Salmista. Si risponde alla Parola con la Parola

Salmista. Chi canta si “annulla” e lascia che parole e musica siano protagoniste. E l’assemblea, cantando il ritornello, entra nell’inno che risuona nella Trinità

Salmista. Si risponde alla Parola con la Parola

Ho sempre cantato nel coro della mia parrocchia. Su invito del maestro Francesco Cavagna ho partecipato alle lezioni tenute sull’arte del salmista presso l’Istituto diocesano di canto e musica per la liturgia. Finalmente potevo approfondire le mie conoscenze. Non riesco a descrivere un momento così importante e solenne qual è il canto del salmo nella liturgia. Non sono sicura che l’assemblea conosca l’importanza di questa preghiera proclamata con la musica; ma ho visto che ne percepisce la differenza, coglie la distanza che c’è fra un salmo letto e uno cantato. Negli attimi che precedono il canto del salmo – nonostante io mi sia preparata con costanza e attenzione – il cuore mi scoppia! Non è ansia. Non è agitazione. È percepire la grandezza del momento. Io sparisco, devo annullarmi e lasciare che le parole del salmo diventino le sole protagoniste insieme alla musica. Per questo amo cantarlo. Questo è il modo che abbiamo per ridare dignità a un canto antico: i salmi sono canti del popolo d’Israele, che Cristo stesso ha cantato. Il canto del salmo è la risposta dell’assemblea alla Parola di Dio appena proclamata. Essa, che non è parola di uomini, esige una risposta così alta che non può essere data che con un’altra Parola di Dio: i salmi. Cantare è più di dire: l’assemblea che canta il ritornello entra nell’inno che risuona nella Trinità.

Lorenza De Poli
Parrocchia del Bassanello

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