Polverara. "Ci si scopre vasai nelle mani di Dio". Tempo della fraternità. Cammino per ragazzi, genitori, comunità

Da diversi anni, nella nostra comunità cristiana di Polverara, si vive l’esperienza dell’iniziazione cristiana per i fanciulli e i ragazzi. In questo rinnovato cammino di iniziazione è nata l’occasione profonda per tessere relazioni con i genitori, vere guide di vita.

Polverara. "Ci si scopre vasai nelle mani di Dio". Tempo della fraternità. Cammino per ragazzi, genitori, comunità

Certamente i genitori sono sempre stati presenti nel cammino di catechesi dei loro ragazzi, ma come spettatori, mentre ora diventano essi stessi protagonisti, vengono coinvolti. Non per fare un cammino parallelo ai loro figli, ma per avere uno spazio di libertà in cui confrontarsi e vivere o rivivere esperienze di fede che possano aiutarli nel difficile compito dell’essere genitori oggi.

Il cammino non è privo di incognite: terminato il cammino del discepolato con i ragazzi delle elementari, ad esempio, come proseguire? Ecco una proposta molto forte da condividere dentro un’altra dimensione. Non più tempo di catechesi intesa in senso classico, ma un tempo specialissimo da costruire insieme fra le varie componenti della comunità: genitori, ragazzi, animatori e altre realtà di servizio. Ecco il Tempo della fraternità. Una fraternità da tessere settimanalmente, con gioia, entusiasmo, tanta speranza e con una certezza, quella di avere come compagno di cordata quell’amico che non ti lascia mai solo, anche nei momenti no: Gesù.

Nel primo anno si vive la dimensione del servizio nei vari ambiti della vita. Se la comunità ti ha dato nei cinque anni precedenti, ora ti chiede del tempo per quei piccoli servizi di cui c’è necessità: dal canto, al servizio all’altare, dal fare il postino per la distribuzione dei foglietti parrocchiali... Il secondo è l’anno della missione, del creare sensibilità missionaria... Il terzo è l’anno della comunità, l’anno in cui i ragazzi entrano in un gruppo dove riscoprire in quale tassello del mosaico si collocano rispetto alla propria comunità. È sempre e comunque una scelta vissuta con sacrificio, con difficoltà, ma anche con tanta gioia. Ci si scopre vasai nelle mani di Dio. Grazie Signore.

don Daniele Hudorovich
parroco

La parola agli animatori. Non crescono solo i ragazzi!

Vivere da animatore nei gruppi della fraternità è un compito arduo, difficile, ma nello stesso tempo anche affascinante e in certi momenti gratificante. Il compito richiede una formazione che noi animatori sentiamo come necessaria. Siamo sempre accompagnati dall’aiuto di varie persone della comunità, come il parroco, le catechiste e altri operatori pastorali che dietro le quinte sono sempre presenti.

Aiutati dal sussidio diocesano sulla fraternità, abbiamo costruito insieme il progetto da condividere con i ragazzi. La nostra preoccupazione iniziale è stata quella di creare il gruppo. Per questo abbiamo messo in campo tutte le nostre abilità. Prima di tutto abbiamo imparato ad ascoltare i ragazzi considerando tutto quello che dicono come importante. Spesso questo è faticoso, ma siamo consapevoli che oggi ci sono pochi momenti in cui i ragazzi possono esprimersi liberamente senza essere criticati o senza criticare. Sono abilissimi con i nuovi media, sanno navigare nel mare infinito di internet, sanno esprimersi molto bene nel web, ma hanno difficoltà a parlare tra di loro e con gli adulti. Figuriamoci parlare di qualcosa che abbia a che fare con la religione. Per questo cerchiamo dei punti di contatto e di dialogo trovando argomenti che li interessino e facendogli fare esperienze all’interno della nostra comunità. Nei nostri incontri parliamo di servizio da vivere negli ambienti dove la vita ti chiama a essere protagonista. Ci interroghiamo sul significato di missione, su come possiamo essere missionari anche nei nostri contesti quotidiani. Cerchiamo di farli partecipare alle celebrazioni domenicali e a compiere piccoli servizi anche nella liturgia.

Con il nostro gruppo ci incontriamo settimanalmente e costruiamo il progetto rendendo i ragazzi protagonisti di questa avventura Sentirti importante nel cammino di crescita e di maturità dei tuoi ragazzi non è cosa da poco. Ti scopri collaboratore di Dio e dentro questa dimensione cresci e maturi, diventando anche “adulto” nella vita. A volte si pensa di dare ai ragazzi, invece ricevi il centuplo nel sorriso, in un grazie, in un abbraccio. Tutto questo porta stupore!

Serena Penga

La parola ai ragazzi. Un grazie ai nostri animatori

Noi ragazzi del gruppo della fraternità abbiamo iniziato questa avventura senza sapere cosa aspettarci: ancora catechismo? Ma non ci avevano detto che era finito? Quando ci siamo resi conto che ci sarebbero stati dei ragazzi più grandi che ci avrebbero accompagnato in questa nuova avventura, siamo stati molto contenti. Ancora non avevamo chiaro cosa ci dovevamo aspettare, ma intanto abbiamo formato un gruppo, sono nate delle amicizie.

È vero, molti di noi si conoscevano già, ma questo nuovo modo di incontrarci, più da grandi, ci ha fatto vivere questa esperienza quasi come un gioco, con il tempo abbiamo capito che è qualcosa di più! Con l’aiuto degli animatori stiamo facendo un bel cammino di amicizia e di fraternità.

Penso che anche per i nostri animatori sia una novità, insieme scopriamo come il Signore centra con la nostra vita ed è bello vedere come insieme cresciamo anche in questo. Aspettiamo con gioia l’appuntamento e ogni volta cerchiamo i nostri animatori come loro cercano noi. Fra di noi nasce anche una forte amicizia che non si ferma all’incontro settimanale, ma va oltre e ci aiuta a scoprirci persone importanti all’interno di una grande storia importante.

Ringraziamo i nostri animatori per tutto quello che fanno per noi, per il tempo che ci dedicano, per la pizza che mangiamo insieme, per una uscita che hanno organizzato, per il campo scuola, per le preghiere che condividiamo. Speriamo che la storia continui!

Giulio

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