Rapporto Caritas 2017. La povertà educativa aumenta la disparità
Il report annuale dell’Osservatorio Caritas delle povertà e delle risorse – intitolato per il 2018 “Povertà educative e risorse comunitarie” – viene presentato sabato 26 maggio, alle 10, nella sala Barbarigo del Museo Diocesano. Presente il vescovo di Padova Claudio Cipolla e il direttore di Caritas Padova don Luca Facco.
“Povertà educative e risorse comunitarie” è il titolo del report annuale dell’Osservatorio Caritas delle povertà e delle risorse che viene presentato sabato 26 maggio, alle 10 nella sala Barbarigo del Museo diocesano. Il documento, una fotografia dell’azione di Caritas tra Diocesi, Centri d’ascolto vicariali e parrocchie per venire incontro ai bisogni del territorio e valorizzare, al contempo, i talenti inespressi, ha scelto quest’anno di affrontare con maggior attenzione il tema di un’altra povertà che attanaglia il territorio e che genera, alla lunga, le disparità maggiori tra ceti sociali: la povertà educativa.
«Il report quest’anno è dedicato in maniera particolare – spiega il direttore di Caritas Padova nella sua introduzione – all’esperienza dei doposcuola parrocchiali, l’ispirazione ci giunge da don Lorenzo Milani che ha sempre sostenuto che la promozione di ogni persona passa attraverso l’istruzione. Dare la parola significa dare dignità e futuro».
Emergenza educativa nei territori
Le emergenze educative maggiori – e dunque le risposte più energiche – avvengono negli ambiti locali in cui le diverse povertà si sommano l’una con l’altra: «La fotografia che affiora dal report conferma la consapevolezza che nei territori più difficili emergono le persone più motivate. Ne è un esempio, a Padova, il quartiere dell’Arcella: uno dei territori con maggiori sfide per l’alto numero di immigrati e che ha promosso la presenza di doposcuola quasi in ogni parrocchia, in rete, tramite un coordinamento».
Una povertà che non cresce ma si cronicizza
La prima parte del documento, come ogni anno, restituisce il quadro complessivo dell’attività di Caritas Padova. Ma anche i numeri sono interpretati e contestualizzati alla luce dell’esperienza e della “sapienza del cuore” dei volontari: «Il report dice una povertà che non è aumentata dal punto di vista numerico, anzi viene riportata una leggera flessione, ma è una povertà cronicizzata e aggravata. Persone che vivono situazioni sempre più difficili e per questo sempre più deluse e sfiduciate».
Povertà educativa e povertà infantile
«Negli ultimi dieci anni – spiega il report – la percentuale di minori che vivono in condizione di povertà assoluta (oltre un milione) è quasi triplicata, passando dal 4 all’11 per cento. E nonostante il numero dei ragazzi che abbandonano precocemente gli studi si sia più che dimezzato negli ultimi vent’anni, scendendo dal 38 al 15 per cento, l’Italia rimane largamente sopra la media dell’Unione Europea pari all’11 per cento, quart'ultima davanti solo a Romania, Spagna e Malta». I dati confermano come più basso sia l’indice socioeconomico e culturale della famiglia, più alto è il rischio di abbandono scolastico. In Veneto poi cresce il numero dei bambini stranieri nelle scuole, per i quali, come dimostrano le ricerche europee, c’è uno svantaggio rispetto ai coetanei nativi.
Questionari e focus group nei doposcuola diocesani
L’Osservatorio Caritas ha condotto la sua inchiesta censendo i doposcuola parrocchiali e 275 parrocchie hanno risposto al quesito. Di queste, 93 hanno testimoniato la presenza di un doposcuola e 71 tra esse hanno scelto di compilare un questionario. I doposcuola si svolgono per la stragrande maggioranza negli spazi parrocchiali (43 i casi): il resto si riuniscono tra scuola (22) o in altre aree comunali. In media ogni parrocchia ospita per le elementari 11 bambini italiani e 7 stranieri, mentre per le medie sono 5 italiani e 3 stranieri. In quattro parrocchie i doposcuola lambiscono i giovanissimi delle superiori. L’indagine è stata poi approfondita attraverso alcuni focus group con i volontari dei doposcuola, alla ricerca di fatiche, obiettivi e valori sociali dei doposcuola: «Questo servizio è giustizia sociale – una delle risposte raccolte – si cerca di dare a chi non ha».