo (farò fatica a chiamarti diversamente), ti auguro che l’amicizia e la presenza del Signore nella tua vita non vengano mai meno e che lui continui a donarti doti e forza necessarie per essere pienamente te stesso nel servizio, nelle relazioni, nelle parole che ti saranno richieste. Ti auguro di trovare sempre vicino a te persone disponibili a mettersi in gioco, a fare la propria parte, a condividere le responsabilità e a offrire sostegno, amicizia, relazioni calde, perché credo che anche un vescovo abbia bisogno di non restare solo. Ti auguro di condividere con la tua gente la gioia del Vangelo, la passione per l’umano e la creatività per trovare strade sempre nuove per raccontare la notizia buona in questo tempo.

Nella segreteria del Sinodo diocesano

Nel 2000 viene stato nominato assistente unitario dell’Azione cattolica di Padova fino al 2008. Dal 2009, anno in cui è nominato rettore del Seminario maggiore, al 2012 è stato delegato vescovile per il diaconato permanente. Dal 2012 al 2018 è stato, per due mandati, coordinatore della commissione triveneta per i seminari. È stato tra i membri della segreteria del Sinodo diocesano.

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