Preghiera ecumenica di Pentecoste domenica 12 giugno alle 17. È l’unico Spirito di Dio che unisce

Preghiera ecumenica di Pentecoste Preparata dal Consiglio delle Chiese cristiane di Padova, si tiene questa domenica alle 17 nella chiesa ortodossa rumena di via Vigonovese. Unisce la Pentecoste celebrata da cattolici e riformati, il 5 giugno, e quella ortodossa del 12

Preghiera ecumenica di Pentecoste domenica 12 giugno alle 17. È l’unico Spirito di Dio che unisce

È una ricorrenza scelta non a caso quella di domenica 12 giugno per celebrare la Preghiera ecumenica di Pentecoste preparata dal Consiglio delle Chiese cristiane di Padova, alla quale sono invitati a partecipare i cristiani delle diverse confessioni. Il primo appuntamento era stato lo scorso anno, ancora nel mezzo della sofferenza e delle ferite del Covid. Da queste ferite si è ripartiti nel segno di una preghiera ancora più forte proprio perché unitaria. «La Preghiera ecumenica di Pentecoste, preparata dal Consiglio delle Chiese cristiane di Padova, si colloca come un filo che unisce la Pentecoste celebrata da cattolici e riformati lo scorso 5 giugno e quella ortodossa del 12 giugno – spiega don Enrico Luigi Piccolo, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso – Il significato della festa di Pentecoste, del resto, è proprio questo: il Crocifisso Risorto dona il suo Spirito, unico e medesimo per tutti, senza distinzioni, capace di unire, di tessere relazioni, aprendo le persone al dialogo e alla comprensione reciproca».

La seconda Preghiera ecumenica – che si svolge alle 17 nella parrocchia ortodossa rumena di via Vigonovese a Padova – non è un momento estemporaneo. Fa parte del percorso di crescita e maturazione del Consiglio delle Chiese cristiane di Padova. Il Consiglio è nato il 25 maggio 2017 con la firma dello statuto da parte di cinque Chiese. È al momento composto dalle Chiese cattolica-romana, evangelica luterana, metodista-valdese, ortodossa greca e ortodossa rumena. «Stiamo parlando di un cammino, dunque di un percorso che si svolge a piccoli e costanti passi lungo la strada del dialogo – prosegue don Piccolo – Tra i momenti più recenti che hanno visto, nella nostra realtà territoriale, la collaborazione insieme dei cristiani delle diverse confessioni vanno ricordati la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e il convegno di preparazione a questa. A tali appuntamenti se ne sono aggiunti altri condivisi insieme tra le Chiese, come le Giornate del dialogo ebraico- cristiano e la Giornata per la custodia del Creato. Il tratto distintivo di questa esperienza è il progettare e realizzare insieme, nonostante le differenze. Lo possiamo fare perché lo Spirito sa unire identità, tradizioni, confessioni diverse. Tutti noi ci sentiamo figli dello stesso Padre e, dunque, fratelli e sorelle, nella fede in Gesù e nella preghiera ispirata dallo Spirito Santo». Un cammino di dialogo che, in Diocesi di Padova, parte da lontano e ha avuto proprio nella nascita del Consiglio delle Chiese il suo frutto naturale. «Veniamo da anni di lavoro costante, voluto da tante persone che, con ostinata fiducia, credono nel potere trasformante del dialogo – prosegue il direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso – Un’opera che non parte dall’alto, ossia da obiettivi predeterminati, ma dal basso, dalla nascita e cura delle relazioni tra le persone, intraprendendo un confronto sincero nel rispetto dell’altro, senza mai invaderne indebitamente la vita ecclesiale dell’altro. La bontà sta del resto, nella parresia, in quella libertà che è rispetto e responsabilità per il fratello e la sorella».

E proprio nel segno della responsabilità fraterna i rappresentanti delle altre Chiese cristiane presenti nel Consiglio delle Chiese hanno preso parte all’apertura del Sinodo diocesano lo scorso 5 giugno. «La loro presenza è stata importante. Abbiamo bisogno di sentirci, confrontarci e collaborare assieme in questo cambiamento d’epoca – commenta don Enrico Luigi Piccolo – Anche perché molte questioni emerse nella fase preparatoria del Sinodo sono condivise e toccano indistintamente tutte le Chiese. I problemi, le fatiche e le sfide sono salutari; spingono all’apertura, al confronto e alla condivisione. Sentiamole come occasione di grazia per tendere all’unità».

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