Calcio, Amnesty: la Fifa risarcisca i lavoratori migranti in Qatar

Sondaggio realizzato insieme a Yougov: il 73% degli intervistati in 15 Paesi lo chiede, l'84% tra chi ha intenzione di seguire le partite. "I tifosi non vogliono un mondiale macchiato dalle violazioni dei diritti umani"

Calcio, Amnesty: la Fifa risarcisca i lavoratori migranti in Qatar

Un sondaggio globale commissionato da Amnesty International a YouGov, svolto dal 16 agosto al 6 settembre, ha rivelato che quasi due terzi (il 73%) di oltre 17mila persone adulte in 15 stati ritiene che la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) dovrebbe risarcire i lavoratori migranti per i danni subiti durante la preparazione dei mondiali di calcio che inizieranno a novembre in Qatar.

Il sostegno, conferma Amnesty, è ancora maggiore (84%) tra coloro che guarderanno almeno una partita in tv.

In una nota l'organizzazione riferisce ancora: per il 67% delle persone intervistate, la federazione calcistica del loro stato dovrebbe prendere la parola sulle violazioni dei diritti umani collegate ai mondiali e sostenere anche la richiesta di risarcimenti da parte della Fifa.

"A 50 giorni dal calcio d'inizio, c'è ancora tempo perché la Fifa faccia la cosa giusta" ha dichairato Steve Cockburn, direttore del programma Giustizia sociale ed economica di Amnesty, che prosegue: "i tifosi non vogliono un mondiale di calcio macchiato dalle violazioni dei diritti umani. Sul passato ormai non si può tornare indietro ma un programma di risarcimenti, da parte della Fifa e del Qatar, rappresenterebbe almeno una piccola compensazione per le centinaia di migliaia di lavoratori che hanno reso possibile lo svolgimento del torneo.

La campagna #PayUpFIFA, lanciata nel maggio 2022 da una coalizione di organizzazioni per i diritti umani (tra le quali Amnesty International), tifoserie e sindacati, chiede alla Fifa di destinare almeno 440 milioni di dollari a un fondo per risarcire i lavoratori migranti e prevenire ulteriori violazioni dei loro diritti. Quella somma è l'equivalente di quella che la Fifa ha destinato all'organizzazione dei mondiali del Qatar, dai quali si stima ricaverà sei miliardi di dollari.

Amnesty continua informando che nel corso di interviste, le federazioni calcistiche di Belgio, Germania, Danimarca, Inghilterra, Norvegia e Paesi Bassi hanno espresso sostegno per il principio del risarcimento. Ma nessuna di loro, né tanto meno le altre, ha fatto una dichiarazione ufficiale per chiedere alla Fifa di avviare il programma di risarcimenti.

Il carteggio tra Amnesty International e la Fifa circa il programma di risarcimenti è disponibile sul sito www.amnesty.org

Dal 2018 le autorità del Qatar hanno introdotto una serie di importanti riforme nel campo del lavoro, destinate sulla carta a migliorare i diritti dei lavoratori ma che sono rimaste sostanzialmente non attuate.

Sempre nel 2018 il Comitato supremo (l'organismo locale responsabile dell'organizzazione dei mondiali di calcio del 2022) ha raggiunto un accordo con le imprese realizzatrici dei siti ufficiali del torneo per rimborsare le somme spese da 48mila lavoratori attraverso le agenzie di reclutamento. Questo accordo tuttavia non ha riguardato le centinaia di migliaia di operai impiegati in altri progetti infrastrutturali, come i trasporti e gli alberghi. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)