Autorità nazionale palestinese: Netanyahu distrugge la soluzione dei 2 Stati

Israele sta "distruggendo" la soluzione dei due Stati. Ma se non l'accetterà oggi non potrà più farlo domani, quando la "realtà" sarà per forza di cose quella dello Stato unico: in stile apartheid sudafricano, dove comanda una minoranza che opprime la maggioranza. Mohammed Shtayyeh, primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), analizza in questi termini le politiche del governo di Benjamin Netanyahu

Autorità nazionale palestinese: Netanyahu distrugge la soluzione dei 2 Stati

Israele sta "distruggendo" la soluzione dei due Stati. Ma se non l'accetterà oggi non potrà più farlo domani, quando la "realtà" sarà per forza di cose quella dello Stato unico: in stile apartheid sudafricano, dove comanda una minoranza che opprime la maggioranza. Mohammed Shtayyeh, primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), analizza in questi termini le politiche del governo di Benjamin Netanyahu e l'intensificarsi delle violenze delle ultime settimane.

Nel suo ufficio a Ramallah, oltre le porte a vetri con l'aquila e la bandiera nazionale bianco-rosso-nero-verde, Shtayyeh incontra alcuni giornalisti europei. Sessantacinque anni, esponente del partito Fatah, ha una formazione in economia dello sviluppo. E' stato negoziatore palestinese già nel 1991 a Madrid, prima degli Accordi di Oslo e della nascita dell'Anp.

"Ringrazio l'Ue", premette oggi, "che nel 2022 ci ha sostenuto con donazioni per 300 milioni di euro". I nodi sono però soprattutto politici. Riguardano sia i raid "anti-terrorismo" compiuti dall'esercito israeliano in Cisgiordania, occupata in violazione del diritto internazionale dal 1967, sia la costruzione di nuove colonie nella stessa regione, che secondo gli Accordi di Oslo dovrebbe costituire parte di una futura Palestina libera e indipendente.

"Israele sta distruggendo la soluzione due Stati" denuncia Shtayyeh. "Isola la Striscia di Gaza e frammenta le terre dei palestinesi, impedendo a molti di loro perfino di entrare a Gerusalemme". Il riferimento è sia ai raid dell'esercito, che hanno causato anche vittime civili da ultimo a Jenin e a Nablus, sia al via libera agli insediamenti israeliani, ben 13 autorizzati dal governo di Netanyahu il mese scorso: "I coloni", stima Shtayyeh, "sono ormai il 25 per cento popolazione della Cisgiordania".

Secondo il primo ministro, sia Fatah che Hamas e altre forze politiche dei Territori sono d'accordo nel negoziare la soluzione dei due Stati. "Perfino il presidente americano Joe Biden si è espresso in favore di questa opzione sulla base dei confini del 1967" evidenzia il primo ministro. "Politicamente tutti ci credono ma poi sul terreno le cose vanno diversamente: si alza un muro che divide comunità palestinesi, si moltiplicano i check-point, sono confiscate le terre e avanzano le colonie".

Ci sono poi tendenze di lungo periodo. "Per la prima volta dal 1948", sottolinea Shtayyeh, "nella Palestina storica il numero di palestinesi ha superato quello degli israeliani con un rapporto che è adesso di circa sette milioni e 300mila a sette milioni".

Quali conseguenze? "Se Israele non accetta oggi i due Stati, vivremo domani nella realtà di uno Stato unico dove decidono solo gli israeliani" avverte il primo ministro. "Non sarebbe un Paese né ebraico né democratico; ci sarebbe una 'sudafricanizzazione' della questione palestinese, con un nuovo regime di apartheid, già denunciato anche da ong israeliane come B'Tselem".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)