Clima, approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti

Legambiente: “Ora subito le risorse per attuare le 361 soluzioni previste e una legge per fermare il consumo di suolo. Entro tre mesi si attivi l'Osservatorio nazionale. Nel 2023 in Italia 378 eventi meteorologici estremi: + 22% rispetto al 2022”

Clima, approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti

“Finalmente dopo sei lunghi anni dalla prima bozza e dopo ben quattro governi, l’Italia ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), che raccoglie 361 azioni rivolte ai sistemi naturali, sociali ed economici. Si tratta della prima buona notizia con cui si apre questo 2024 e di un passo importante nella lotta alla crisi climatica che arriva dopo anni di ritardi e stalli”, è quanto dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, commentando così la notizia dell'approvazione.

Il passato e il futuro del Piano

“Era il lontano 2018 quando il Governo Gentiloni e l’allora ministro dell’ambiente Gianluca Galletti presentarono la prima bozza di Piano pubblicandola sul sito del ministero – ricorda Ciafani - Da allora si sono succeduti tre governi (il Conte 1, il Conte 2 e il Governo Draghi) e due ministri (Sergio Costa e Roberto Cingolani), ma nessuno ha mai adottato il documento in questione. Solo a fine 2022 è arrivato un primo segnale di svolta, con la pubblicazione sul sito del MASE, guidato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, della bozza aggiornata del Piano, seguita dalla fase di consultazione e dall’approvazione finale arrivata pochi giorni fa. Ora però ricordiamo al ministro dell’Ambiente e al governo Meloni che per attuare il PNACC sarà fondamentale stanziare le risorse economiche necessarie e ad oggi ancora assenti, non previste neanche nell’ultima legge di bilancio, altrimenti il rischio è che il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici resti solo sulla carta. Sarà, inoltre, importante approvare un PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, con obiettivi più ambiziosi di produzione di energia rinnovabile e di riduzione di gas climalteranti al 2030; una legge sullo stop al consumo di suolo che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, semplificando anche la demolizione e la ricostruzione degli edifici esistenti”. Ancora. Legambiente chiede che “entro tre mesi si emani il decreto che attiva l'Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, con funzione di coordinamento tra i livelli di governo del territorio e dei vari settori”.

La crisi climatica in Italia

“L’Italia – continua Ciafani - è sempre più esposta alla crisi climatica che avanza e all’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi, che nel 2023 sono arrivati a quota 378: +22% rispetto all’anno precedente. Per questo è fondamentale che metta in campo una chiara e decisa strategia di prevenzione, attuando al più presto le 361 azioni individuate nel Piano, tra cui le aree e vasche di esondazione e i processi di rinaturalizzazione dei bacini idrografici e dei versanti per ridare spazi ai fiumi, per far sì che la nostra Penisola conviva nei prossimi anni con l’emergenza climatica, evitando così di rincorrere le emergenze. Solo per i danni delle due alluvioni che nel 2023 hanno colpito Romagna e Toscana, l’Italia ha speso 11 miliardi di euro, ossia oltre un terzo della legge di bilancio 2024 appena approvata dal Parlamento. Risorse economiche, che con campagne di prevenzione e azioni di adattamento e mitigazione fatte per tempo, potevano essere in parte risparmiate. Per questo nei prossimi anni sarà importante anche intensificare le politiche territoriali di prevenzione e le campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro Paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)