Colli Euganei riserva della biosfera. Il dossier della discordia

Colli Euganei riserva della biosfera Il documento inviato all’Unesco non è stato ancora presentato al pubblico. E gli ambientalisti lamentano poca trasparenza

Colli Euganei riserva della biosfera. Il dossier della discordia

È prevista il 10 novembre la tanto attesa presentazione al pubblico del dossier relativo alla candidatura dei Colli Euganei come nuova riserva della biosfera. Nella suggestiva cornice dell’Abbazia di Praglia, il presidente dell’Ente Parco, Alessandro Frizzarin, presenterà le caratteristiche del documento ufficiale consegnato il 26 settembre scorso all’Unesco, con il quale si è dato avvio al processo negoziale che si concluderà nel giugno 2024. L’iter ha previsto che il documento fosse prima approvato dai 15 Comuni del Parco per poi trovare l’avvallo della Regione Veneto e approdare al ministero dell’Ambiente, dove un comitato scientifico, composto dal consigliere del ministro Roberta Toffanin, dal direttore generale Oliviero Montanaro, e dal presidente del comitato tecnico nazionale Mab Unesco Pier Luigi Petrillo, ha consegnato il prezioso dossier a Parigi attraverso l’ambasciatore Liborio Stellino. L’area interessata alla candidatura comprende l’intero territorio del Parco dei Colli Euganei, per una superficie di 34.090 ettari che andrà così a far parte, assieme alla ventina di altri siti italiani di eccellenza, della rete mondiale del Mab Unesco a cui appartengono ben 748 aree a riserva.

Il Mab, ovvero “Man and the biosphere”, dovrebbe promuovere un rapporto equilibrato tra l’uomo e l’ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile. Prevede pertanto il coinvolgimento delle comunità locali nel far interagire le dinamiche degli ecosistemi con i processi socioeconomici; in sostanza dovrebbe garantire il benessere delle persone portando alla soluzione di eventuali problemi ambientali, e assicurare che in queste aree protette ci sia una corretta gestione delle risorse naturali nel rispetto di un ambiente vivibile. Tuttavia sono proprio i difensori dell’ambiente a nutrire qualche preoccupazione per il futuro del Parco regionale, timorosi che in tutto ciò si possa vedere solo un marchio per accedere a bandi e finanziamenti. Già facendo notare una serie di refusi nel dossier, reso noto ai primi di settembre, si sono sentiti rispondere che si trattava allora solo di una bozza, e che la versione definitiva sarebbe stata quella poi presentata a Parigi. «Sta di fatto che quella “bozza” è stata fatta passare nei vari consigli comunali ed è quella fatta firmare ai 15 sindaci del Parco», sostengono Christianne Bergamin e Maurizio Fassanelli, in rappresentanza delle associazioni ambientaliste della Consulta del Parco Colli. Inoltre lamentano di non aver ancora ricevuto il nuovo dossier a un mese di distanza dalla presentazione ufficiale: «Sul sito dell’Ente Parco vi è un’apposita pagina dedicata alla candidatura – spiega Christianne Bergamin – e a oggi non contiene alcuna documentazione a riguardo; nemmeno riporta alcuna data per la presentazione alla cittadinanza». Insomma si spera che l’incontro di venerdì 10 novembre possa riavvicinare le parti nel nome di quella moderazione e di quel confronto che il presidente del Parco Alessandro Frizzarin aveva auspicato. La sua opinione è che «il riconoscimento come riserva della biosfera sia un’opportunità con ricadute positive sul turismo oltre che sulla tutela di un territorio che ha già ottenuto la Carta europea del turismo sostenibile». Non lontano dalla stessa visione degli ambientalisti che lo ritengono «uno strumento per affrontare i problemi dell’area, ricucire il territorio dai Colli all’Adige, dare respiro ai numerosi progetti tematici volti a una salvaguardia che rispetti il Piano ambientale del Parco e le sue finalità».

Candiana

Lezione all’aria aperta, sabato 21 ottobre,tra i filari in campagna per gli alunni della scuola primaria di Candiana, accolti nell’azienda vitivinicola di Gabriele Gastaldi per provare l’esperienza della vendemmia e conoscere con l’esperienza diretta come i grappoli d’uva raboso ormai maturi saranno trasformati in vino Friularo, una delle tipicità del territorio. L’iniziativa rientra nelle attività di educazione civica ambientale e alimentare “Semi’nsegni” proposta da Coldiretti Padova in decine di scuole della provincia tra lezioni in classe e direttamente “sul campo”, esperienze dirette grazie a laboratori e attività che permettono agli alunni di conoscere l’origine dei prodotti agricoli, la stagionalità delle coltivazioni, il rispetto per gli animali e l’ambiente.

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