Profanata e distrutta la statua di Maria Bambina a Fonzaso. Il dolore di una comunità ferita dal gesto d'odio

Distrutta e derubata la cara immagine di Maria Bambina, simbolo della parrocchia della Natività di Maria di Fonzaso. La profanazione scoperta dal parroco, don Stefano Vanzetto, nella mattina di sabato 1° luglio. Rubati gioielli ex-voto. Il dolore della comunità.

Profanata e distrutta la statua di Maria Bambina a Fonzaso. Il dolore di una comunità ferita dal gesto d'odio

Qualcuno dirà che è solo una statua. Eppure chiunque, a prescindere dalle sue inclinazioni religiose, non può non provare un moto di disgusto di fronte all’orrenda profanazione scoperta sabato 1° luglio a Fonzaso. Un atto particolarmente sacrilego, per di più, perché rivolto all’immagine di Maria Bambina in fasce. Innocente. Indifesa. Immancabile il dolore e lo sconforto della comunità, che ha in quella cara immagine il suo simbolo e il suo titolo. La parrocchia, infatti, è intitolata alla Natività di Maria Santissima.

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La statua di Maria Bambina prima della profanazione

Autore della triste scoperta è stato il parroco don Stefano Vanzetto nella mattina di sabato, quando ha aperto la chiesa. «Ho trovato la nicchia dell’altare della Madonna vuota. Pensavo che la statua fosse stata rubata, e invece l’ho trovata rotta sull’altare». Dato che non sono stati rilevati segni di effrazione, è probabile che l’atto sacrilego sia avvenuto nel pomeriggio del venerdì, prima che la chiesa fosse chiusa per la serata.

La mano blasfema si è accanita particolarmente contro il volto della Madonna in fasce, di fatto distruggendolo e lasciando decapitata la statua che a Fonzaso è venerata ininterrottamente da quasi duecento anni. Mentre i resti del volto hanno ricoperto le foto degli ex-voto dei parrocchiani, l’autore del sacrilegio ha pensato bene di intascarsi un paio di orecchini che erano vicini alla statua e la catenina al collo della Madonna. «Gli orecchini – spiega il parroco don Stefano Vanzetto – erano stati donati alla Madonna da una signora che ha ricevuto una grazia».

La comunità ha vissuto la profanazione come uno shock: «Siamo tutti rimasti sbigottiti – prosegue don Vanzetto – più che il furto colpisce proprio l’accanimento contro l’immagine di Maria. Era il simbolo della nostra comunità, è ovvio che la comunità stessa si senta toccata nel vivo». Si capirà, attraverso i canali della Diocesi, se e come sarà possibile il restauro, ma anche come avverrà l’atto di riparazione per le ferite spirituali: «Non so cosa volesse dimostrare chi ha commesso questo atto d’odio. Non è tanto il danno a un patrimonio storico, quanto a un simbolo che ha valore nella nostra dimensione di fede».

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