Addio a Lidia Menapace, "maestra della lotta senza violenza"

Aveva 96 anni. Staffetta partigiana, aveva coniato lo slogan: "Fuori la guerra dalla storia". Tonio Dell'Olio: "Testimone del vangelo fatto vita". Valente (Commissione Femminicidio): "Un pezzo di storia del femminismo”

Addio a Lidia Menapace, "maestra della lotta senza violenza"

È morta nella notte Lidia Menapace, aveva 96 anni. Ricoverata all’ospedale di Bolzano da qualche giorno, era malata di Covid. Ex senatrice di Rifondazione comunista, è stata staffetta partigiana, facendo parte della resistenza in una formazione della Val d’Ossola e diventando sottotenente con il nome di battaglia “Bruna”. Insegnante e militante per i diritti delle donne, fornì un contributo decisivo a battaglie storiche. Una costante il suo attivismo pacifista, come testimonia lo slogan da lei coniato: “Fuori la guerra dalla storia”.

"Ciao Lidia, partigiana della pace" 

“È un lutto per l’Anpi, è un lutto per il Paese. Ciao Lidia, partigiana della democrazia, della pace, dell’uguaglianza, dei diritti delle donne, cioè dell’umanità. Resterai nella coscienza e nell’impegno di tutte e tutti noi”. Lo dice Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale Anpi.

"Maestra e testimone della lotta senza violenza"

"E cosa se non grazie? Quando la morte sembra porre il punto ultimo su un tempo carico di frutti e di bene e di grazia? Cosa se non grazie?" Così scrive Tonio Dell'Olio su Mosaico di Pace. "Maestra e testimone del vangelo fatto vita e dei nodi di congiunzione, delle confluenze e degli abbracci che non ti aspetti. Della lotta senza violenza. Dell'impegno nel palazzo senza sorridere di sufficienza sulle ingenuità del giorno prima. Del cuore con l'intelligenza. E poi dell'informazione come servizio e come seme di consapevolezza. Non ho nemmeno il tempo di indagare attentamente nella memoria e nella coscienza per rintracciare la lista degli insegnamenti. Il cuore è colmo solo di gratitudine e il grazie tracima come un moto dell'affetto prima che del pensiero. Donna forte dell'essere donna, donna fiera dell'essere donna, donna tenace e ostinata perché donna. Cuore riconciliato con la vita che vale la pena spendere per qualcosa di bello. Per gli altri. Lidia Menapace è stata questo e tanto altro. E per questo non se ne è andata a mani vuote. E anche adesso starà sorridendo. Non è riuscita mai a farne a meno. E di tanti sorrisi cosa se non grazie?"

"Un pezzo di storia del femminismo in Italia"

“Lidia Menapace è stata un pezzo di storia del femminismo in Italia. Staffetta partigiana, prima donna eletta in consiglio provinciale a Bolzano, politica fortissima, anticonformista e da sempre pacifista e ambientalista, giornalista, scrittrice, senatrice, piangiamo oggi una donna che con la sua stessa vita ha incarnato e contribuito a mostrare alle italiane una diversità possibile dai tradizionali stereotipi femminili. Non la dimenticheremo. Alla famiglia la nostra vicinanza”, ricorda la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio.

"Senza di lei la politica è più povera"

"Il covid si è portato via anche Lidia Menapace. Partigiana, antifascista, femminista, sempre dalla parte della giustizia e dei più deboli, una forte compagna di tante lotte. Ho avuto il piacere di conoscerla e di confrontarmi più volte. Senza di lei la Politica è più povera". Così in un tweet il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)