Confine Messico-Usa. L’allarme Save the Children: “Migliaia di minori a rischio separazione e abusi”

Negli ultimi giorni sono arrivate 15.000 persone alla frontiera dopo la scadenza del Titolo 42 negli Stati Uniti e al divieto di asilo annunciato dall'amministrazione Biden. L’Organizzazione, chiede di rafforzare i programmi e le politiche interne per la protezione dei bambini e degli adolescenti

Confine Messico-Usa. L’allarme Save the Children: “Migliaia di minori a rischio separazione e abusi”

Circa 4.000 bambini potrebbero essere a rischio di separazione, abuso e abbandono, dato che negli ultimi giorni sono arrivate fino a 15.000 persone al confine tra Messico e Stati Uniti in seguito alla scadenza del Titolo 42 negli Stati Uniti e al divieto di asilo annunciato dall'amministrazione Biden. È l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.

“La situazione è critica, quasi 4.000 bambine e bambini infatti, dormono per strada e sono esposti a rischi significativi, quali violenza e abusi, che potrebbero danneggiare gravemente la loro salute fisica e mentale. Molti minori rischiano anche di essere separati dai loro familiari se coloro che li accompagnano non sono in grado di accedere agli Stati Uniti in modo sicuro e rapido. Le famiglie sono disperate e molte di loro rischiano la vita nel tentativo di attraversare il confine attraverso luoghi pericolosi come il deserto o il fiume Rio Grande” ha dichiarato Maripina Menéndez Carbajal, Direttrice Generale di Save the Children Messico.

Molti bambini hanno percorso lunghe distanze dai loro Paesi d'origine, fuggendo dalla violenza o dalla povertà, per raggiungere il confine con gli Stati Uniti, ma ora vivono la paura e l'ansia di un futuro incerto.

Pedro*, un bambino di 8 anni dell'Honduras, ha raccontato al team di Save the Children “Non capisco cosa stia succedendo. Vedo solo persone che se ne vanno e dicono che si consegneranno alle autorità per l'immigrazione negli Stati Uniti. Spero che tutto questo finisca presto”. Nel frattempo, molte famiglie non riescono a trovare un modo per spiegare ai propri figli che, dopo un lungo viaggio, non sarà più possibile raggiungere gli Stati Uniti.

Susana, 29 anni, originaria del Venezuela, ha raccontato: “Il processo è molto lento e poco chiaro, cerco di non dire nulla ai miei figli, ma loro se ne rendono conto e mi vedono molto triste. Sono tristi nel sapere che siamo qui da molto tempo. È ingiusto farci passare per criminali, stiamo solo cercando protezione per i nostri figli”.

In Messico, il personale di Save the Children lavora in 40 centri di accoglienza in sette città di confine, fornendo alle famiglie migranti aiuti umanitari e assistenza psicosociale. Nei primi tre mesi dell'anno, il team di Save the Children ha assistito circa 15.000 migranti arrivati nel Paese. Il programma sarà rafforzato e ampliato nelle prossime settimane, per far fronte a questa emergenza umanitaria. "Questa mattina abbiamo visto che diversi migranti che hanno tentato di attraversare il confine il giorno precedente sono stati riportati in territorio messicano. Siamo preoccupati per l'abbandono dei bambini. I genitori sono estremamente stressati, molti hanno deciso di accamparsi sulla linea di confine nella speranza di poter attraversare. Nelle strade il rischio di separazione e di criminalità organizzata è alto", ha dichiarato Maripina Menéndez Carbajal.

Save the Children in Messico chiede al governo del Paese di rafforzare i programmi e le politiche interne per la protezione dei bambini e degli adolescenti. “Il governo messicano deve rafforzare le capacità operative della Commissione messicana per l'aiuto ai rifugiati, rafforzare più che mai il coordinamento e il funzionamento del Sistema nazionale per la protezione dell'infanzia e dell'adolescenza, nonché degli Uffici del Procuratore generale per la protezione dell'infanzia e dell'adolescenza, e creare spazi fisici e ambienti sicuri e protettivi per le famiglie che hanno bisogno di assistenza sociale e legale, di cure psicosociali e di accesso ai servizi sanitari”, ha concluso Marpina Menéndez Carbajal.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)