Vigonovo. La chiesa è inagibile per gli intonaci pericolanti. Le comunicazioni della riunione pubblica con i fedeli

Vigonovo: la chiesa è inagibile a causa di alcuni intonaci che rischiano di crollare sulla testa dei fedeli. Neppure la canonica è messa poi così bene. Una riunione pubblica, il 18 gennaio, per mettere a conoscenza della situazione

Vigonovo. La chiesa è inagibile per gli intonaci pericolanti. Le comunicazioni della riunione pubblica con i fedeli

Vigonovo è senza la sua chiesa. Il rischio di crolli di parte degli intonaci ha reso necessario il trasferimento delle messe nel vicino centro parrocchiale con la possibilità, nel prossimo futuro, che per i funerali e le altre celebrazioni più importanti si debba riparare a Galta, la frazione del comune rivierasco appena al di là del fiume.

«Da quando sono parroco ho celebrato almeno tre funerali, a settimana ma da quando si è sparsa la voce dei problemi alla chiesa non è morto più nessuno» ha raccontato don Gabriele Pipinato, arrivato da poco alla guida della comunità, durante l’assemblea pubblica che si è tenuta mercoledì 18 gennaio nella sala parrocchiale e alla mente di qualcuno è subito venuto in mente un celebre episodio del Mondo piccolo di Guareschi anche se qui, di romanzato, c’è davvero poco.

Si tratta, evidentemente, di una casualità ma rende bene la gravità del problema: la sala divenuta chiesa non è che un androne ricolmo di spifferi, che i fedeli hanno cercato di rendere confortevole trasportando i banchi dalla vicina parrocchiale e allestendo un altare nella parete opposta a quella che la separa dal bar del patronato. Una situazione precaria e provvisoria al punto che, qualora mai si dovesse celebrare un funerale, per far posto al feretro andrebbero nuovamente rimosse parte delle sedute e ricreato un poco di spazio nel mezzo. Una scomodità con la quale i vigonovesi faranno bene a imparare a convivere perché li accompagnerà, se tutto va bene, almeno per i prossimi due anni.

Tanto è necessario attendere per l’eventuale contributo della Conferenza episcopale italiana, a cui seguirà l’avvio dei lavori di risistemazione ed è difficile immaginare come si possano più di tanto accelerare i tempi, anche in luce di una situazione finanziaria parrocchiale complessa, alla quale ha dato sostegno – nel tempo – anche la Diocesi.

È toccato all’architetto Claudio Seno – direttore dell'Ufficio beni culturali della Diocesi – descrivere nel dettaglio la situazione dell’edificio di culto nel quale ha rilevato un «quadro fessurativo particolarmente rilevante» arrivando non senza mezzi termini a mettere in guardia da possibili distacchi di calcinacci. 

Una soluzione temporanea potrebbe essere rappresentata dal fissare una rete capace di raccogliere eventuali frammenti, mettendo intanto in sicurezza l’edificio, rendendolo di nuovo accessibile ai fedeli. Un intervento non risolutivo in assoluto, certo, ma dal costo contenuto di circa 10 mila euro a fronte di un totale delle spese di restauro e consolidamento destinato a superare i 200 mila euro.

E non si tratta dell’unica situazione ormai compromessa: «La canonica ha più bisogno della chiesa» ha rilevato il tecnico, descrivendo come le travi del tetto siano completamente spezzate e di come, quando piove, siano necessari un buon numero di secchi per raccogliere l’acqua che penetra nei locali, nella speranza che non arrivi la neve a complicare definitivamente la situazione.

Una situazione che si è aggravata negli ultimi decenni parallelamente a quella della chiesa e che ora richiede un intervento altrettanto tempestivo come hanno potuto verificare gli stessi parrocchiani condotti in visita alla casa canonica dal parroco.

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